RIO – La storia dell’auto in miniatura
La Ditta fa risalire le proprie
origini alla “Fratelli Tattarletti” di Cernobbio del 1952 e ancor più alla
“Stampoplastica” del 1961, che produceva stampi e parti in plastica per molte
aziende, che andavano dalla produzione di tacchi per scarpe da donna agli
stampi per la Rivarossi, comprese le grosse Fiat 600 e 500 in scala 1:13.
Nel 2004 il marchio in difficoltà fu
rilevato dal gruppo M4 di cui fanno parte la Best e la Art Model insieme agli stampi la cui produzione inizialmente fu ridotta a pochi
modelli soltanto. Gradualmente l’offerta è aumentata e oggi, assieme alle
novità, il gruppo M4 raffina e rimette in produzione molti vecchi stampi Rio,
talmente perfetti da sopportare agevolmente il passare degli anni, limitandosi
ad aggiornare alcuni particolari usando colorazioni più realistiche rispetto
agli originali. Molti modelli Rio avevano in effetti colori attraenti ma non
molto adatti per auto della loro epoca, che erano sicuramente meno
sgargianti.
Fra gli ultimi modelli usciti c’è la
seconda serie della Fiat 128 berlina, un moderno cavallo di battaglia della
Rio, offerta già nelle versioni a 2 e 4 porte ed ora con la mascherina, i
paraurti e le luci di coda modificate. Anche l’eccellente Fiat 238 continua ad
essere offerto in nuove e piacevoli versioni, reggendo agevolmente il passare
degli anni, nonostante lo stampo originale risalga al 2002/2003.
La storia comincia con i fratelli
Tattarletti che avevano ottimi collaboratori, una buona disponibilità
produttiva e tanto entusiasmo da iniziare, nel 1962, l’avventura dei modelli
d’auto antiche. In quegli anni si era assistito a un vero «boom» di produttori
che mettevano in catalogo auto d’epoca. La moda veniva soprattutto d’Oltralpe:
francese era la Rami, che incominciò nel 1958 con le prime riproduzioni d’auto
antiche, per poi passare a Safir, Minialuxe e Norev, che affiancavano auto
antiche alle riproduzioni di auto moderne. La produzione italiana ne fu contagiata al
punto che perfino la Politoys mise in catalogo molte auto d’epoca, ma erano un
più dei giocattoli delicati ma non precisi.
Quando scese in campo la Rio invece fu
tutta un’altra storia: i suoi modelli erano sì piuttosto delicati, ma di una
precisione incredibile: ruote, mozzi, fanali, clacson a tromba erano riprodotti
perfettamente, come lo erano le sottili cinghie di vero cuoio che trattenevano
le capote delle vetture. Rio impose uno standard che forse solo un’altra
azienda italiana (la Dugu) riuscì ad eguagliare, un livello al quale certi modelli Solido
aspiravano ma non raggiungevano.
Alcuni dei primi modelli Rio furono offerti anche in scatola di montaggio, ma non ebbero lo stesso successo degli altri e trovarne uno oggi è quasi impossibile.
In
quei primi anni accadde che alcune fusioni risultassero difettose e
innescassero il fenomeno del “metal fatigue” con progressivo
sgretolamento dei modelli. Il difetto non fu generale, quindi i modelli colpiti
non erano la totalità e comunque si poteva risolvere abbastanza facilmente,
essendo per moltissimi anni l’intera produzione sempre disponibile a catalogo.
Al Salone del giocattolo di Milano del 1966 Rio presentò quello che per certi versi resta ancora oggi il suo capolavoro: la Größer Mercedes-Benz 7700 1938, un modellino complesso formato da 80 particolari, con vere sospensioni a molla e semiassi indipendenti. Una vera meraviglia per la sua epoca. Le versioni rivedute e corrette oggi a catalogo vedono un aumento di particolari e i pezzi che le compongono possono variare da 94 a 104.
Nel 1972, dopo che erano stati prodotti ben 74 stampi di automodelli Rio, Reno abbandonò i fratelli Nilo e Diego, per fondare la Brumm. La Rio continuò la propria attività, continuando a collezionare successi e orientandosi, col passare degli anni, verso vetture più recenti.
Al Salone del Giocattolo di Milano del 1982 la Rio presentò un eccezionale
modellino di Bugatti 57 SC Atlantic del 1938, in scala 1:14. Questo
interessante modello in resina, con stupende ruote a raggi, era stato
realizzato con la collaborazione di un famoso modellista, Carlo Brianza. Era
disponibile in serie limitata e numerata ed era venduto con una vetrinetta.
Nel 1983 la serie Rio aveva raggiunto
gli 80 pezzi e concludiamo qui la prima parte della vicenda.
https://www.m4modelcars.it/en/
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