30 anni di pressofusi Oxford
Si firma in
stampatello col nome TAFF ed è il creatore dei modelli Oxford, oggi
rappresentati da più serie apprezzate in tutto il mondo: le piccole miniature
in scala 1:76, che nei cuori dei collezionisti richiamano alla memoria le
Matchbox della propria infanzia, quindi i classici modelli in scala 1:43 e una
serie più piccola, in scala 1:148 che sono nati per i trenini inglesi, che adottano
una scala diversa dalla «N» internazionale che è pari a 1:160.
Taff da
ragazzo viveva a ridosso del colosso Mettoy, quello che aveva sfornato le Corgi
Toys e non erano rare le sue incursioni attraverso le reti che cingevano la
fabbrica per andare a prendersi qualche pezzo rifiutato perché difettoso e
gettato nella discarica della fabbrica. Talvolta solo perché aveva un colore
sbagliato: di quelle varianti che oggi farebbero felici i collezionisti.
Dal 1977 al
1982 lavorò proprio alla Mettoy e negli anni 1986-1989 alla Corgi Toys, cioè
fino a quando la proprietà passò all’americana Mattel.
Mentre
si trovava in un’azienda, la Microlink, che lavorava per Corgi Toys nel complesso
momento del passaggio alla produzione in Cina, decise che era ora di creare il
proprio primo modellino. L’ultima Corgi di produzione inglese, la Toyota Celica coupé, usciva dallo
stesso stabilimento di Swansea dove, il 1° settembre 1993 faceva la sua comparsa il
primo Oxford, una Morris Bullnose.
I primi Oxford
riprendevano una formula che aveva avuto successo con Lledo e, sebbene molto
meno, con i Corgi Cameo: si trattava di miniature in scala compresa fra 1:66 e
1:76, con finiture semplici che richiamavano i primi Matchbox Yesteryear, ma
erano molto curati nelle decorazioni. Non erano dunque in scala precisa ma si
dovevano adattare alla scatola, come accadde con i Matchbox per tanti anni.
Ciascun
modello usciva con decine e decine di pubblicità e colori diversi, in migliaia
di esemplari: nel giro di soli due anni si era arrivati a quota 500.000
modellini. Molti erano commissionati da industrie a scopi promozionali.
Nel 1996 uscì
per la prima volta una rivista molto semplice chiamata “Globe Magazine”,
inizialmente in formato A4, poi ridotto ad A5 per avere tariffe di spedizione migliori
da parte delle poste. Nasceva anche il Collectors Club.
Due anni dopo
veniva inaugurato un nuovo centro produttivo, per potersi adeguare ai volumi di
produzione, ma già nel 2001 la produzione dei pressofusi veniva trasferita in
Cina.
Finalmente nel
2005 Oxford Diecast compiva il passaggio ai primi modellini in scala 1:43,
iniziato con una Mini, realizzata anche in versione furgoncino, e la Minor van.
Con la Ford Anglia/Thames la finezza dello stampo ha raggiunto buoni livelli e
la possibilità di creare una linea di furgoni dei gelati ha incuriosito molto i
collezionisti, tanto che ancora oggi ne troviamo alcuni nel catalogo Oxford.
Nel 2007
apparivano i primi modelli in scala “00” ovvero la scala 1:76 adatta per i
modelli ferroviari inglesi. La serie, partita in sordina, oggi occupa buona
parte del catalogo. Il minor costo degli stampi per miniature così piccole
consente di realizzare più novità ogni anno, mentre i modelli nuovi in 1:43
sono ridotti a poche nuove unità annuali. A parziale compenso c’è un generale
miglioramento della qualità degli 1:43 rispetto alle prime uscite, oltre alla
scelta di vetture inedite o poco riprodotte da altri costruttori.
Nel corso del
2008 ha inizio anche la serie Haulage, comprendente autocarri e autobus in
1:76. In questa serie sono apparsi anche veicoli militari.
In ultimo, nel
2009, sono apparse miniature nella scala “N” inglese che, come abbiamo detto, è
in 1:148 anziché 1:160.
Le serie si
sono ampliate ulteriormente nel 2010 con aerei e, nel 2015, perfino ferroviarie
(sempre in scala “00”, riproducenti materiale delle ferrovie inglesi).
Arrivano in
catalogo anche due modelli in scala 1:18, la Trojan (versione inglese della
Heinkel Kabine) e la Messerschmitt KR200.
Appare anche
una serie di modelli di auto americane in scala H0, cioè 1:87. Sono in
pressofusione e in tutto simili alle Oxford in scala ‘00’, ma più piccole. Ciò
per favorire l’export verso gli Stati Uniti, dove i trenini in miniatura
adottano la scala internazionale 1:87 e dove i modelli in 1:76 avrebbero avuto
un’apparenza troppo grossa in confronto.
In
considerazione dell’ampliarsi dell’offerta di trenini in scala ‘TT' (ovvero
1:120), Oxford ha deciso di avventurarsi in quel settore nel 2022. Si tratta di
una scala che offre un buon compromesso fra i dettagli, curati come l’H0 e le
dimensioni, appena poco più grandi della scala N, in modo da appagare l’occhio
senza costringere a impianti di dimensioni troppo grandi per gli appartamenti
attuali.
Attualmente la
Oxford fa parte del gruppo Hornby.
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