Borgward P100 in miniatura.

Carl Borgward apprese della bancarotta della propria azienda dall'autoradio mentre vi si stava recando alla guida della sua P100 blu nuova fiammante.

Due Borgward P100 in 1:43 (la Budig e la IXO) e la Brekina in 1:87
Borgward P100 in una immagine ufficiale

La sua fabbrica stava vivendo un momento delicato. Aveva iniziato a rinnovare i modelli più vecchi troppo tardi e senza applicare quelle economie di scala che gli avrebbero permesso di sopravvivere. Solo ora che era in corsa contro il tempo riuscì a standardizzare le parti del motore della Isabella con quelle della nuova grossa 6 cilindri. La Borgward aveva avuto in listino le grosse Hansa 2400 a 6 cilindri ma non ne aveva mai vendute tante. Dell’ultimo restyling ne aveva fabbricate 356 esemplari in due anni.

Carl Borgward ammirava molto la Lancia Flaminia e cominciò a studiare nel 1957 un’auto simile che si potesse vendere in quantità significative.

Borward P100 in resina di Budig a confronto con la "230" della IXO, 1:43
Le due Borgward di resina: la Budig (a sin.) e la NEO (a des.), 1:43

Nacque un prototipo di aspetto formale ma elegante, con ampie superfici vetrate, e con un motore di 2300cc da 100 CV, all’epoca giudicati più che sufficienti per raggiungere i 160 Km/h e passare da 0 a 100 in 15 secondi.

Novità assoluta erano le sospensioni pneumatiche, le prime in Europa, anche se disponibili pagando un extra. Erano così interessanti da essere intensamente studiate dalla Daimler-Benz per la sua 300. La “Großer Borgward” garantiva buone prestazioni e soddisfazioni di guida più appaganti di quelle delle contemporanee Mercedes-Benz 220.

Le buone proporzioni dei modelli Budig e IXO
La coda del modello NEO appare leggermente più lunga del dovuto

La Borgward P100 fu la stella del Salone di Francoforte del 1959 e destò molto interesse. Purtroppo la presentazione risultò troppo anticipata rispetto l’inizio della produzione in serie, ad agosto 1960: l’interesse del pubblico svanì quando si capì che occorreva attendere oltre un anno dalla prenotazione per averla. Qualcosa di simile era successo anche alla Mercedes-Benz 220, ma la Daimler-Benz aveva le spalle larghe e ampie capacità di recupero. Inoltre le concorrenti (fra cui la meno costosa Opel Kapitän) contavano su una clientela affezionata che la Borgward non aveva ancora mentre la produzione andava avanti a rilento: appena 164 unità a ottobre 1960. Quando le voci del possibile fallimento, che avvenne, aumentò la diffidenza dei potenziali clienti.

Una versione bicolore della Borgward P100 di NEO con gomme fianco bianco

Dopo il fallimento la produzione della P100 continuò nel 1961 per smaltire le scorte e onorare i contratti, per un totale di 2537 vetture.

La Borgward 230 messicana perfettamente riprodotta da IXO in 1:43

Un'azienda messicana si aggiudicò all’asta i diritti e i materiali per la fabbricazione della vettura. Nel 1964 le presse tornarono in funzione a Monterry, in Messico e la P100, denominata ora “230” fu offerta in versione standard, senza le piccole pinne posteriori e le modanature cromate, e col lunotto posteriore non panoramico, quindi la "230 GL", identica alla P100 tedesca e infine la "230 Excelencia" allungata di 25 centimetri. Fu prodotta fino al 1971 ma sempre in un numero limitato di esemplari.

Copertina del catalogo originale della 230 a passo lungo

Un solo modello contemporaneo alla vera P100 fu offerto dalla tedesca Manurba in scala 1:55 circa, ma era un inelegante giocattolo di plastica di bassa qualità.

Immagine di bassa qualità tratta da un catalogo Manurba

Si dovette aspettare Budig, un commerciante di Berlino che aveva fatto realizzare molti modelli speciali in resina di auto tedesche per ottenere la prima Borgward P100 in scala 1:43, molto ben azzeccata nella linea e con un solo difetto: le coppe delle ruote verniciate e non cromate. Un vero peccato perché la successiva miniatura, realizzata da NEO, appare molto bella e con tutte le cromature a posto, però con le proporzioni non del tutto realistiche: la parte del bagagliaio appare (di poco) troppo lunga. Fra i due modelli si piazza un delizioso modellino in scala 1:87 dovuto a Brekina, che lo ha offerto in svariate colorazioni ma oggi fuori catalogo e quasi introvabile.

Sopra e sotto: due immagini della Borgward P100 Brekina di diverso colore

Il modello Budig in 1:43 a confronto con la miniatura Brekina in 1:87

Rimedia infine la IXO con un modello della sua collezione da edicola per il Messico, "Grandes Autos Memorables" di Planeta DeAgostini, ovviamente denominato “230” sulle targhe. Si tratta di una riproduzione eccellente sotto ogni punto di vista, in particolare nelle finiture che includono le pregevoli gomme a fianco bianco. Unico difetto del modello IXO è la sua scarsa reperibilità da questa parte dell’Oceano, affidata spesso ai rivenditori grossisti che rilevano le scorte di modelli invenduti.
Ancora una immagine dello speciale realizzato da Budig in 1:43
Trio di Borgward P100 di Budig, IXO e Brekina

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