OttOmobile Volkswagen SP 2 in scala 1:18
Troppo bella per essere venduta. Eppure ne hanno prodotte
più di 10.000 in quattro anni (1972-76). Il fatto è che la SP2 era una
Volkswagen figlia del Brasile che si riscattava, progettata e realizzata quando
Rudolf Leiding divenne il capo della Volkswagen do Brasil (prima di passare al
comando a Wolfsburg).
La SP, iniziali di Sao Paulo, sede della VW brasiliana
(ma anche di SPort-car, Special Performance, Special Project e altri
accostamenti), nasce da un progetto tutto brasiliano realizzato in meno di due anni.
La fretta ha giocato un brutto scherzo, perché la
macchina è venuta fuori benissimo, con una linea felina quasi da Jaguar E, però
adattata su un telaio che bene o male era quello del Maggiolino e nessuno aveva badato alla normativa internazionale in previsione di una eventuale
esportazione. Il muso era troppo basso e i fanali anteriori non rispettavano le
regole sull’altezza minima.
Fu così esportata in pochi esemplari solo in certi paesi
arabi e in Portogallo, anche qui in numeri ridotti.
La SP2 è la variante più potente del modello: esisteva
anche una SP1 con motore 1600 da 54 CV che con i suoi 150 Km/h piaceva a pochi
perché le prestazioni non erano all’altezza della sportività della linea.
Meglio dunque la SP2 con motore 1700 (derivato da quello della 411) con almeno
65 CV (sempre pochi) con i quali la velocità massima almeno superava i 160
Km/h.
Al posto dell’auto vera possiamo mettere in collezione l’eccellente
modello in scala 1:18 di questa splendida vettura, presentato da OttOmobile alla
Fiera del Giocattolo di Norimberga di quest’anno e la cui distribuzione ai
clienti è iniziata da poco.
Il colpo d’occhio è molto buono, le proporzioni sono ben
rispettate da qualsiasi parte la si guardi ad eccezione del telaio,
praticamente piatto, dove l’unico elemento di spicco è la marmitta cromata, su
un lato.
Certo le occasioni per fare raffronti con l’auto vera
sono limitate a qualche raduno o alla visita del Museo Volkswagen a Wolfsburg; chi
scrive ha avuto tuttavia modo di osservarla più volte al vero.
Purtroppo non ci sono aperture e gli interni possono
essere osservati con qualche difficoltà dai finestrini. Bene i tergicristalli
riportati fatti senza utilizzare fotoincisioni, troppo piatte per dare realismo.
Solo i paraurti anteriori hanno un’apparenza fin troppo
sottile. Vero è che quelli dell’auto reale sono praticamente decorativi, però
alle volte la riduzione in scala pura e semplice fa quasi sparire certi
particolari che invece si notano benissimo.
Non si tratta di un difetto del modello, ma solo di un inganno della vista, che avrebbe preferito vedere i paraurti leggermente più corposi.
Eccellente la verniciatura e i particolari riportati come
la luce di retromarcia non integrata ma applicata a parte (e da un lato solo)
come usava Volkswagen a quei tempi.
La SP2 è stata originariamente riprodotta in resina e in
limitato numero di esemplari dal modellista sudamericano Apuzzo. E’ quindi
approdata in scala 1:43 con i modelli di resina di NEO e in 1:87 con quelli,
pure di resina, della BoS.
Per ora le poche riproduzioni in zamac di un produttore in
grande stile sono quella di Mattel, nella serie in 1:66 di Hot Wheels, con le
classiche ruote veloci e quella di IXO per la serie da edicola dedicata alla Volkswagen, per ora uscita in Germania, al numero 39.

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