70 anni di BMW Isetta
Cosa fosse di primo acchito era difficile da dire. Un'auto? Uno scooter coperto? Un uovo motorizzato? Un frigorifero su ruote (per
via dell’apertura frontale)?
Era invece l’auto che avrebbe salvato la BMW che – a
causa di scelte sbagliate con il lancio di auto di gran lusso in un mercato
ancora depresso dalle rovine della guerra – stava lentamente scivolando verso
il fallimento.
L’Isetta consentì alla Casa Bavarese di traghettarsi
verso auto popolari come la 700 o di classe media come la 1500, che l’avrebbero
riportata definitivamente in acque tranquille.
Non c’era nemmeno il tempo di progettarla e quando una
italianissima Isetta della Iso fu vista al Salone di Ginevra del 1954, fu amore
a prima vista.
La BMW rilevò l’intero progetto e tutte le attrezzature
per la produzione tranne il motore. La Isetta Italiana non ebbe nessun successo
commerciale e la cessione a BMW rappresentò un’ottima soluzione per entrambe le
aziende.
BMW modificò solo le sospensioni, i fari e sostituì il motore a 2
tempi ISO da 9,5 CV originale con un proprio monocilindrico a 4 tempi della
moto R25/3, di cilindrata similare, che arrivava a 12 CV.
Come nome venne scelto “250 motocoupé” ma la gente trovò
che Isetta era molto più simpatico e Isetta fu, anche se non subito,
ufficializzato anche da BMW.
Il successo fu immediato. Nel 1956 fu disponibile la
Isetta 300 con un CV in più e con una nuova fiancata dotata di finestrini ampi
e scorrevoli. Il precedente modello rimase in produzione fino al 1957 come
«standard» e poi tolto dal listino.
L’Isetta BMW fu costruita fino al 1961 superando le
161.000 unità.
Il progetto alla base dell’Isetta venne sviluppato dalla
Iso di Bresso (MI) a partire dal 1952. Metteva a frutto le capacità degli
ingegneri aeronautici Ermenegildo Preti e Pierluigi Raggi. Inizialmente pensata
a tre ruote, un incidente in fase di collaudo - con lo scoppio della ruota
posteriore - convinse la proprietà a volere 4 ruote, seppure con le due
posteriori ravvicinate. Una versione a 3 ruote fu realizzata da BMW per motivi
fiscali e di patente: le auto fino a 250cc e con 3 ruote potevano essere condotte
anche da 16enni privi di patente automobilistica.
La Iso Isetta fu presentata al Salone di Torino del 1953
e raccolse critiche favorevoli, ma il suo prezzo la poneva troppo a ridosso di
una buona Fiat 500 Topolino usata, che era considerata “più macchina” dagli
italiani. Non fu dunque un buon successo commerciale, arrivando a malapena a
1500 esemplari in due anni. Molto meglio si comportò la versione
camioncino/furgoncino, che non ebbe invece seguito nell’avventura tedesca con
BMW.
Dal punto di vista modellistico l’Isetta fu realizzata in
tutte e due le versioni BMW dalla Siku, con 2 modellini in scala 1:66 circa
molto belli, dalla Radar portoghese con un giocattolo di plastica molto
impreciso, dalla Spot-On, dalla Osul in scala 1:25 e dalla CH spagnola che riprodusse l’Isetta
italiana in versione berlina e camioncino.
Stop. Per molti anni rimase ignorata finché la passione
per le microvetture tedesche degli anni ’50 non fece tornare l’Isetta all’onor
del mondo e allora adesso ne possiamo contare parecchie, di cui vi mostriamo
una selezione.
Molto interessante è il modello in scala 1:12 realizzato
da Premium Classixxs che, nonostante la scala grande scelta, risulta di
dimensioni contenute perché l’auto vera si aggirava sui 2 metri e 25
centimetri. Premium Classixxs ha realizzato le due serie di Isetta, e ha
aggiunto un curioso terzo modello che disponeva di un curioso lunotto specifico
molto bulboso. Era stato approntato per le Poste tedesche, per la consegna dei
pacchi, e se il lunotto fosse rimasto quello di serie dietro al sedile di guida
ci sarebbe stato ben poco spazio. Questo delizioso modello è stato venduto
dalle Poste e corredato di un grosso pacco incartato e confezionato a dovere…
Commenti
Posta un commento