Variazioni in casa Tekno
Anche la danese Tekno non è stata esente da varianti sui suoi modelli. Una delle meno note è quella che riguarda il Maggiolino Volkswagen. Tekno aveva riprodotto la VW 1200 con lunotto ovale in scala leggermente più piccola dell’1:43 classico, si potrebbe dire circa 1:45. Da agosto 1957 i Maggiolini veri ricevettero un nuovo lunotto rettangolare assai più grande. Tekno si propose di rifare completamente il suo modellino per adeguarlo all’auto reale, portandolo inoltre alla scala 1:43.
Grosso modo nel 1959 arrivò la nuova riproduzione, ma già nel 1960, per adeguarsi alla normativa europea, Volkswagen aveva eliminato le anacronistiche “frecce” per dotarsi di lampeggiatori, con quelli anteriori applicati sopra i parafanghi. Il modellino Tekno aveva ancora le “frecce” sui piantoni delle porte e, francamente, la sua linea non era molto precisa.
Così nel giro di un paio d’anni lo stampo della VW 1200 fu completamente rifatto, più preciso e snello, e con i lampeggiatori al loro posto. Con l’occasione la miniatura fu dotata di molleggio e di interni di plastica.
Chiaramente, considerato anche il breve periodo di
produzione, la prima versione è oggi piuttosto rara.
Molto più evidente è la trasformazione del muso della Saab 96 avvenuta nel 1968, quando l’auto vera abbandonò il motore 3 cilindri a 2 tempi di derivazione DKW per adottare un 4 cilindri a V di derivazione Ford.
Per rimanere in casa Saab notiamo una piccola variazione sulla 99, che appena uscita aveva due brillantini rettangolari come fari. In seguito, probabilmente per economizzare, fu modificato il pezzettino di plastica che formava la calandra e i fari rimasero inglobati con esso.
Più sottile la modifica subita dalla Mercedes-Benz 230SL quando alla Mercedes decisero di aumentarne la cilindrata. Per un paio d’anni si trasformò in 250SL e poi definitivamente in 280SL. Abbiamo la prova che la sigla sul cofano posteriore della 230SL Tekno sia stata aggiornata in 280. Pare siano esistiti anche modelli con la scritta 250SL, ma non ne abbiamo traccia fotografica.
Veniamo infine all’autobus Volvo. Pare che all’origine del modello ci fosse la riproduzione di un Commer inglese carrozzato in Danimarca, ma quella V stampata sul paraurti/calandra anteriore fece sì che tutti cominciassero a chiamarlo Volvo, così la stessa Tekno alla fine vi applicò una piccola decalcomania (la stessa che usava sugli autocarri) sul muso. Esistono anche modelli che riportano la “V” aperta priva delle due barre orizzontali. Si tratta di una modifica di stampo adottata dalla Tekno per qualche tempo, che però rendeva fragile il pezzo.
Infine ci sono alcuni dettagli degli autocarri Volvo. I primi avevano le ruote a disco di alluminio lucido con impresso quello che sembra un sole coi raggi.
Per diversi anni uscirono così, poi furono adottate
ruote in fusione di zamac molto più realistiche. Sembra che anche i primi
autocarri Scania-Vabis avessero le ruote col “sole”.
I fari dei Volvo erano riportati in metallo cromato e sul
muso era graffato un piccolo stemma Volvo realizzato di lamierino. Nel corso
degli anni questo fu il primo a scomparire, seguito poi dai fari, sostituiti da
brillantini che venivano incastonati nei fori per i perni del precedente tipo separato.
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