SOLIDO Volkswagen T2 pickup 1968
La francese Solido, dopo il suo eccellente
modello del T1 pickup, ha pensato di offrire un’ottima riproduzione del T2 in
scala 1:18, mantenendo le stesse caratteristiche del modello precedente e cioè portiere
apribili, ruote sterzanti e ribaltina posteriore del vano di carico abbassabile
dopo aver aperto gli appositi ganci come in realtà.
Il modello è complessivamente bello e
proporzionato, specialmente in questa versione monocolore color bianco uovo che
rifugge da falsi bicolori che la Volkswagen non offriva di serie su questo
modello. Uniche concessioni sono le coppe ruote e il marchio frontale cromati,
che occorreva acquistare con supplemento per sostituirli a quelli di serie,
verniciati. Il marchio ha una certa profondità che crea uno strano effetto: sul
veicolo reale era invece un pezzo di plastica semplicemente sovrapposto alle
lamiere del muso e pertanto dagli spazi vuoti traspariva il colore del veicolo.
Tuttavia in questa versione bianca del modello Solido si nota poco.
Insieme al modello sono presenti delle decalcomanie
Porsche da applicare a parte per creare una versione da abbinare a qualche
squadra corse.
Quando ancora il furgoncino Volkswagen T1 era
all’apice del successo, nel 1964 Nordhoff, il direttore della VW, nel 1964
aveva impartito disposizioni affinché si studiasse una versione più moderna,
che venne presentata nell’autunno 1967 come modello 1968.
Quando venne lanciato il nuovo Transporter, a
differenza di quanto era accaduto per il vecchio, tutte le versioni base erano
già disponibili fin dal primo momento e mantenevano il numero di fabbrica del
precedente modello, quindi anche il camioncino (o pickup secondo la dizione
americana).
Per distinguere il nuovo Transporter dal Bulli si cominciò a usare la sigla T2, che tuttavia non era una denominazione ufficiale, anche se poi venne adottata dalla stessa Volkswagen. Il T2 è noto a tutti come Transporter o, al massimo, “Bay Window” all’americana che stava a indicare il nuovo grande parabrezza panoramico che offriva oltre il 27% di superficie vetrata in più. Alle portiere i finestrini laterali erano discendenti e non più scorrevoli come nel Bulli. La nuova cabina dava al veicolo un aspetto più moderno, dotata com’era di una impostazione di guida più automobilistica.
Sotto al parabrezza c’era una griglia di
aerazione per l’abitacolo e gli indicatori di direzione vennero ingranditi e
spostati poco sopra il nuovo paraurti che, allungandosi lateralmente verso i
passaruote, offriva un piccolo predellino.
I riduttori alle ruote posteriori vennero sostituiti da moderni assali a doppio snodo, che miglioravano nettamente la tenuta di strada e le caratteristiche di guida. Il nuovo Transporter aveva un motore di 1600cc che, con 47 cv e una generosa coppia di 103 Nm a 2.200 giri, gli permetteva al di spingersi fin oltre i 105 Km/h. In quei Paesi dalla pressione fiscale elevata, come l’Italia, a pochi mesi dall’introduzione, era disponibile anche un 1300 da 40 cv.
Il nuovo T2 già nel primo anno di produzione,
con 253.919 unità, superò di slancio la produzione del Bulli dell’anno
precedente.
I primi T2 pickup in scala apparvero nel
1968: erano quello della Wiking, in scala 1:87 e della Cursor in 1:43.
Seguirono i modelli Gama e CKO (quest’ultimo
era un gioiellino realizzato in lamiera in scala 1:40 circa). Esistono alcuni
giocattolini giapponesi della Endoh in 1:43 circa e poco altro: un modello di
gomma finlandese marca Plasto e uno della Oxford in 1:76, e il modello Schuco in 1:18. Il modello della
Minichamps riproduce il restyling del 1973 con nuovi lampeggiatori e nuovi
paraurti.
Vedi anche:
https://thesmallbigwheels.blogspot.com/2021/07/solido-volkswagen-type-2-pick-up-1964.html
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