PAGODA – basta la parola
A lei toccò un compito difficile: quello di sostituire
con una sola auto due modelli iconici della Mercedes-Benz: la 300 SL a 6
cilindri, mitica ma costosissima da costruire e quindi in vendita ad un prezzo impressionante,
e la 190 SL, molto più abbordabile ma mossa da un modesto 4 cilindri derivato
dalla berlina 180.
Presentata al Salone di Ginevra del 1963, la nuova 230 SL colpì per la sportività, il comfort e la sicurezza contribuendo a creare la tradizione delle lettere SL in Casa Mercedes-Benz, che la distingueva con la sigla W113.
L'hardtop opzionale con i suoi finestrini alti e il tetto a forma concava sostenuto da sottili pilastri ricordava gli edifici dei templi asiatici, le fece guadagnare rapidamente il soprannome di "Pagoda".
Meccanicamente derivava dalla 220 SE berlina ad
iniezione, con il motore rivisto e la cilindrata innalzata a 2308cc con 150 CV
di potenza. Anche il pianale derivava da quello della berlina, sapientemente
accorciato e messo a punto per dare il meglio per una macchina sportiva: lo
dimostra la vittoria di Böhringer
nell’impegnativo
rally Spa-Sofia-Liegi del 1963, ottenuto a pochi mesi dal lancio della vettura.
La
Mercedes-Benz 230 SL, disponibile con cambio manuale o automatico, fu un
successo: la formula del cabriolet che si trasforma in elegante coupé mediante il montaggio di
un hardtop luminoso fu molto apprezzata dal pubblico. Nel 1966 al Salone di
Ginevra fu presentata la 250 SL che montava un nuovo motore di 2496cc con 7
supporti di banco, che migliorava l’elasticità e il
piacere di guida. E’ la
versione più rara,
perché già nel 1968 fu sostituita
dalla 280 SL da un nuovo 2778cc da 170 CV. Nel marzo 1971 dopo essere stata
prodotta in quasi 48.500 unità, la
W113 fu sostituita dal modello R107, che poteva montare anche un 8 cilindri a
V.
La
Mercedes-Benz 230 SL è stata
un best-seller anche fra i fabbricanti di auto in miniatura, non solo in
Germania, ma in tutto il mondo, a cominciare dalla Dinky Toys francese e alcuni
giocattoli di latta giapponesi e coreani.
In
Italia fu miniaturizzata da entrambi i grandi produttori nazionali, Mercury e
Politoys, in più versioni,
mentre in Danimarca la Tekno e la Kirk realizzarono a suo tempo uno splendido
modello tutto apribile e con sterzo. La Kirk ebbe perfino l’accortezza di aggiornare
la sigla posteriore il 280SL quando venne presentata l’auto vera.
Interessante
la scelta della 230 SL per diverse slot-car per piste elettriche.
La
bellezza classica di questa vettura è sempre piaciuta ai collezionisti di modelli, tanto da
indurre molte Case a riproporla molto tempo dopo che l’originale era fuori
produzione.
Fra i
primi un modello della Giodi in scala 1:18 e Minichamps in 1:43, quindi Premium
Classixx con un eccezionale modello in scala 1:12. Oggi abbiamo i modelli di
Norev, Welly e il piccolo Wiking, completamente differente da quello apparso
nel 1964.
Commenti
Posta un commento