Alfa Romeo GTV Turbodelta 1979 - KK Scale 1:18

Questo è un periodo decisamente roseo per gli appassionati del marchio Alfa Romeo: diverse case produttrici di automodelli si stanno cimentando in varie riproduzioni, e non solo in resina. Ultimamente, difatti, sono comparsi sul mercato modelli Alfa in pressofusione di buon livello, sia con aperture che sigillati, ed altri ancora sono stati annunciati. Purtroppo, troppo spesso vengono offerti sul mercato dei doppioni a breve distanza l'uno dall'altro, quando invece molti modelli sono tuttora ignorati; è questo infatti il caso del modello che andiamo ora ad esaminare, l'Alfetta GTV in versione Turbodelta. L'Alfetta Coupé non è sicuramente un modello trascurato: tempo fa, la versione "restyling" (con i paraurti in resina e senza più il nome Alfetta) venne proposta sia in versione 4 cilindri che, successivamente, in versione GTV6 (che fu abbastanza inflazionata).

La prima serie, almeno apparentemente, fu dimenticata, salvo poi comparire, in resina, lanciata quasi contemporaneamente da due produttori diversi: adesso è il momento della versione pressofusa, ad opera di KK Scale, che spazia dalla 1800 alla 2000 per finire con la versione top, la Turbodelta appunto. Nessuno, però, ha pensato di produrre la versione Rally della GTV sovralimentata, che sicuramente è la più conosciuta (ed attesa da molti appassionati)... le scelte del marketing sono sempre misteriose!

La GTV Turbodelta in una foto ufficiale

Prima di esaminare il modello, un po' di storia: nel 1979 l'Alfa Romeo, che aveva ottenuto grandi successi nel Mondiale Marche con le 33, tentò di avventurarsi nel Gruppo 4 del Mondiale Rally. Per farlo, utilizzò come base la bella coupé di casa, nata nel 1974 dalla matita di Giugiaro, nella versione di punta: la GTV due litri da 130 CV, affidandola alle cure dell'Autodelta.

Un'altra immagine d'epoca della Turbodelta

Il reparto corse Alfa aggiunse un turbocompressore (prima Alfa Avio e poi KKK), sigillò i carburatori, irrobustì la frizione, modificò le guarnizioni della testata, spostò la batteria nel baule e operò qualche altra modifica di dettaglio; per limitare i problemi generati dal maggior riscaldamento del motore venne adottato un nuovo cofano in materiale plastico (rigorosamente nero opaco) dotato di sfiati dell'aria calda e vennero aperti altri sfiati nei passaruota anteriori. La GTV turbocompressa guadagnava solo 20 cv in più della versione "normale", ma il comportamento su strada era nettamente migliore: più coppia, più ripresa, maggiore velocità di punta uniti ad un'ottima messa a punto del turbo, che quasi eliminava il turbo-lag tipico delle sovralimentate dell'epoca. 
Purtoppo, le cose furono fatte un po' in economia; la Turbodelta era praticamente identica alla versione di base, sia come allestimenti che come finiture: solo una banda multicolore (piuttosto pacchiana) ed il cofano nero la distinguevano dalle altre. Ne furono prodotte giusto 400, necessarie per l'omologazione nel Gruppo 4. La Turbodelta da corsa dimostrò ottime potenzialità, ma sempre per questioni di bilancio lo sviluppo non  fu mai all'altezza della concorrenza, ed il progetto in breve si dissolse nel nulla. 
 
La Turbodelta di Pregliasco-Reisoli al Rally Costa Brava 1980

La versione stradale subì la stessa sorte: inserita in listino senza troppa convinzione e senza un lancio adeguato, non venne mai sviluppata, ed in breve la Casa preferì puntare sul motore 2.5 V6, che garantiva prestazioni simili ma che era gravato dal famigerato superbollo... insomma, la prima Turbo stradale della storia Alfa Romeo, che avrebbe pouto avere un grande successo, fu trasformata in un flop.
Il modello KK, invece, ha tutte le carte in regola per essere un successo: il prezzo non è eccessivo, la linea abbastanza ben riprodotta, la verniciatura è di buon livello e nel complesso l'aspetto è decisamente piacevole. In più, il modello è pressofuso e consente di essere maneggiato senza dover far attenzione a non schiacciare i vetri, qui in plastica trasparente e non in sottile acetato; le ruote sono sterzanti (poco, a dirla tutta), e funzionano anche le sospensioni. Purtoppo, però, non si apre nulla, neanche le porte.
Come detto, la linea non è male: forse l'altezza del tetto è un poco eccessiva, come lo è lo spessore dei montanti del parabrezza; ma sono particolari che si notano più in fotografia che dal vivo. Le ruote, dotate dei tipici cerchi in lega Cromodora "Millerighe" (che erano optional!) sono abbastanza ben fatte, peccato che la spalla degli pneumatici sia un po' troppo alta. Il battistrada non è mal fatto, ma sono state omesse, come ormai d'abitudine, le stampigliature sui fianchi. Ben posizionate le bande colorate sulle fiancate; non manca il logo Autodelta sul parafango.
La vista frontale mette in evidenza il buon lavoro fatto da KK: bella la fanaleria, molto fine la calandra. La cromatura dei paraurti è di buon livello e piuttosto realistica. Notare la forma corretta dello specchietto retrovisore.

Bella anche la fanaleria posteriore, piuttosto realistica, priva di perni di fissaggio evidenti e che lascia intravedere le "lampadine". In bella mostra il tipico tubo di scarico rivolto verso il basso. Corretta la fascia nera sotto il paraurti.



Gli interni sono poco visibili in fotografia, ma in ogni caso sono abbastanza ben fatti, considerando la classe della riproduzione. Non ci sono le cinture di sicurezza, ed il pavimento non ha la floccatura, ma il cruscotto è ben riprodotto. La fascia color legno e la strumentazione sono riprodotti con decals, la forma del volante è corretta, così come quella dei sedili. Gli interni sono un po' troppo lucidi, ma sono comunque una buona base per un'elaborazione artigianale. Solo il logo al centro del volante, argentato, stona un po'.

Il fondino presenta una discreta riproduzione della meccanica, in particolare della trasmissione "transaxle" con cambio al differenziale, ideale per la distribuzione dei pesi. Sono riprodotti anche i freni a disco inboard, posti all'uscita del differenziale. Peccato che lo scarico sia interrotto a metà dalla vite di fissaggio alla base della confezione. Niente di grave, ma esteticamente non è bellissimo.

Insomma, l'Alfetta GTV Turbodelta di KK Scale è un modello "onesto", con un buon rapporto qualità prezzo e dall'aspetto gradevole. Potrebbe essere migliorato, ma questo sicuramente implicherebbe un aumento del costo, e tutto sommato rispetta perfettamente la filosofia del suo produttore. Quindi avanti così KK, in attesa della versione da corsa. Chissà...

Commenti