100 anni Austin Seven
Seven era il nome dell’Austin che ha motorizzato gli inglesi.
La Seven era piccola, affidabile, poco costosa ed
economica nell’uso, ed era persino più corta di 22cm rispetto alla Seven/Mini del
1959.
Dopo l’armistizio del 1918 l’industria britannica, priva delle
commesse militari entrò in crisi e la Austin rischiò seriamente il fallimento.
Grazie alle riserve di capitale riuscì a progettare una vetturetta che non era la semplice riduzione in scala di una macchina grande, ma un progetto studiato allo scopo e protetto da alcuni brevetti. Il motore iniziale a quattro cilindri con valvole laterali di 697cc aveva solo 7,2 cavalli di potenza, tanto che in produzione la cilindrata fu portata a 747cc con una potenza di 10,5 CV.
Con la leggerezza dell’insieme, che era al di sotto dei
400 Kg nelle versioni torpedo, la Seven poteva efficacemente essere usata nelle
competizioni nella classe fino a 750cc.
Alla fine degli anni Venti l’Austin era nuovamente in
piena produzione e raggiungeva 50.000 automobili l’anno, di cui la metà erano
Seven, che a fine carriera aveva raggiunto le 292.000 unità.
Nella primavera 1934 venne presentata una nuova berlina
chiusa che prese il nome di “Ruby” anche nella letteratura ufficiale.
In quegli anni la britannica Swallow, che fabbricava
sidecar per motociclette, cominciò a carrozzare le Seven, ottenendo un buon
successo, che le permise di iniziare la produzione automobilistica con la SS,
che poi divenne Jaguar.
Anche all’estero la Seven fu un modello di riferimento:
la tedesca Dixi cominciò a produrla su licenza. Quando la BMW ne acquisì la
proprietà, proprio con la Seven ereditata dalla Dixi iniziò la sua lunga carriera
in campo automobilistico.
Meno fortunata fu la Rosengart, che assemblava le Seven
in Francia fin dal 1929, ma nel dopoguerra non riuscì a espandere la propria produzione, che
non era in grado di competere con Citroën e Renault.
La Seven sbarcò negli USA nel 1929 come American Austin,
in un infausto tentativo di spingere gli americani a comprare auto più piccole.
Nel 1934 l’avventura era già finita con meno di 20.000 auto prodotte. Il
tentativo della Bantam di resuscitare il progetto finì con circa 4000 Seven
realizzate fra il 1937 e il 1940.
La Seven è stata a lungo ignorata dai fabbricanti
inglesi, salvo Dinky Toys con due modelli in scala 1:76 realizzati prima della
guerra, e da DG Models con uno speciale di metallo bianco degli anni Settanta.
In quel periodo si erano già viste alcune BMW Dixi prodotte dalla Espewe in
Germania Est (ma in scala 1:50) e da Ziss in Germania Ovest, seguite dalle
piccole Brekina in 1:87.
IXO poi ripropose la Seven in versione furgoncino verso l’inizio
degli anni 2000, con Yesteryear che riproponeva la vetturetta in una scatola
contenente tre versioni: un furgone Austin, una roadster BMW e una berlina
Rosengart (peraltro per molto tempo unica Rosengart in scala 1:43).
Seguirono Vitesse e gli altri produttori odierni, Oxford
in primis.







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