Nel 1992 la Lancia si aggiudicava, con la Delta Integrale Evoluzione, il sesto titolo mondiale Rally consecutivo. E per festeggiare l'evento, la Casa di Chivasso lanciò sul mercato una versione speciale a tiratura limitata della Delta Integrale Evoluzione stradale, caratterizzata da un esclusivo allestimento commemorativo: la Delta Martini 6. Rispetto alla vettura "normale", la Martini 6 sfoggiava una verniciatura bianca, che comprendeva anche i cerchioni; sulle fiancate erano posti gli adesivi con i colori Martini Racing; sui montanti posteriori vi era il logo HF in giallo; sul tetto vi era un grande scudetto Lancia e su entrambi i lati dello spoiler posteriore (rigorosamente tenuto sollevato) spiccava la scritta "Martini Racing". Alla base delle porte anteriori e sul paraurti anteriore si trovava la dicitura World Rally Champion e sul portellone posteriore, al posto del logo Lancia, una targhetta di uguali dimensioni riportava il n. 6 in rosso, incorniciato dagli allori ed il testo World Rally Champion. Gli interni erano rivestiti in alcantara azzurra e i sedili anteriori Recaro avevano il logo HF termoimpresso sul poggiatesta. Le cinture di sicurezza erano rosse, la moquette grigia: la cornice della leva del cambio era in fibra di carbonio e subito sotto di essa, era posta una targhetta con il numero progressivo della vettura. Furono prodotti solo 310 esemplari.

La meccanica era quella della Evoluzione 1, con il 2 litri 4 cilindri turbo senza catalizzatore, forte di 210 robustissimi cavalli. Anche se la Martini 6 divenne immediatamente una vettura da collezione, gli ultimi tempi il suo valore è aumentato esponenzialmente, tanto che gli esemplari che ultimamente sono stati venduti all'asta hanno superato abbondantemente i 100.000 euro, alla faccia di chi, ai tempi, definì la Lancia "marchio senza appeal" decretandone l'oblio. Finora, di questa vettura esisteva, in scala 1:18, il solo modello Kyosho, completamente apribile ma dal prezzo elevato (anche a causa della speculazione dei soliti furbi). Bene ha fatto la Solido a presentare la sua interpretazione, basata sul modello Delta Evo 1 di sua produzione, uscito qualche tempo fa; il modellino presenta molto bene e, ovviamente, il prezzo è assolutamente concorrenziale.
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Il confronto con la vettura vera fa notare l'ottimo lavoro fatto dal team Solido!
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Come tutte le ultime Solido, anche questa Delta ha le porte anteriori apribili. Tra l'altro, le fessure sono piuttosto sottili. Le decorazioni sono posate con cura e come già detto, l'aspetto generale del modello è decisamente notevole.
Le porte si aprono con un angolo abbastanza ampio, su cardini realistici. Come sempre, sono presenti i vetri laterali delle porte, che migliorano di molto il realismo del modello. Bello lo spoiler posteriore, che ha i cardini laterali ben riprodotti e che non ha dimenticato i cinque piccoli sfiati nella parte inferiore della faccia posteriore.
Solo un particolare è un po' stonato: sembra ci sia un difetto di stampaggio nelle "minigonne", da entrambi i lati. Non sappiamo se su tutti i modelli questo difetto sia presente, ma sul modello esaminato lo è, ed è abbastanza evidente. Peccato.
La vista laterale evidenzia la cura del dettaglio impiegata, nonostante si tratti di un modello di fascia economica: tutti gli accessori sono applicati a parte, dalle maniglie delle porte alle gemme degli indicatori di direzione. Non mancano i piccoli scudetti Lancia alla base dei montanti centrali. Manca però l'antenna radio nella parte anteriore del tetto.
Quando il modello é stato presentato, alcune voci hanno criticato il fatto che le ruote fossero piccole. Dal canto nostro, non ci sembra che le ruote siano errate. Probabilmente avrebbero potuto esser un poco più grandi, ma il confronto con l'auto vera non evidenzia grosse differenze. Non bisogna dimenticare che la Delta Evo 1 aveva ruote da 15 pollici, solo la successiva Evo 2 montava le 16 pollici.
A proposito di ruote... ottimo lavoro quello fatto da Solido: la complessa raggiatura dei cerchioni è interamente passante, e non semplicemente stampata e dipinta in nero. Sempre in rapporto alla fascia di prezzo, non è così comune un simile livello di dettaglio. Dietro i cerchioni, sono presenti i dischi dei freni, ma purtroppo il fatto che siano completamente neri non li rende visibili. Un tocco di vernice argento sarebbe stato provvidenziale.
La vista frontale mette in evidenza la buona fattura della fanaleria, anche se il faro polielissoidale non è molto evidenziato. I lampeggianti sono un po' troppo rossi, ma nel complesso l'insieme non è male. Un bravo bricoleur potrà dipingere in nero le barrette verticali della presa d'aria anteriore, qui lasciate bianche come nella versione corsa. Buono l'aspetto dei fari di profondità, bella la calandra con il logo HF in evidenza.
Di coda, la situazione è altrettanto valida: bella la fanaleria, anche se i perni di fissaggio sono un po' troppo evidenti; non male il tubo di scarico, la maniglia del baule applicata, il gancio traino tridimensionale e non semplicemente stampato nel paraurti. Bello il tocco dell'adesivo commemorativo del sesto titolo mondiale sul lunotto, che fa il paio con quello riportante lo scudetto Lancia subito sopra la targhetta, a sinistra del baule.


Gli interni sono semplici ma ben riprodotti; solo la pedaliera ha una dimensione un po' eccessiva. Per il resto, la forma dei sedili ed il colore degli interni sono abbastanza azzeccati ed il cruscotto é ben dettagliato; gli strumenti hanno correttamente le cifre in giallo su fondo nero ed i vari tasti riportano tampografati i loro simboli. I sedili anteriori poi, hanno anche il logo HF sul poggiatesta e non è stata dimenticata, vicino al cambio, la targhetta di numerazione. Manca ovviamente la moquette ed anche le cinture: sui sedili posteriori, però, le cinture di sicurezza sono state stampate sullo schienale e sono correttamente dipinte in rosso. Discorso a parte merita il volante... non siamo sicuri sia corretto, ma neanche che non lo sia: cercando immagini in rete e non solo, si trovano foto ed immagini di Delta Martini 6 che montano sia questo volante, (che era quello "base" della Evo 1) sia quello sportivo con razze metalliche. Quindi, diamolo per buono.

il fondino riporta una buona riproduzione della meccanica, ma solo il tubo di scarico è stato dipinto in argento: un tocco di colore qua e là avrebbe migliorato di molto l'aspetto generale.
Insomma, anche questa volta Solido si conferma leader nelle riproduzioni a prezzo contenuto: il modello non sfigura affatto anche accanto ad altri di fascia premium. Certo, qualche difetto c'è, ma il prezzo di acquisto è veramente basso e con un po' di pazienza e capacità, qualsiasi appassionato può facilmente aggiungere le cinture di sicurezza e la moquette mancanti e migliorare alcune parti con un po' di colore. Senza dimenticare che la Delta Integrale di Solido, sia in versione stradale che rally, è sempre un'ottima ed economica base per chi ama le elaborazioni. E poi chissà, magari questa Delta sarà la prima di una serie di riproduzioni di modelli Lancia, finora fin troppo dimenticati da tutti i marchi modellistici. La speranza è sempre viva...
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