60 anni di Fiat 850 coupé e spider
L'11 marzo 1965, al Salone Internazionale dell’Automobile di
Ginevra, nello stand Fiat facevano colpo le nuovissime 850 coupé e spider. La coupé
era figlia di un progetto interno ed era costruita direttamente dalla Fiat, che
riuscì a contenerne il prezzo sotto al milione di lire, decretandone il
successo tanto che nel giro di tre anni ne verranno prodotte 180.000.
La spider, disegnata da Giugiaro e prodotta da Bertone,
invece costava un milione e 50.000 lire. Sarà amatissima negli Stati Uniti dove
si lascerà baciare dal sole della California guadagnandosi il nomignolo di
“little Ferrari”.
Mercury, che a quell’epoca aveva iniziato a lavorare con
Fiat, dopo aver presentato la 850 berlina in contemporanea con l’auto vera,
produsse anche la coupé e la spider. Ne fece anche una simpatica scatola regalo
che spesso era usata come oggetto promozionale.
La Fiat 850 coupé nasceva da un progetto supervisionato da
Dante Giacosa, che diede precise istruzioni al Centro stile, guidato da Mario
Boano per ottenere una linea piacevole con addirittura 4 posti (quelli dietro un
po’sacrificati). Per non sforare il budget imposto, il contagiri era un extra a
pagamento.
Le versioni coupé e spider, rispetto alla berlina, avevano valvole più grandi e fasatura diversa dell’albero a camme, carburatore a doppio corpo e 4 condotti di scarico separati, così da ottenere una potenza di 47 cavalli e una velocità di “oltre 135 Km/h” per la coupé e 49 cavalli e 145 km/h di velocità massima per la spider.
Nel
1968 venne introdotta la “850 Special” che ereditava lo stesso motore della
coupé col quale la velocità massima passava a oltre 135 Km/h. Sul coupé e sulla
spider venne allora montato un motore di 903cc da 52 CV. Grazie alla migliore
aerodinamica dovuta alle modifiche in coda e al muso nella prova su strada il
coupé spuntò i 148 Km/h. Il muso era adesso fornito di 4 fari di diametro
diverso, mentre la spider manteneva i due proiettori però in posizione più
verticale.
I
modellini della Fiat 850 coupé abbondano perché il successo della piccola
sportiva non era sfuggito ai fabbricanti di modelli, cosicché perfino la Gama
in Germania ne aveva proposto una miniatura.
Quando
arrivò la seconda serie a quattro fari, fu di nuovo la Germania a tributarle un
omaggio, col modello Siku in 1:66 e, curiosamente, la spagnola Nacoral con una
riproduzione in 1:24 che reca proprio il marchio Fiat sul muso e non Seat come
sulla 850 coupé (1ª serie) che la stessa Nacoral aveva realizzato in 1:43.
Meno
comuni i modelli della spider, della quale abbiamo un’accurata (e piuttosto
rara) miniatura giapponese dovuta alla Yonezawa. Dopo anni dalla cessata
produzione della piccola Fiat, uscirono i modelli di Giocher e quelli di Norev,
che riprodusse la 850 spider in entrambe le serie.
Già al Salone di Torino del 1965, Abarth proponeva la versione della 850 coupé, che chiamò 1000 OT: motore di 982cc e potenza incrementata a 62 CV, con una velocità massima di quasi 160 Km/h. Per i più sportivi fu disponibile la 1000 OTR, dove la ‘R’ stava per la speciale testa radiale Abarth che alzava la potenza a 72 CV. Si distingueva per la vistosa presa d’aria sul muso, necessaria per raffreddare meglio il motore.
Al Salone di Ginevra del 1966 Abarth
presentò un mostro di potenza: la 2000 OT con potente motore da 185 CV delle
Sport-Prototipo. Fiat fu restia a concedere le carrozzerie per l’omologazione
(ne servivano 500) e la 2000 OT fu costruita solo in pochissimi esemplari (pare appena 5).
Da ProgettoK
abbiamo la OTR 1000 mentre Leoni, che ha curato un’iniziativa editoriale
dedicata alla Abarth, ci ha proposto la 2000 OT con la caratteristica ruota di
scorta che sporge dal muso.
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