Nel mondo del collezionismo esistono modelli di autovetture, che, sia pur famosissime, sono praticamente state ignorate dai produttori "premium" di automodelli in scala 1:18. È il caso della mitica, arcinota e osannata Peugeot 205 T16, le cui riproduzioni, a dispetto della notorietà dell'auto vera, sono veramente poche, e quasi tutte prive di aperture. Dico quasi perché in realtà un modello pressofuso ed apribile esiste, anzi due; anche se nella realtà è uno solo, visto che lo stampo è sempre lo stesso. Si tratta del vecchio modello T16 Evo2 Gruppo B Solido, rieditato pari pari dalla Norev alcuni anni fa, che da poco tempo è stato nuovamente presentato, sempre con il marchio Norev, con qualche modifica per farlo diventare una T16 prima serie. Per cui, se nella prima riedizione, rispetto al Solido, cambiavano solo le decals, nell'ultima versione sono state apportate modifiche abbastanza visibili. Sono infatte spariti i "baffi" sul paraurti anteriore ed il grosso alettone posteriore, insieme ad altre piccole modifiche di dettaglio, ed è comparsa la batteria di fari supplementari.

Grazie alla sue aperture, ed alla sua unicità, questo modello è molto ricercato dai collezionisti. Nei negozi specializzati è andato presto esaurito, ed è possibile reperirlo sul web. Chiaramente si è assistito ad una sorta di speculazione, per cui i prezzi sono lievitati notevolmente.
Come si può vedere dalla schermata riportata sopra, al momento della sua presentazione la nuova serie della Peugeot 205 T16 era venduta sul sito ufficiale Norev a poco più di 76 euro. Ora, sul web è reperibile a prezzi ben superiori ai 100 euro. Peggio ancora per le versioni precedenti, in particolare la Solido, che superano abbondantemente i 200. Ma, viene da chiedersi, è ragionevole un simile prezzo per questo genere di modello? Il livello di dettaglio è paragonabile a al prezzo raggiunto? Proviamo a rispondere a questa domanda esaminando il modello nella sua versione più recente.
Il primo modello uscito, il Solido, è ovviamente il più raro ed anche il più caro: lo potete osservare "da vicino"
qui (link al sito Carmodel). Per l'epoca, era abbastanza ben dettagliato, e, come molti Solido di quel periodo, aveva solo tre aperture (cofano motore e portiere) e ruote sterzanti. Le porte si aprivano con cardini "a zampa di cane". La riedizione Norev (grazie all'enciclopedia di Carmodel, potete vederla
qui) era praticamente identica in tutto e per tutto, salvo che per il numero di gara.
E il nuovo modello? eccolo qui sopra, ancora con un numero di gara diverso, perché si tratta della vettura che ha corso (e vinto) il Monte Carlo del 1985, e con qualche differenza dalle altre due, perché si tratta di una prima serie: il paraurti anteriore è più piccolo e senza "baffi", manca il grosso spoiler sul portellone, il paraurti posteriore è più piccolo e l'estrattore è meno avvolgente. Sul muso, è comparsa la batteria di fari per le prove speciali in notturna (nota: è trattenuta da due piccoli perni inseriti nella fessura sotto la calandra... con un po' di pazienza è facile sfilarli per ottenere la versione diurna).
Come per i due modelli più vecchi, la linea è riprodotta abbastanza fedelmente, anche se l'altezza da terra è un poco eccessiva: bello il particolare dei paraspruzzi in plastica morbida. L'antenna è in metallo, mentre nei vecchi modelli era in plastica. Molto meglio.
 |
| I fari supplementari sono molto ben riprodotti. |
La livrea è corretta, ma notiamo che la grande bocca della presa d'aria anteriore è un pezzo di plastica nero, non passante. Un peggioramento rispetto al vecchio modello, che ne aveva una stampata su plastica trasparente, che imitava in maniera economica ma efficace una griglia perforata. Anche la forma dello spoiler anteriore non è del tutto corretta.
La vista laterale mette in evidenza le buone proporzioni del modello; bello il finestrino scorrevole in posizione aperta. Le parti apribili sono ancora tre, ma le fessure non sono all'altezza dei modelli più recenti. Inoltre, la posizione del numero di gara è un poco troppo avanzata: nella vettura reale era spostata verso il parafango posteriore. Le griglie laterali sono due pezzi solidi, in plastica nera.
 |
Nella foto della vettura reale si vede la posizione del numero 2 e lo spoiler più rastremato ai lati. |
Ed ecco una vista del modellino aperto: come si nota subito lo stampo principale è sempre lo stesso, per cui le porte hanno ancora l'obsoleto cardine "a zampa di cane". Il cofano posteriore resta aperto, ma si fatica parecchio a trovare una posizione di equilibrio. Le feritoie tra i fanali posteriori non sono annerite all'interno.
Il cofano posteriore, soprattutto se visto dall'alto, ha un gap abbastanza importante sia sul tetto che sui lati della macchina, altro particolare che tradisce l'età dello stampo utilizzato. Un ulteriore "difetto" è la colorazione beige chiaro della plastica degli interni, che è visibile anche nelle prese d'aria alle spalle del finestrino posteriore: sarebbe stato molto meglio, in quel punto, un tocco di vernice nera per dare profondità. In compenso, dall'apertura di sfiato del cofano anteriore si può osservare il radiatore, dotato di ventole di raffreddamento.
Gli interni sono abbastanza dettagliati, e sono presenti il roll bar, la pedaliera applicata, l'estintore dell'impianto antincendio fisso, gli attrezzi di bordo, la piastra poggiapiedi del navigatore. Le cinture di sicurezza sono riprodotte in plastica morbida, con un effetto accettabile: molto meglio delle semplici decals di moda oggi, ma decisamente peggio di un paio di cinture in tessuto. In ogni caso, adatte alla categoria "budget friendly" del modello. Bruttino il particolare del roll bar "tagliato" per far spazio al cardine della porta, ereditato dai vecchi modelli. Notiamo però che qui i sedili sono diventati interamente in plastica nera, mentre nelle precedenti realizzazioni erano bicolori blu/giallo ocra, ad imitare il tessuto ed il guscio in kevlar.
La fanaleria è di buona qualità, sia quella anteriore che posteriore. Bella la batteria di fari, che hanno anche la "lampadina" di colore giallo visiibile all'interno: le parabole dei fari, però, sono un po' opache rispetto a quelle dei fari principali. Migliorabile, come già detto, la griglia del paraurti anteriore.
Anche la realizzazione del motore tradisce il livello economico della riproduzione: non è malissimo, ma alcuni particolari sono un po' troppo semplificati, e l'uso dei colori non è il massimo. Infatti, come nei vecchi modelli, gli organi meccanici sono per la maggior parte di colore bianco, essendo stampati sul fondo (bianco) del pianale, e risultano praticamente invisibili. Il blocco motore è in plastica nera, altre parti sono in argento, sono presenti alcuni cablaggi (non i cavi delle candele), ma l'attacco superiore delle sospensioni è appena abbozzato. Sicuramente, con un utilizzo accurato dei colori, l'insieme migliorerebbe (pane per bricoleur) ma è un po' poco per un modello moderno.

In compenso, il fondo è piuttosto dettagliato: pur essendo completamente carenato, si possono vedere i braccetti delle sospensioni, i tubi per il raffreddamento dei freni, gli alberi di trasmissione, le protezioni in gomma dell'asse posteriore. Bruttini i due perni bianchi per fissare il modello alla base, tipici delle realizzazioni di qualche anno fa (altra eredità dai modelli precedenti). Le ruote strette sono quelle tipiche delle gare su neve, e risultano abbastanza corrette.
In conclusione: vale la pena spendere oltre 100 euro per questo modello? Sinceramente, a meno che non siate dei fanatici della 205 T16 e per voi non esistano altro che i modelli apribili, diciamo proprio di no. Il suo prezzo corretto sarebbe quello al tempo proposto sul sito Norev, ovvero circa 80 euro. Peccato, perché con poche modifiche (cardini delle porte, qualche dettaglio in più ed un migliore uso dei colori per il motore e per gli interni) Norev avrebbe potuto offrire un modello di qualità analoga a quella, assai elevata, delle sue ultime proposte (una su tutte: la splendida Porsche 718 spider RS). Ai fanatici della T16 non resta che sperare in un colpo di fortuna o che, finalmente, Autoart, Almost Real e compagnia bella smettano di dedicarsi esclusivamente a Suv, Porsche e Lamborghini e si ricordino delle auto classiche...
Commenti
Posta un commento