SPOT-ON – tanti modelli in appena 10 anni
La Spot-On è una marca strana, vissuta per un decennio e poi tornata nell’oblio. A suo tempo non capitava spesso che i suoi modelli venissero regalati ai bambini (anche perché erano sempre un po’ più cari di un modello Dinky o di un modello Corgi).
Solo i collezionisti erano
attirati da queste miniature un po’ più grandi del normale (si tenga presente
che spesso i Dinky e i Corgi erano più piccoli dell’1:43 classico), e
faticavano anche a trovarli, vista la loro scarsa diffusione in Italia.
Si tratta di una nuova marca di modelli pressofusi, lanciata nel 1958 dalla Triang, che faceva parte del prolifico gruppo Lines Bros che produceva giocattoli dal 1935. I modelli erano fabbricati a Belfast, nell’Irlanda del Nord, a partire dal 1959 e avevano come caratteristica peculiare la scelta della scala 1:42, rigidamente mantenuta anche sui veicoli industriali, che risultavano perciò enormi se confrontati con un contemporaneo modello della Dinky Toys. All’epoca gli altri costruttori avevano la tendenza a ridurre alquanto le dimensioni di autocarri e autobus, passando all’1:50 quando non a scale addirittura più piccole.
Gli Spot-On erano
anche di pregevole fattura, in particolare i cerchioni delle ruote:
impressionante, per il 1963, il famoso autobus londinese AEC Roadmaster che,
dall’alto della sua scala 1:42, faceva letteralmente scomparire le piccole
riproduzioni in scala 1:76 circa della Dinky e della Corgi. La Spot-On aveva in catalogo anche un ricco
assortimento di accessori (strade, case, stazioni di servizio, segnali
stradali, ecc) che consentivano ai ragazzini di costruire una piccola città.
Tutti i modelli hanno avuto fin dall’inizio i vetri di plastica trasparente e
la riproduzione degli interni.
La Ford Zodiac,
che fu il primo modello presentato in assoluto, era disponibile anche in una
versione con i fari che si accendevano a pila.
I modelli
Spot-On, per potersi affermare sul mercato domestico, riprodussero quasi esclusivamente
auto inglesi e questo, insieme al prezzo più elevato rispetto ai modelli della Dinky e della Corgi,
ne frenerà la diffusione, in particolare al di fuori delle isole britanniche.
Al prezzo concorreva anche la scelta di vendere i modelli con tinte diverse, un po’ come aveva fatto la Mercury in Italia: per certi modelli si contano fino a 8 o addirittura 16 colorazioni differenti. Standardizzando la verniciatura con una o due tinte al massimo come facevano Dinky e Corgi, sicuramente si realizzava un certo risparmio.
Vendute
inizialmente in scatoline anonime, poi cambiate con quelle azzurre con il
disegno del modello e lo sfondo tipo carta millimetrata, la Spot-On fu
probabilmente la prima a introdurre, in seguito, le scatole a vetrinetta. Così
come fu la prima a riprodurre il tettuccio apribile scorrevole (su Volvo Amazon
e Ford Consul 315). I suoi modelli avevano spesso dei personaggi, seduti dentro
oppure inclusi nelle scatoline, particolarmente nelle scatole regalo con due o
più modelli.
Sul finire del
1964 uscì il primo modello di una serie storica, nata sull’onda del successo
dei Corgi Classic: era una Morris Cowley “Bullnose” del 1923, un modello
costoso che non piacque perché, ad eccezione del corpo della carrozzeria, era
realizzato in plastica. Era dotato di sospensioni, rese più rigide di quelle
dei normali modellini moderni, per imitare le tipiche caratteristiche delle
sospensioni a balestra delle auto d’epoca. Alla Bullnose seguirono una Bentley
Le Mans del 1927 e una MG Midget del 1935, dopodiché, causa anche le difficoltà
in cui cominciava a versare l’azienda, la serie antica non venne ulteriormente
sviluppata.
Particolarmente
bella (e costosa ai suoi tempi) fu la Rolls-Royce Phantom V della Casa Reale
inglese: il modellino aveva il bagagliaio apribile, il dispositivo per
accendere le luci e, soprattutto, le figure della Regina Elisabetta e di
Filippo di Edimburgo all’interno, riproduzione in seguito non consentita alla Dinky Toys,
quando presentò la sua versione della Phantom (che, però, era quella con carrozzeria di serie
prevista a listino dalla Rolls-Royce).
La produzione andò avanti fino al 1968, anno in cui uscirono la Morris Minor e la Volkswagen 1500 Variant, entrambe per la prima volta nella più accettata scala 1:43. La Volkswagen 1500 denota come il fabbricante fosse in evidenti difficoltà: per economia il fondino non era verniciato e il portello posteriore apribile, privo di cerniere, era una semplice espansione della plastica bianca flessibile degli interni.
Nello stesso anno un incendio pose fine alle operazioni in Irlanda del
Nord e la produzione fu trasferita in Nuova Zelanda, sia pure limitatamente a
16 dei modelli più recenti. Ne furono annunciati altri (fra cui la già citata
Morris Minor 1000 e la Mercedes-Benz 230 SL) che tuttavia non arrivarono allo
stadio di produzione. I modelli neozelandesi, oltre ai colori spesso diversi da
quelli della produzione inglese, avevano una scatola in cui il giallo era il
colore predominante.
Proprio in quel
periodo erano pronte 6 nuove miniature di auto americane, con le quali la
Spot-On avrebbe voluto tentare la carta dell’esportazione negli Stati Uniti.
Gli stampi però furono trasferiti a Hong Kong e prodotti come Dinky Toys, di
cui la Triang era nel frattempo diventata proprietaria.
Nella sesta
edizione (la penultima) del catalogo Spot-On fecero la comparsa alcuni modelli
in scala 1:32 chiamati Magicar, costituiti da un unico telaio motorizzato con
carrozzerie intercambiabili, di plastica. I modelli erano anche confezionati in
scatole Spot-On che ne contenevano uno completo oppure un telaio con le tre
carrozzerie: Rolls Royce Silver Cloud Mk.III, Bentley S3, Jaguar Mk.10. Al
gruppetto si aggiunse una Batmobile, una Ferrari 500 Superfast e un veicolo dei
pompieri. Si trattava di modelli non particolarmente fedeli, che avevano la
caratteristica di partire e fermarsi semplicemente toccandoli sulla carrozzeria
(da qui il nome Magicar). Furono travolti dalla scomparsa della marca e oggi,
pur essendo abbastanza rari, sono considerati più che altro una curiosità.
Il marchio Spot-On è stato rilevato da Norev, che al Salone del Giocattolo di Norimberga del 2008 ha presentato la prima riedizione di un modello della casa inglese: la Jaguar XKSS del 1957, identica anche nella scala 1:42 a quella originalmente prodotta dalla Spot-On, ad eccezione dei cerchi delle ruote, realizzati a raggi stampati anziché a disco cromato. Sono state realizzate anche la MGA, la Triumph TR3, l'Austin Healey 100 six e un autocarro Ford Thames, ma – pare – che la serie non è stata particolarmente bene accolta dai collezionisti e l’annunciata Rover 3 litri sembra non sia mai uscita.
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