Museo del Giocattolo di Norimberga
Norimberga, oltre alla grande Fiera del Giocattolo, che fin dal 1950 ci propone le novità mondiali del settore, ospita un grande Museo del Giocattolo. Logico, perché Norimberga con le sue città Satelliti di Fürth e Zirndorf è la capitale del distretto dei giocattoli tedeschi.
A dire il
vero più a Nord, in Thuringia, c’é Sonneberg, che ospita il primo museo del
genere d’Europa (sorto nel 1939), ma quel distretto dei giocattoli che comprende
anche Brandeburgo e l’Erzgebirge è meno noto, anche per il fatto di essere
rimasto tagliato fuori del mondo per 40 anni, quando si trovava in DDR, cioé in
Germania Est. E altri musei più piccoli, ma non per questo meno gradevoli, sono sparsi in tutta la Germania.
Norimberga tuttavia già nel medioevo era nota per la
compravendita di giocattoli e fra il 1800 e il 1960 questa attività raggiunse
il massimo splendore.
Nel palazzo rinascimentale che lo ospita, vi sono
1400 metri quadri di esposizione a cui si è aggiunta ogni anno, in occasione
della Fiera, una esibizione speciale temporanea.
Non c’é settore che sia dimenticato: dai peluches alle auto a pedali, dalle bambole ai trenini, dai cow-boy in miniatura alle nostre amate automobili giocattolo. La presenza della Lehmann a Norimberga ha contribuito a rendere più ricca la collezione di giocattoli prodotti da questo fabbricante, oggi noto per le sue LGB, ferrovie in miniatura in scala grande (1:22,5) adatte anche a circolare in giardino, ma non per questo sono dimenticati altri nomi eccellenti della produzione del giocattolo, come Bing, Märklin, Schuco e Tippco, per citarne qualcuno a noi familiare.
La sala dei treni farà tornare tutti un po’ bambini,
col suo enorme plastico in scala 1:64 perfettamente funzionante e fatto
funzionare ad orari prestabiliti.
Case delle bambole di fattura incredibilmente precisa
e di grande ricchezza completano l’esposizione, accanto a pregiate bambole di
ogni tempo, che vanno a comprendere anche alcune Lenci prodotte a Torino, oggi
molto ricercate.
Non mancano, a termine percorso, i primi giochi
elettronici, che a noi mettono un po’ di tristezza, perché specchio di un mondo
sempre più frenetico e irreale, o sarebbe più giusto dire immateriale, nel
quale si va a perdere il piacere del tatto che da bambini si provava quando ci
veniva regalata un’automobilina nuova e con essa si giocava per ore intere.
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