C'era una volta la INGAP

INGAP è il produttore italiano che si è fatto più conoscere al mondo per la sua vasta produzione di giocattoli, che veniva esportata in moltissimi Paesi, grazie ai suoi prezzi più economici di quelli di provenienza tedesca.

Cartolina con immagine della fabbrica e logo d'anteguerra

Nel 1919 nasceva la Fiera di Padova, da subito con il carattere di Fiera campionaria, una delle prime al mondo. Già alla seconda edizione, nel 1920, l’industriale Pietro Zinelli presentò per la prima volta la sua azienda, fondata un anno prima col nome di I.N.G.A. (Industria Nazionale Giocattoli Automatici) a cui, nel corso dello stesso anno, aveva aggiunto una ‘P’ di Padova.

Auto da corsa Diana del 1926
Trenino a molla da tavolo, anni venti circa
Vettura torpedo
Splendido trimotore (con una sola elica mossa da motorino a molla)

A quell’epoca l’industria del giocattolo in Italia non era molto sviluppata e le aziende che trattavano la lamiera per produrli ancora meno: era un materiale considerato di pregio e di alto costo, perché in gran parte importato.

Bella locomotiva tipo FS 640, però marcata 68001, venduta senza tender
Ingap "Balilla", con nessuna somiglianza con la Fiat 508 "Balilla"
Questa berlina con luci è più somigliante alla Fiat 508
Grande berlina aerodinamica, vagamente ispirata dalla Fiat 1500
Buona riproduzione della vera locomotiva FS 690, ma venduta senza tender
Torpedo e auto da corsa della serie Mignon, più o meno in 1:87
Nella serie Mignon c'era anche un tram e un locomotore tipo FS 550

Di tutte le industrie italiane del giocattolo, l’INGAP è quella di maggior successo e che è durata più a lungo. Forse anche grazie all’apporto dei nobili Anselmi e della famiglia Casale che affiancarono lo Zinelli a partire dal 1922, così da crescere dai 20 addetti iniziali del 1920 ai circa 600 del 1938.

Ingap motocarrozzella 1932 (foto per gentile concessione Little Nemo)
Sopra e sotto: due versioni dell'Auto da Gran Premio del 1939
Ingap 960, berlina sportiva lunga 19 cm.

La produzione spaziò in ogni campo: dai secchielli agli aeroplanini, dai pupazzi meccanici alle carrozzine per bambole, dai trenini a molla ai mobili per le case di bambole.


Fogli di cataloghi anteguerra con cucine per le bambole e trenini


Autocorsa da Gran premio nella versione prodotta fino al 1949

E naturalmente una notevole mole di auto, veicoli industriali e mezzi militari in latta, molti con meccanismo a molla. Rispetto a tante produzioni straniere i giocattoli INGAP sfoggiavano colori brillanti e piacevoli che ne decretavano il favore del pubblico infantile.

Negli anni ’30 la INGAP si era perciò conquistata un posto accanto ai “mostri sacri” di Norimberga, esportando nel Nord e nel Sud America come nel resto d’Europa e, grazie alla presenza italiana nelle colonie, anche in Africa.

Carro armato (o autoblindo) del 1936
Autocannone
Treno militare: sui vagoni un carro armato e un'auto tipo Fiat 1500
Ambulanza militare
Cannone (foto Bolaffi)

Nel 1938 la fabbrica INGAP aveva raggiunto i 18.000m2 e in catalogo aveva circa 400 articoli diversi, con o senza movimento meccanico. Durante la guerra ovviamente la produzione venne orientata al sostegno militare e dunque al materiale bellico, ma nonostante le restrizioni sui materiali, una piccola quantità di giocattoli continuò ad essere realizzata, almeno fino all’occupazione da parte degli Alleati, che utilizzarono la INGAP come deposito.

Giostra del 1947, molto bella ma costosa ai suoi tempi

Nel dopoguerra l’azienda rinacque con difficoltà, ma riprese con vigore almeno fino al 1952, quando morì Anselmo Anselmi. Dopo alcuni giocattoli di buona fattura apparsi negli anni Cinquanta, nel decennio successivo la produzione di automodelli diventò meno interessante e l’arrivo della plastica segnò il definitivo tramonto del giocattolo di latta.

Bellissimo triporteur "Grandi Magazzini" 1948
Molto usati in italia erano i motocarri, di cui Ingap ci propone un modello
L'Alitalia avrebbe dovuto davvero avere i Constellation, come questo di Ingap
Auto Fiat 1400: esiste in molti colori e anche cromata
Curiosa berlina cromata di fantasia ma simile alla Fiat 1400 già in catalogo
Autocarro della polizia Celere, con soldatini
Sopra e sotto: auto della serie 700
La serie comprendeva un simpatico furgone con decal Ingap
Auto tipo Mille Miglia, ispirata alle Stanguellini dell'epoca
Piuttosto rara è la Vespa, con personaggio

La INGAP sembrava non riuscire ad adattarsi al nuovo materiale e i modelli si fecero approssimativi, economici e di scarso “appeal”. Il declino continuò finché nel 1972 venne assorbita dalla Eurotoys.

L'Alfa Romeo Giulia berlina, uscita con il marchio Eurotoys

Fra i giocattoli va ricordata, poco prima della II Guerra Mondiale, una notevole auto da corsa “Grand Prix” che reggeva il confronto con i migliori giocattoli. In quel periodo andò aumentando il numero di giocattoli militari: si andava purtroppo avvicinando la guerra, quella vera.

Nel dopoguerra ricordiamo due versioni della celebre Vespa e vari giocattoli di ottima qualità. Addirittura nel 1951 la INGAP studiò il primo modello radiocomandato al mondo. Progettato da Antonio Vicentini, usava un ricevitore d’impulso (coherer) che era una apparecchiatura elettromagnetica del tipo usato da Guglielmo Marconi per far suonare a distanza il suo famoso campanello. Si trattava di un circuito nel quale le variazioni di conducibilità elettrica davano impulso ad un motorino, sempre sviluppato dalla stessa INGAP, che forniva propulsione alle ruote e il movimento di sterzo. L’elettronica di quei tempi non era ancora alla portata dei comuni giocattoli e questa era una valida soluzione alternativa. Nel 1955 quest’apparecchiatura fu utilizzata per una grossa vettura in plastica, bicolore lunga 34 cm, che precorreva di anni analoghi modelli di produzione giapponese. Purtroppo il costo elevato e l’estetica infelice non giovarono al modello che rimase un caso isolato.

L'auto radiocomandata Ingap, con passo lunghissimo e ruote un po'piccole

Nel frattempo la concorrenza dei giocattoli giapponesi si faceva sentire molto forte e negli anni successivi INGAP si dedicò alla produzione di giocattoli in latta sempre più economici e per lo più di fantasia. Iniziò quindi il passaggio alla plastica, materiale che la INGAP stentava ad impiegare, forte della sua lunga esperienza con la lamiera.

Auto da corsa o da record della Ingap
Coloratissima autocisterna Shell
Stessa cabina per l'autoscala dei pompieri
Una scatola con camion e auto di plastica
Bisarca trasporto auto con cabina che ricorda gli OM Orione del tempo

Fra i primi modelli di plastica ci fu una serie di auto e autocarri in scale comprese fra l’1/76 e l’1/100, di qualità e fattura modesta, disponibili in una scatola con 12 pezzi assortiti oppure venduti sfusi nelle cartolerie per il prezzo modesto iniziale di 10 lire ciascuna, poi elevato a 20.

Blister con modelli militari in scala '00'
Rolls-Royce, Chrysler e Traction Avant della serie in scala '00'
In rappresentanza della Germania la Mercedes-Benz 300SL e la Volkswagen
Il camion civile e quello militare sono molto simili, ma di dimensioni diverse
Bellissimo blister completo di aerei civili e militari, realizzati in plastica
Il Fiat G-91 della serie aeronautica, scala 1:144 circa
Sopra e sotto: scatola completa del treno Canadian Pacific, di bassa qualità

Degli anni ’60 ci restano le famose serie composte ciascuna da 5 automobili Fiat in scala 1/32 in plastica colorata o talvolta verniciata, denominate 701, 702, 703, 704 e 705. Si trattava di riproduzioni semplici, ma fedeli nella linea, e che con pochi ritocchi si potevano trasformare in eccellenti miniature. Furono prodotte fra il 1960 e il 1964. Molti di questi modelli furono usati per scopi promozionali dalla Achille Brioschi di Milano, che le utilizzò come premi per una raccolta punti. Le Brioschi erano inscatolate singolarmente in artistiche scatole di cartone.

Auto da corsa della serie in scala 1:32 circa, di plastica
Sopra e sotto: due diverse scatole della serie Fiat, con 5 modelli ciascuna

Fiat Balilla Sport tipo Coppa d'Oro, scala 1:32
Fiat 1500 in scala 1:32. La mascherina è stata ritoccata in argento
Per molto tempo la Ingap fu l'unica buona riproduzione della Fiat Turbina
Gruppo di 4 Fiat inscatolate singolarmente per la promozione Brioschi

Anche la serie in scala piccola fu rinnovata completamente. La nuova scatola 2020 conteneva 10 modellini assortiti in scala molto vicina all’1/87, ed erano presenti anche alcune interessanti auto americane, commerciate negli USA dalla AHM.

Ford Falcon & Chevrolet Corvair, due compatte in scala 1:87
La Fiat 1500 spider in una confezione venduta negli USA dalla AHM
Lancia Flavia, della serie 2020 in scala 1:87

All’inizio degli anni ’60 comparve una serie di auto “utilitarie” in scala 1/24, che comprendeva l’Autobianchi Bianchina, le Fiat 500, 600 e 600 Multipla, la Innocenti Austin A40, la Dauphine, la Ford Anglia, il Maggiolino e la VW 1500, tutte fornite di motore a frizione poco performante.

La Volkswagen 1200 con la bella scatola decorata di 1°tipo
La Volkswagen 1500
Fra gli ultimi Ingap questo OM Leoncino, con cassoncino di latta

Fra gli ultimi modelli della INGAP ricordiamo due serie in plastica uscite nel 1963 in scala 1/43: una era composta da 6 berline (Alfa Romeo Giulia, Citroën DS19, Fiat 1300, Ford Taunus 17M, Mercedes-Benz 220, Rolls Royce Silver Cloud); l’altra da 5 monoposto da corsa, più una Ferrari Sport. Anche in questo caso si trattava di miniature di fattura semplice e scarso interesse collezionistico.

Alfa Romeo Giulia della serie in 1:43
Citroën DS 19
Fiat 1300/1500
La Ferguson F.1 della serie di auto da corsa

Curiosamente, uno degli ultimi pezzi marcati INGAP (ma già uscito sotto la Eurotoys), fu un’Alfa Romeo Giulia lunga 30 cm realizzata con lo storico lamierino.

La INGAP chiuse definitivamente nel 1972.

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