Auto giocattolo austriache

Uscito nel 2022 ma ancora disponibile presso l’editore Hollinek (www.hollinek.at), abbiamo il piacere di presentare un libro di grande fascino. 

La copertina del libro (ISBN: 978-3-85119-389-3)

Vuoi perché di modelli austriaci oltre a quelli della Roco conosciamo pochissimo, vuoi perché questo libro riserva diverse sorprese interessanti anche per gli italiani.

I militari ROCO-Minitanks in scala H0 erano abbastanza noti in Italia

Intanto ha dimensioni 21,5x21,5 e contiene, sotto la copertina rigida, ben 204 pagine riccamente illustrate a colori. L’autore Marco Annau, collezionista e musicista a Vienna non trascura marchi noti, poco noti e produzioni artigianali, e dedica anche molte pagine a modelli promozionali realizzati in Austria o specificamente per il mercato austriaco. Ci aiuta per leggerlo il testo bilingue in inglese.

Scopriamo così che la Semperit, produttrice di pneumatici, aveva realizzato negli anni Trenta 5 giocattoli di gomma nelle fattezze di auto austriache, o che la stessa Steyr produttrice di camion e trattori avesse fatto realizzare nel 1968 tre modelli all’incirca in scala 1:43, due trattori e un autocarro a tre assi della serie 90.

Meno note erano certe copie Siku della Roco, in 1:66 come la DKW Junior

Che la Kleinbahn, molto nota per i trenini, avesse cominciato con un monopattino di legno e che la marca di caffè Korona avesse fatto realizzare piccoli giocattoli (dapprima di latta poi di plastica) per i bambini quando le madri compravano i loro prodotti.

Autocarro Ford 3500 del caffé Korona-Imperial, su base Roco 1:87
Porsche 356 Korona (con scritta sul tetto), scala 1:87
Steyr-Fiat 1400A Korona, 1:87
Sopra e sotto: Steyr-Puch 650 marca Gowi, scala 1:30 circa

Dumper Hans Weihs & Co., identico a un giocattolo della ILCA di Cremona

Quindi scopriamo che il nome Minobus che noi italiani associamo al filobus prodotto dalla Rivarossi negli anni Cinquanta, derivava direttamente (nome compreso) dal brevetto del 1947 del viennese Karl Kreibich. Costui non riuscì a portare la sua creazione a livello industriale e nel dicembre 1948 cedette l’uso del brevetto, per 1000 scellini, alla Rivarossi che, modificando solo la carrozzeria del veicolo per riprodurre fedelmente un filobus Alfa Romeo T110AF, lo mise in vendita successivamente.

Disegno illustrativo del sistema Minobus
Il filobus Minobus allo stadio di prototipo
Il filobus Alfa Romeo della Rivarossi: si noti la scritta Minobus sulla scatola
Il filobus Rivarossi con ambientazione stradale e due Pocher in 1:80

Dulcis in fundo un’ultima scoperta che riguarda nuovamente noi italiani: il modellino della Fiat 124 Mercury era venduto in Austria con una scatolina speciale che portava i marchi Steyr (che allora collaborava con Fiat per l’importazione delle auto).

La speciale scatola austriaca per la Fiat 124 della Mercury







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