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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

ADORABILMENTE MASSICCI

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Le miniature “Officina 942” di Alessandro Sannia, lanciate quasi un anno fa, stanno aumentando. La loro caratteristica scocca di zamac massiccio e il telaio con ruote grezze e fisse ne fanno un oggetto un po’ particolare, a metà strada tra il modellino da collezione e l’oggetto d’arte. La scatola autorimessa di Officina 942, con il suo traffico d'epoca I soggetti per ora riguardano autovetture italiane di fine anni Quaranta/inizio anni Cinquanta e sono deliziosamente riprodotti in scala 1:76.Una scelta curiosa, che non soddisferà i ferromodellisti ancorati all’1:87, ma che rende possibile animare plastici ferroviari d’inizio anni Cinquanta, quando le principali marche dell’epoca (Rivarossi e Märklin) lavoravano in una scala vicina allo ‘00’ inglese, compresa appunto fra 1:80 e 1:76.I modellini di Officina 942 sono verniciati con colori brillanti, non necessariamente riproducenti le tinte delle auto vere dell’epoca, ma – lo abbiamo detto – queste sono anche piccoli oggetti

L'Edicola di thesmallbigwheels

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Il fascicolo di gigno di RUOTECLASSICHE racconta con la solita autorevolezza la bella storia di una autovettura molto particolare, l'Alfa Romeo Montreal. Gli altri argomenti sono l'imbattibile Porsche 917 K, la BMW 850 CSI e le auto fiat di classe degli anni 20 The june magazine of RUOTECLASSICHE tells with the usual authority the beautiful story of a very particular car, the Alfa Romeo Montreal. The other topics are the unbeatable Porsche 917 K, the BMW 850 CSI and the classy fiat cars of the 1920s L'Alfa Romeo Montreal di K-K Scale in scala 1:18 in metallo L'Alfa Romeo Montreal di K-K Scale ha un buon rapporto qualità-prezzo L'Alfa Romeo Montreal di Autoart in scala 1:18 L'Alfa Romeo Montreal del marchio orientale Autoart é molto dettagliata Anche la riproduzione dell'interno é stata oggetto di molta cura   Non manca una buona miniaturizzazione degli organi meccanici La Porsche 917 K di IXO fa part

LE AUTO DELLA RIVAROSSI

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Quando i signori Riva e Rossi si misero insieme nell’ottobre 1945, non immaginavano di diventare il più famoso produttore italiano di trenini elettrici. L’attività cominciò nel 1946 e fra i primi giocattoli vennero messe in commercio delle scatole di costruzioni meccaniche, che si ispiravano al Meccano inglese, ma erano costituite da pezzi di metallo lucido non verniciato. Le ruote, anziché col cerchione metallico e la gomma, erano in un unico pezzo di bakelite nera con impresso il nome Rivarossi.  Pagina del catalogo Rivarossi con i modellini '0' (1:43) e '00' (1:80) Seguirono molto presto i treni che furono affiancati, già a partire dal 1948 da tre modelli d’auto in scala 1:43 (Fiat 500 Topolino, Fiat 1100 furgone e Mercedes GP), e due in 1:87 (1100 furgone e Mercedes GP). Assieme alle auto Rivarossi produsse perfino dei piccoli Garage di legno, uno a quattro posti per la scala 1:87 e uno a tre posti per i modelli in 1:43, ciascuno venduto con 3 o 4 model