I promozionali americani in scala 1/25.
Nel 1934 per la Fiera Mondiale di
Chicago la Studebaker fece realizzare due modelli della nuova President: uno enorme,
in scala quattro a uno, con i paraurti che svettavano vicino alle teste dei
visitatori, e uno in scala 1:33, in metallo pressofuso con ruote di gomma che
veniva usato per pubblicizzare la vettura presso le famiglie e i bambini.
Nello stesso anno la National Products
presentava un promozionale della De Soto Airflow in gomma piena verniciata, in
scala più piccola (1:40 circa). L’anno successivo la Firestone, nota per gli
pneumatici, produsse una Ford Tudor 1935 in scala 1:40, anch’essa in gomma
piena verniciata.
Erano i primi di una lunga serie di
promozionali che avrebbero trovato grande mercato nell’immediato dopoguerra,
passando alla scala 1:25 più adatta ad appagare l’occhio.
Marchi come Banthrico, National
Products, AMT, Master Caster e poi più tardi Authenticast, MPC e Johan
divennero leggendari.
I primi modelli erano in pressofusione, sempre verniciati nelle tinte delle auto vere: servivano ai dealer per mostrare i colori disponibili dell’auto vera. Si potevano anche acquistare: la maggior parte costava appena 25 ¢ents!
Le due
prime marche di promozionali furono la Banthrico e la National Products,
quest’ultima responsabile della Studebaker accennata prima, e produttrice anche
di una Buick Limited nel 1939. Nel 1940 venne assorbita dalla Banthrico, ma
continuò a produrre promozionali col proprio marchio fino al 1951.
I modelli
in metallo avevano una fusione a guscio con gli assi trattenuti all’interno con
ruote generalmente di gomma piena (all’inizio) e poi migliorate con gomma e
cerchione. La parte esterna ben realizzata non disponeva di finestrini
trasparenti: questi erano lasciati in metallo grezzo oppure verniciati in
argento o in altri colori contrastanti (azzurro o crema).
La
Banthrico di Chicago era già nota per i suoi salvadanai, pertanto ciascuno dei
suoi modelli presentava un telaio imbullonato al modello con uno sportello
fornito di chiave. Sulla scocca era presente una fessura per introdurre le
monete cosicché l’azienda non veniva meno alle sue origini e ogni modello
poteva funzionare egregiamente da salvadanaio.
Quando la Banthrico passò alla
plastica, i suoi modelli potevano avere finestrini aperti o chiusi con plastica
trasparente, ma erano privi della funzione di salvadanaio.
La ricca storia della AMT, Aluminium
Model Toys, prese avvio circa 80 anni fa nel Michigan. Il nome sta ad indicare
una produzione di giocattoli in alluminio pressofuso e almeno all’inizio fu
così. Il titolare cominciò a lavorare su uno stampo di una Ford 1946 ricavato
da un giocattolo danese, quando ebbe una idea grandiosa: adattare il modello
alla Ford 1948, che non era molto diverso, fonderlo in alluminio, verniciarlo
nelle tinte dell’auto vera e disporlo in ogni concessionaria Ford. La cosa
diede inizio a una ricca attività.
Per ragione dei costi, tuttavia, già
nel 1949 la AMT passò alla plastica, tradendo così il suo nome originario, ma diventando
uno dei più prolifici produttori di modelli promozionali della sua epoca.
Peccato che alle volte venisse usata una plastica poco stabile che si deformava
da sola.
In quegli anni (tra il 1948 e il 1952)
operavano anche la Master Caster che si era specializzata in promozionali per
Packard e Hudson, e la Al-Toy che produceva Jeep in scala 1:25.
La Johan era più recente, avendo
iniziato a produrre giocattoli in plastica nel 1947 col nome Ideal Toy Company.
Un modello della trasmissione Fluid-Drive le aprì le porte per commesse di
promozionali, che iniziò a produrre a partire dal 1955. Il proprietario, John
Hanael però, cambiò il nome aziendale (che, usato da più di un fabbricante, poteva
generare confusione), in Jo-han (poi Johan) utilizzando alcune lettere del suo
nome.
Praticamente nessun fabbricante
straniero propose dei modelli promozionali in scala 1:25 ad eccezione della
Volkswagen, che nel 1958 ne fece realizzare due dalla P.M.C. (Maggiolino 1200 e
Karmann-Ghia coupé).
L’esperienza non fu ripetuta fino al
1998, quando commissionò alla Revell un promozionale del New Beetle.
A causa dei costi sempre più elevati
per la costruzione degli stampi, le aziende cominciarono ad essere in affanno
negli anni Settanta e l’ultimo Johan promozionale risulta una Chevrolet del 1979.
Fra le marche minori ricordiamo l’Authenticast,
che aveva esordito nel 1961 producendo qualche modello promozionale in
pressofusione, in particolare una Jeep Station Wagon e una Jeep FC-150 in scala
1:25, ma terminando presto questa strada per passare a produrre mezzi militari
pressofusi della II guerra mondiale in 1:120 circa.
L’epopea dei promozionali in scala 1:25
iniziò l’estinzione alla fine degli anni Settanta. Verso la fine del decennio
sopravvivevano in genere auto sportive come Corvette, Mustang, Firebird e pochi
altri modelli che potevano essere sfruttati per la vendita ai bambini a prezzo
più che accettabile. Ai primi degli anni Ottanta la Ford fece produrre i suoi
promozionali in Oriente: la UMC era un’azienda di Hong Kong che aveva avuto
l’incarico di riprodurre la Mustang del 1981, ma la qualità complessiva del
modello era lontana da quella degli originali americani. Forse uno degli ultimi
sussulti si ebbe con la Chrysler Laser XC del 1984, riprodotta in Corea per
conto dell’americana GCG Associates Inc. ma era un modello abbastanza goffo, in
scala un pochino più grande (circa 1:23) e con i finestrini di plastica opaca
nera, che risolvevano il costo supplementare degli interni che così si potevano
evitare.























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