La Bentley S Continental del 1955
Nel 1949 La Bentley Type-R fu la prima con carrozzeria in
acciaio offerta direttamente dalla Casa. Era praticamente identica alla
Rolls-Royce Silver Wright ed era disponibile naturalmente anche come chassis
che il cliente poteva farsi allestire dal carrozziere di fiducia. Una delle più
belle carrozzerie fu la Continental di Mülliner, massiccia ma anche slanciata:
fu per breve tempo l’auto più costosa al mondo.
Nel 1955, in conseguenza del lancio della Bentley S-Type,
gemella della Rolls-Royce Silver Cloud, la vettura fu offerta anche come un
elegante coupé allestito da Mülliner. Meno massiccia e flamboyant della
corrispondente Continental su telaio Type-R, manteneva intatta tuttavia
l’eleganza very british che il cliente sportivo si aspettava da una
Bentley, anche se non aveva un solo cavallo in più della berlina: il 6 cilindri
di 4,9 litri sviluppava poco meno di 180 CV.
La Continental fu offerta dalla Corgi Toys con un
pregevole modellino, molto innovativo per l’epoca: aveva i fanali che
brillavano grazie a due gemme strass incastonate nei proiettori, a cui
si aggiungevano 4 gemmine rosse per le luci posteriori. Aveva il cofano del
bagagliaio apribile che rivelava la ruota di scorta (estraibile) e davanti le
ruote erano sterzanti.
Come spesso accadeva a quell’epoca, una copia in scala
1:20 circa fu fatta a Hong-Kong, con motore a frizione e bagagliaio apribile. A
differenza del Corgi Toys che sfoggiava indovinate soluzioni bicolore, il
modello TAT/Telsalda era in plastica non verniciata, così come una copia appena
discreta realizzata in Austria dalla Roco.
La Spot-On dal canto suo preferì riprodurre la S-Type
Continental in versione berlina a 6 luci, con un pregevole modello privo di
aperture in scala 1:42.
Al momento nessun produttore ha più riprodotto la
Continental coupé, ma occorre ricordare un eccellente berlina serie S-III in
scala 1:43, da parte di Matrix. La più evidente differenza delle S-III rispetto
ai modelli precedenti consisteva nell’adozione di quattro proiettori.
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