STUDEBAKER STARLINER 1953
Dopo l’annata del centenario, con il 1953 Studebaker mise in campo una
intera linea di nuovi modelli disegnati da Raimond Loewy: le economiche Champion,
le belle Commander e la Land Cruiser con il passo più lungo.
Accanto a queste vetture, caratterizzate da un design moderno e sobrio in
un epoca di ridondanti cromature, Studebaker propose un filante coupé Starliner
su telaio a passo lungo di 120 pollici (circa 3 metri), disegnato da Bob Bourke,
dello studio Loewy, a capo del progetto per la Studebaker.
Ne nacque una vettura con una linea di gran classe (è esposta al MOMA di
New York), quasi europea per i gusti americani, ma in linea con i loro concetti
di auto sportiva.
Certo con il 6 cilindri da 80 CV non era un fulmine, ma con l’8V di 4800cc
con 102 CV aveva prestazioni all’altezza di una buona gran turismo, sempre
tenendo conto che si trattava di una macchina a cinque posti lunga quasi 5
metri e 20 centimetri.
Come le Gran Turismo europee sfoggiava una strumentazione completa.
Disponibile nella elegante versione hardtop per gli anni 1953/54 e anche
con montante centrale, più economica, per il 1955, la Starliner fu la vettura
che avviò la Studebaker verso il declino e la precoce scomparsa a metà anni
Sessanta.
E non per l’insuccesso dei modelli 1953, bensì per un fatto poco comune nel
mondo automobilistico: le richieste per il coupé superarono di gran lunga le
previsioni, che erano di un coupé ogni 4-5 fra berline e Station Wagon,
arrivando invece al 50% delle richieste.
Questo sconvolse tutte le previsioni e i ritmi di lavorazione nonché la
logistica delle scorte che non consentirono una rapida soddisfazione delle
richieste. Per di più le berline restavano a lungo invendute.
Nel 1955 tentarono di ravvivarle con pesanti cromature e un parabrezza
panoramico (non montato sui coupé), modifiche costose che non ebbero il
risultato sperato.
Della Studebaker Starliner abbiamo parecchi modellini, a cominciare dal
promozionale prodotto dalla AMT nella consueta scala 1:25. Questo modello fu in
un secondo momento offerto con motore elettrico e teleguida. Negli anni ’70 AMT
mise in commercio un eccellente scatola di montaggio, del tutto nuova (niente
in comune con gli stampi dei promozionali), che fu rimessa in commercio più
volte. Conteneva anche i pezzi per fare una versione ribassata per gare da
record, che appariva su una delle edizioni della scatola.
Varney realizzò un piacevole modellino in 1:87, privo però di finestrini, solo argentati. La Goodetoy mise in commercio un brutto modello in stile Tootsietoy che è difficile capire se si tratti di una berlina a 2 porte o del coupé Starliner, mentre la francese Solido ne fece una miniatura in scala 1:38-40 circa. La tedesca Distler creò un ingegnoso modello a condensatore elettrico in scala 1:32. Le batterie erano dentro a un distributore e un tubo di gomma caricava il condensatore del modello, che forniva energia per qualche minuto.
Anche dal Giappone spunta un giocattolo di latta della Starliner, circa 1:28 come scala, ma senza indicazione del produttore.
Della Starliner 1955 esistono il bel modello della Dinky Toys francese e la
sua copia cinese. Pure del 1955 è la Starliner President Speedster, una –
chiamiamola così – versione a tiratura limitata sovraccarica di cromature e
rifinita in tre tinte contrastanti, della quale esiste un modello di resina (a
tiratura limitata anch’esso) della Conquest.
In tempi più recenti la Starliner è tornata in scena oltre che con le
riedizioni del kit AMT, anche con la Franklin Mint in scala 1:43, con 3 aperture,
con la splendida Maisto in 1:18 (esiste anche in 1:66 ma si tratta di una
versione custom), con la Brooklin, che è un modello 1954, non particolarmente
bella nella sua livrea nera e non del tutto azzeccata, con la bella Spark in
1:43 (peccato l’accostamento di colori, anche in questo caso poco realistici),
la BoS in 1:87 e le splendide Greenlight in 1:66.
Per gli appassionati delle corse da record sulla pista di Bonneville esiste
anche un modellino in tiratura limitata della TOM, in scala 1:43.










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