Renault Fuego GTX - Solido 1/18
Fuego!
Ovvero "fuoco " in lingua spagnola. Questo era il nome della coupé Renault, presentata al Salone di Ginevra 1980, che andava a sostituire le ormai obsolete coupé 15 e 17. Difatti, anche la nuova nata avrebbe dovuto essere identificata da un numero, come tradizione Renault: 19, anche a rimarcare la sua diretta discendenza dalla berlina 18, nata solo due anni prima. Disegnata da Michel Jardin, designer del centro Stile Renault (all'epoca diretto da Robert Opron), la Fuego si distingueva, in un'epoca ancora dominata dalle linee squadrate e tese, per una linea aerodinamica e arrotondata, con ampie superfici vetrate, che rendevano molto luminoso l'abitacolo e che slanciavano la linea; il portellone, ispirato a quello della Porsche 924, era un'ampia cupola di vetro. I motori in dotazione partivano da un pacioso 1.4 da 62 cv, seguito da un 1.6 da 94 cv e da un 2 litri da 108 cv. Il top di gamma era il 2 litri turbo, che sviluppava 132 cv. Era anche presente un turbodiesel da 2068 cc, che sviluppava 88 cv: scelta coraggiosa, perché era la prima volta che un diesel veniva montato su un'auto sportiveggiante.
That is "fire" in Spanish. This was the name of the Renault coupé, presented at the 1980 Geneva Motor Show, which replaced the now obsolete coupé 15 and 17. In fact, even the new born should have been identified by a number, as Renault tradition: 19, also to remark its direct descent from the sedan 18, born only two years earlier. Designed by Michel Jardin, designer of the Renault Style Center (at the time directed by Robert Opron), the Fuego stood out, in an era still dominated by square and taut lines, for an aerodynamic and rounded line, with large glass surfaces, which they made the passenger compartment very bright and streamlined the line; the tailgate, inspired by that of the Porsche 924, was a large glass dome. The engines supplied started with a peaceful 62 bhp 1.4, followed by a 94 bhp 1.6 and a 108 bhp 2-liter. The top of the range was the 2-liter turbo, which developed 132 hp. There was also a 2068 cc turbodiesel, which developed 88 hp: a brave choice, because it was the first time that a diesel was fitted to a sports car.
La linea della Fuego era innovativa, con i paraurti in materiale plastico e quella striscia nera che, continuando idealmente le superfici vetrate, alleggeriva e slanciava la fiancata (si sarebbe vista anche su altre vetture, Alfa 75 in primis). Purtroppo, l'allure sportiva era guastata dalle carreggiate piuttosto strette, e dall'assetto "alla francese", alto sulle ruote e inclinato in avanti, che tradiva la stretta parentela con una berlina per famiglie. Ebbe comunque un discreto successo, anche grazie alle sue prestazioni, all'epoca tutt'altro che disprezzabili, e per la sua ricca dotazione di accessori di serie.
| La copertina del dépliant ufficiale. Notare il vezzo di allineare il disegno dei copricerchi... |
Solido si è sempre distinta per la precisione nel riprodurre la linea dei suoi soggetti, in particolare dele vetture francesi, e anche questa volta non ha fatto eccezione. La Fuego è praticamente perfetta. Inoltre, pur essendo un modello di fascia economica, la verniciatura è priva di difetti, sono presenti i vetri laterali alle porte e la finitura generale è di buon livello. Come sempre un ottimo rapporto qualità/prezzo: in questo, Solido è imbattibile.
I fanali posteriori sono corretti, solo la parte arancione avrebbe potuto essere un po' più chiara. In ogni caso, hanno una buona luminosità e profondità. Sotto il paraurti, come sull'auto vera, è ben evidente la ruota di scorta... una caduta di stile per una coupé di classe! Ma il modello non l'ha dimenticata, e questo va molto bene.
La vista laterale conferma quanto detto sopra: la linea è perfettamente catturata. Anche l'assetto è correttto. Le ruote, con gli originali e tipici coprimozzo, sono ben riprodotte. La categoria economica del modello è tradita soltanto dai tergicristalli e dall'antenna, un po' troppo spessi per essere perfettamente in scala. Anche l'allineamento del portellone è migliorabile, ma questi piccoli difetti sono più che giustificabili in un modello di questa fascia di prezzo. In compenso, le shutlines delle portiere sono molto sottili, come su modelli di fascia ben superiore.
Già, perché non dobbiamo dimenticare che Solido, anche in questo caso, ha previsto portiere apribili! Su cardini realistici e con un angolo di apertura corretto, perdipiù. Ci chiediamo sempre cosa riuscirebbero a fare i ragazzi di Solido, se solo decidessero di salire di un gradino...
Le ampie superfici trasparenti consentono di osservare abbastanza bene l'arredamento interno. Si notano i particolari sedili sportivi con appoggiatesta integrato (anche quelli di ispirazione Porsche 924). I pannelli portiera sono curati, e guardando bene, si vedono i simbolini sui pulsanti del cruscotto. Ottimo lavoro! Si nota anche la pedaliera applicata.
Commenti
Posta un commento