IMPY: piccoli modelli inglesi
Il nome completo di questa serie di modelli sarebbe: «Lone Star Roadmaster Impy Super Cars»; nessuna sorpresa che tutti la chiamino semplicemente “Impy”, dimenticando anche il nome della casa madre Lone Star.
Questi modelli furono voluti sull’onda del successo che aveva arriso alla serie 1-75 della Matchbox, solo che vennero realizzati in una scala più uniforme e più vicina a quella dei contemporanei Siku. Per renderli più attraenti inizialmente erano interamente apribili, dotati di fanalini anteriori realizzati con piccole gemme «strass» e alcuni erano anche forniti di sterzo.
La prima serie di otto modelli fu lanciata nell’agosto 1966, ed era composta da automobili in scala 1/58-66 e veicoli commerciali in scala più piccola. Il primo modello in assoluto fu una Jaguar Mk.X.
Nella serie era compresa anche una Chrysler Imperial hardtop a 2 porte, vettura imponente che – purtroppo – nella serie risultò fra le più piccole, essendo in scala 1/73.
Diverse altre vetture erano studiate per i mercati di esportazione, come la Fiat 2300S coupé e l’Alfa Romeo Giulia 1600 spider o la francese Peugeot 404.
Alcuni modelli
erano offerti in versione polizia o, come nel caso del Samba Bus della
Volkswagen, anche come ambulanza. Interessante che su questo modello fossero
stati rifatti anche gli interni e non solo aggiunto il lampeggiante esterno.
Purtroppo per la serie Impy, il 1967 fu l’anno cruciale dell’introduzione delle Hotwheels della Mattel, che rivoluzionarono (purtroppo in negativo) il mercato di questi piccoli modelli. Gli Impy rimasero invendute nei negozi, a fronte della grande richiesta delle Mattel, e la Lone Star dovette correre ai ripari: o adeguarsi o chiudere. Inizialmente si tentò di combattere la concorrenza introducendo su alcuni modelli battezzati ‘Impy Flyers’ con un piccolo motore a retrocarica, ma poi convertì entro il 1969 tutta la produzione alle ruote veloci per fronteggiare la concorrenza delle Hot Wheels. Gli autocarri invece furono raggruppati insieme e denominati “Lone Star Commercials” che, insieme ai ‘Flyers’, rimasero in catalogo fino al 1976, quando furono sostituiti da una grezza e insignificante serie di macchinine nuovamente denominate ‘Impy’, semplificate e senza interni (per mascherarne l’assenza i vetri erano in plastica nera).
Blister della Peugeot Flyer per il Giappone (con marchio Modern Toys in basso)
Fra i
‘Flyers’ va ricordata la inedita Vauxhall Firenza coupé, realizzata
congiuntamente con la marca inglese per scopi promozionali in tutte le tinte
dell’auto vera e poi messa in commercio con colori diversi: ciò rese la prima
tiratura assai rara e pregiata.
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