Le Rolls Royce fino alla Prima Guerra Mondiale
Le prime Rolls-Royce avevano l’aspetto di molte vetturette della loro epoca, ma le novità che proponevano non erano visibili al primo colpo d’occhio e solo un esperto sapeva discernere la qualità che i due fondatori vollero infondere nell’automobile che avrebbe portato i propri cognomi.
Henry Royce non negò mai di essersi ispirato a una Decauville
francese, ma vi applicò tutti i miglioramenti che la tecnologia del tempo
concedeva, al fine di migliorarne l’affidabilità e il rendimento. La sua
ricetta fu quella di produrre il massimo che era possibile direttamente in
fabbrica senza affidarsi a precari fornitori esterni, di cui era più difficile
controllare la qualità.
Sir Henry Royce
Le miniature delle prime Rolls-Royce non sono numerose. Per quelle in scala 1:43 occorre affidarsi a produttori artigianali. I loro modelli sono spesso difficili da trovare, a causa della limitata diffusione e della tiratura in pochi esemplari, e talvolta sono anche piuttosto costosi. Uno dei più rinomati produttori, Ilario, ha voluto riprodurre anche la vettura test, usata dal novembre 1904 e la terza a portare il classico radiatore Rolls-Royce, nonché la quarta con il nome Rolls-Royce. Fu mostrata a Parigi dal 9 al 25 dicembre di quell’anno.
Fra i propositi di Royce vi era quello di costruire una intera gamma di auto con motori modulari da 2, 4 e 6 cilindri, ma la sua azienda era troppo piccola per disperdere energie in tanti modelli e non era intenzione di aumentare la produzione a scapito della qualità. Per questo alla fine preferì concentrarsi su un modello con motore a 6 cilindri che avrebbe facilmente conquistato una clientela abbiente. Stava nascendo la Silver Ghost, una vettura grande e potente che l’autore di questo articolo ricorda alla rievocazione della Torino-Asti alla guida di Lord Montagu in persona.
È interessante che due dei più vecchi modelli
riproducenti Rolls-Royce siano due scatole di montaggio. Il primo sul mercato
fu una Rolls-Royce Landaulet del 1911 dell’americana Gowland & Gowland, che
nel 1953 lanciò i primi “kit” interamente di plastica, assai più facili da
assemblare delle precedenti scatole con pezzi di legno da lavorare. La serie
“Highway Pioneers” fu prodotta a lungo anche quando l’azienda venne assorbita
dalla Revell. Lo stampo della Rolls-Royce continuò a essere usato anche dalla Merit,
dalla Dapol e, in Cecoslovacchia, dalla Šmer.
Anche la inglese Airfix aveva presentato un kit in
plastica, nel 1952, che riproduceva però una nave. Il successo di questo genere
di giocattoli da assemblare fu raggiunto nel 1953 con una miniatura del celebre
aereo Spitfire, venduto in una economica busta contenente tutti i pezzi
necessari. Se ne vendettero più di 350.000 l’anno. Nel 1959 Airfix aggiunse le
prime automobili in scala 1:32 cominciando con una Darraq del 1904. Ad essa si
aggiunse un buon modello della Rolls-Royce del 1905, quindi una landaulet del
1911 molto simile a quella della Gowland&Gowland.
Il kit della Rolls-Royce 1905 della Gakken, in scala 1:16
è poi stato ripresentato dalla Revell, mentre esiste anche un curioso modello
di plastica, in scala 1:25 con logo “BW” sul telaio fabbricato dalla Breiter on Germania.
La successiva Rolls-Royce Silver Ghost del 1907 è
sicuramente una delle vetture più iconiche del suo tempo, ed è stata riprodotta
da molti brand, a cominciare dalla Franklin Mint che ne ha avute diverse in
catalogo, in scala 1:24 e in 1:12.
Una Silver Ghost fu tra i primi modelli Lesney della
serie “Yesteryears” e anche tra i modelli della spagnola Nacoral troviamo ben
tre Silver Ghost, di cui una in plastica e due in die-cast. Una delle Silver
Ghost più belle fu la berlina da viaggio del 1912, realizzata da Corgi Classic
in 1:43. Peccato che solo il cofano motore e il telaio fossero in
pressofusione, mentre la carrozzeria era di plastica. Restò in catalogo a lungo
e le versioni più recenti ebbero le ruote posteriori semplificate e identiche a
quelle anteriori.

















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