1955 – La breve corsa della LANCIA D50
L’euforia delle vittorie conseguite con le sue D23 e D24,
prima tra tutte la Carrera Panamericana, spinse Gianni Lancia – grande appassionato
di corse – a puntare sulla Formula Uno, investendo grandi risorse di denaro che
finirono col mettere in difficoltà le finanze della sua fabbrica. Anche il contratto
con i piloti Ascari e Castellotti, che soffiò a Ferrari che avrebbe voluto
averli nella sua scuderia, era principesco, per l’epoca.
La vettura fu sviluppata a partire dal 1953 da Vittorio
Jano: il motore era un 8 cilindri a V di 2485cc (con qualche piccola variazione
tra un motore e l’altro), con potenza di 250 CV all’esordio e poi di 265 a
8500giri/min. Era un gran bel motore che non diede mai una noia. Era montato in
posizione obliqua per far passare l’albero motore a lato delle gambe del
pilota. Il cambio posteriore a 5 marce era trasversale con sospensioni a ponte
De Dion, il tutto su una leggera intelaiatura di tubi che aveva come
particolarità i due serbatoi esterni che collegavano aerodinamicamente le ruote
anteriori alle posteriori. Questi davano grande stabilità a pieno carico, ma
creavano qualche difficoltà mano mano che si svuotavano. Con queste soluzioni la
Lancia arrivava anche a 300 all’ora a seconda del rapporto finale.
In tutto la D50 pesava a vuoto 620 Kg, contro i 690 delle
Mercedes (720 se carenate), e meno anche di Maserati (670) e Ferrari (640).
Nel 1954 la vettura appare pronta e si vorrebbe debuttare
al G.P. di Francia del 4 luglio: i collaudi iniziano sulla pista dell’aeroporto
di Caselle a febbraio, ma la messa a punto è lunga. Si deve anche saltare
Monza, dove le D50 segnano tempi sul giro di 3 secondi inferiori alle Mercedes
carenate e si va al debutto al circuito di Barcellona partendo in “pole” con
Ascari, che si ritirerà al 9°giro. Nessuna Lancia si posizionerà ai primi posti
all’arrivo.
A Gennaio 1955 la D50 debutta per la stagione Formula 1
dall’inizio, con il G.P. d’Argentina ma Ascari, dopo aver lottato per il primo
posto al 22°giro esce di strada. Il 27 marzo ha luogo il G.P. del Valentino.
Una gara che non concorre al Mondiale ma dove le Lancia D50, messe a punto per
un circuito lento di tipo cittadino conquistano il 1° posto con Ascari, e il 3°
e 4° con Villoresi e Castellotti.
C’è poi il G.P. di Pau in Francia, di nuovo non valido
per il mondiale, ma con un 2°posto per Castellotti dietro a Maserati, e con
Ascari 5°. Al G.P. di Napoli, di nuovo prova non valida per il mondiale, vince
Ascari su D50.
Al G.P. di Montecarlo a causa del bloccaggio di un freno
Ascari finisce nell’acqua ma senza danni alla persona. Vince Trintignant su
Ferrari ma Castellotti è 2°. Le D50 dunque vanno molto bene.
Il 26 maggio Ascari muore in un incidente mentre provava
una Ferrari. La squadra Lancia è traumatizzata, ma nonostante tutto
tenta ancora di giocare una carta al G.P. del Belgio, dove tuttavia Castellotti
si ritira al 36°giro per rottura del cambio.
Non c’è più lo stato d’animo giusto per continuare e i costi della Formula 1 si rivelano veramente insostenibili. Il 26 giugno 1955 con una mesta cerimonia tutto il materiale da corsa della Lancia viene ceduto alla Ferrari, che si ritrova una squadra di ottimo livello e un motore eccezionale.
La D50 corre dunque la stagione 1956 col marchio Ferrari e alcune
modifiche: il serbatoio passa dietro al sedile del pilota, le carenature laterali
formano un tutt’uno con la carrozzeria e gli scarichi degli 8 cilindri (4 per
parte) passano ai lati della vettura.
La bontà del progetto di Jano darà alla Lancia-Ferrari
D50 la sua rivincita vincendo il mondiale di Formula Uno nel 1956.
La Mercury ci ha donato il ricordo della Lancia D50 in
contemporanea con l’auto vera poi un lungo silenzio, interrotto con un modellino
per una iniziativa editoriale di Fabbri, quindi dalle Lancia-Ferrari D50 di
Brumm. Per la verità una Lancia-Ferrari slot-car della Strombecker era già
apparsa in pubblico a fine anni’50, poi però per avere un modello di fattura
eccezionale bisognerà attendere la fantastica D50 della CMC in 1:18, una
miniatura costosa ma che vale ogni euro speso.
In scala piccola (1:87) la Wiking ci aveva fatto un
pensierino: lo testimoniano due master esposti al museo, uno in legno grezzo, l’altro
rifinito e verniciato.
Per consolarci possiamo acquistare il modellino di
Officina 942, che però è un po’ più grande (1:76), ma abbinabile allo splendido
autocarro Esatau della Squadra Lancia.



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