Storia delle A.P.S. “Sistema DEP”

I collezionisti italiani meno giovani forse ricordano ancora quando da bambini andavano in latteria a comprare il chewing-gum, ma non uno qualsiasi: quello contenuto in buste sorpresa contenenti una macchinina. Non erano miniature di grande fattura, ma erano colorate, simpatiche e oggi piuttosto ricercate anche se non si tratta di preziosi pezzi da collezione, bensì un ricordo d’infanzia.

Gruppetto di utilitarie: Fiat 500, 600 e Autobianchi Bianchina

Questi modellini erano prodotti dalla A.P.S., un’azienda di Milano.

La storia di A.P.S. (e successivamente di Politoys) ha inizio con Eugenio Agrati e Ennio Sala, prendendo il nome dalle loro iniziali con l’aggiunta della P di Polistil, che diventerà il marchio generale di tutta la produzione dopo il cambio societario del 1974. L’industriale dolciario Perfetti, amico di Agrati e Sala, come molti piccoli industriali brianzoli era affascinato dai moderni macchinari che permettevano di aumentare la produzione. Si era infatti interessato non solo a quelli che producevano i chewing gum in lastrine (fu il primo in Italia a produrli), ma anche a quelli per l’iniezione di materie plastiche, con cui realizzare piccoli giocattoli da abbinare come gadget ai suoi prodotti dolciari.

Microbi di plastica della A.P.S., anche questi usati spesso come gadget

I primissimi A.P.S. erano piccole auto, camion, carri armati e una locomotiva realizzati in un pezzo unico di plastica, si potrebbe dire in scala 1/160 circa o anche meno, poi nacque la serie “Sistema DEP.”. Questa serie venne creata a causa di una sovrapproduzione di lastrine di gomma: i chewing gum trovarono commercio attraverso una simpatica bustina-sorpresa, che conteneva un modellino d’auto e una lastrina di gomma da masticare, per il prezzo di appena 20 lire italiane, venduta in latterie, tabaccherie e altri bottegai. Fu un grande successo durato circa 7 anni.

Le scritte sul fondino della Lancia Appia 3ª serie

LaPerfetti, diventata famosa per “Brooklin – la Gomma del Ponte” (progetto grafico del pittore Daniele Oppi) é un marchio che esiste tuttora, con sede a Lainate, poco a Nord di Milano. La A.P.S. si incaricò di produrre, a partire dal 1958, dei micromodelli che possono considerarsi ancor più economici dei classici “penny toys”, la locuzione britannica per indicare giocattolini che potevano essere acquistati con pochi spiccioli. Lo stabilimento era collocato in via Caio Mario a Quinto Romano, inizialmente una frazione di Milano e poi diventato un quartiere della città stessa in espansione.

Pochi pezzi: fondino di gomma, ruote e carrozzeria di plastica
Il Maggiolino A.P.S. (sopra) a confronto col Maggiolino Anguplas (sotto)
La Dauphine A.P.S. (a sin.) era poco più grande del modello Norev (a des.)

Tra il 1958 e il 1965 circa questi micromodelli furono prodotti praticamente in esclusiva per conto della DLM (Dolcificio Lombardo Milano di Perfetti): erano formati da un telaio in gomma che tratteneva gli assi con le ruote e che si agganciava a una carrozzeria a guscio di plastica. Sul fondino era indicata anche la dicitura “Sistema DEP.” intendendo che il marchio era registrato. La scala indicata era 1/77, ma in realtà erano grosso modo più vicini alla scala 1/86 circa (con qualche licenza). 

Alfa Romeo 2000
Alfa Romeo Giulietta berlina
Alfa Romeo Giulietta sprint
Curiosa la decisione di riprodurre anche l'Alfa Romeo Giulietta giardinetta
Denominata Buick Roadmaster, non somigliava a nessuna Buick dell'epoca
Cadillac Eldorado, stranamente riproduceva un modello 1949-50
La Cadillac del 1963, uno degli ultimi A.P.S. della serie
Fiat 600 Multipla
Fiat 1800
Jaguar nera (colore raro), Dauphine e Appia coupé con montanti al lunotto
Jaguar XK 120 coupé in un colore molto più diffuso
Lancia Flaminia berlina
Rolls-Royce Silver Wright

Solo le auto di formula 1 erano un po’ più grandi ed effettivamente vicine alla scala 1/77 dichiarata. 

Sopra e sotto: la BRM con due numeri diversi e gli specchietti spostati

Connaugh GP
Cooper 1500
Ferrari F.1
Lotus F1, arrivata in un secondo momento
Mercedes-Benz W196 GP
Porsche GP
2 stampi per la Vanwall, con numeri e scarichi diversi
La serie completa delle vetture sport
Aston Martin Le Mans
Jaguar D Le Mans
Maserati sport
Mercedes-Benz carenata
Porsche 550 con mascherina a griglia di fantasia
Curiosa la scelta della Renault Etoile Filante a turbina

Alla serie venne successivamente aggiunta una bisarca articolata Fiat 682, che veniva venduta a parte. Terminata la collaborazione con DLM, questi piccoli modelli furono più volte riciclati in blister con vari modelli assortiti (talora abbinati alla bisarca) e si poterono trovare nei mercati rionali e nei bazar ancora per diversi anni.

Bisarca Fiat 682 con carico di modellini A.P.S.
Blister con 6 modellini (scelti a caso)
Autobianchi Bianchina Panoramica, fra i più rari modelli della serie
Citroën 2 CV
Citroën DS 19
Fiat 1100 familiare
Fiat 1100
Fiat 1200 Granluce
Fiat 1500 spider con tettuccio alzato
Ford Anglia, anche questo è fra i pezzi più rari della serie
Non facile da trovare la Innocenti Austin A40
Lancia Appia coupé
Lancia Appia 3ª serie
Lancia Flavia
Lincoln Continental 1956
Mercedes 190 SL con hardtop
Mercedes 220 SE, piuttosto difficile da trovare
Opel Kapitän, tra le A.P.S. più rare
Porsche 356 coupé
Renault Dauphine
Renault Floride, assai poco comune
Studebaker Silver Hawk 1958


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