La FULVIA COUPE’ con targa tedesca: Norev in 1:18
É curiosamente
targata HF come la celebre squadra corse Lancia, ma è la targa di Herford,
paese non distante da Bielefeld in direzione di Hannover.
É
la nuova Lancia Fulvia 3 coupé di Norev, in scala 1:18, un bel colpo che arriva
nei negozi al pelo per essere parcheggiata sotto l’albero di Natale.
Si tratta di un modello dell’ultima Fulvia in listino, dopo che la berlina era già stata sostituita dalla Beta: è il 1973 e il coupé ha già 6 anni di produzione ma non li dimostra. Non li dimostra neanche oggi che di anni ne sono passati quasi 60. Il modello di Norev cattura assai bene la linea della beniamina di Casa Lancia, ed è tutto apribile, con cerniere ben fatte e portiere che si aprono come al vero.
La Fulvia 3 era
disponibile con il solo motore 1300 da 90 CV e si distingueva dalle versioni
precedenti per la mascherina di plastica nera opaca, per il volante di
sicurezza e i nuovi strumenti a fondo bianco. Fu prodotta fino al 1976, e il
modello della Norev è indicato come 1975, al penultimo anno.
La vista migliore del modello è quella di ¾ posteriore, perché a ben guardare il muso non convince pienamente, sia per il diametro dei fari (o lo spessore dei loro alloggiamenti) sia per la mascherina, piuttosto piatta e per nulla passante.
Il resto del modello è
invece eccellente: ci sono particolari molto ben riusciti come i tergicristalli
che hanno il giusto spessore e tutte le scritte, il cruscotto con le
decalcomanie degli strumenti, lo specchietto retrovisore interno dallo stelo
molto sottile e via dicendo. Ben fatti i sedili e le maniglie alle portiere,
mentre qualche appunto si può rivolgere a quello che sta sotto il cofano
motore.
Qui la riproduzione della
meccanica a un primo colpo d’occhio appare più che discreta, ci sono perfino le
targhette… ma il blocco motore è nuovamente piuttosto “piatto” e poco staccato
dal fondo. I cavi delle candele sono stampati insieme al motore e, nonostante
siano verniciati a parte, si vede che fanno un tutt’uno con la testata del motore.
Al di là della separazione fra le varie parti mediante una verniciatura ben
fatta, forse si poteva fare qualcosa di più.
Più semplice è stato rendere il bagagliaio. C’è il fondo nero con appoggiata la ruota di scorta con custodia che sembra però una scatola piuttosto che una guaina, mentre i passaruote sono finemente realizzati e verniciati.
Apprezzabile infine la
riproduzione del telaio e in particolare dei braccetti delle sospensioni e quella posteriore completa dei due ammortizzatori ben visibili.
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