60 anni Citroën Ami 6

Genesi piuttosto tormentata quella della Ami 6, che Flaminio Bertoni avrebbe immaginato con il portellone posteriore con 10 anni di anticipo sui primi che si sarebbero visti su un’automobile. Nel 1955, però, il presidente della Citroën Pierre Bercot aveva bocciato l’idea perché non voleva che i clienti avessero la sensazione di guidare un mezzo commerciale. La Ami 6 nasceva dall’esigenza di colmare il “buco” esistente fra la piccola 2CV e la DS. Nel 1956, con la fusione di Panhard e Citroën questo gap fra i due modelli fu occupato dalla PL17 e la Ami 6 fu riposizionata un gradino più in basso.

Foto ufficiale della Citroën Ami 6 del 1961
Modello della Minichamps, in scala 1:43 
(foto Guillou)

Nel frattempo Bertoni aveva risolto l’accesso al bagagliaio adottando un lunotto invertito: ciò consentiva il disegno di una vettura a tre volumi con ampio bagagliaio senza sacrificare la posizione della testa degli occupanti del sedile posteriore.

Incontestabile il confort offerto dai comodi sedili adottati sulla Ami 6

Eccellente miniatura della Citroën Ami 6 della JRD, con cofano apribile, in 1:43

Rather tormented genesis that of the Ami 6, which Flaminio Bertoni would have imagined with a rear tailgate almost 10 years ahead of the first ones that would have been seen on a car. In 1955, however, Citroën president Pierre Bercot rejected the idea because he did not want customers to feel like driving a commercial vehicle. The Ami 6 was born from the need to fill the "hole" between the small 2CV and the DS. In 1956, with the merger of Panhard and Citroën this gap between the two models was occupied by the PL17 and the Ami 6 was repositioned a step lower. In the meantime Bertoni had solved the access to the trunk by adopting an inverted rear window: this allowed the design of a three-volume car with a large trunk without affecting the head position of the occupants of the rear seat.

Nella vista posteriore si apprezza il lunotto a inclinazione invertita
Curiosa miniatura della Atlas in 1:43 con i personaggi della serie "Tintin".
Il modellino Clé, in 1:45 circa, aveva doppi fari perché non esisteva un brillantino ovale

Sul frontale spiovente Bertoni aveva pensato a doppi fari carenati, ma in ultimo si scelse una soluzione più tradizionale con fari ovali su parafanghi rialzati e solo il cofano motore spiovente, a vantaggio di una buona visibilità anteriore. Linee curve, scalfature e rilievi sulla lamiera e linee dritte resero l’estetica dell’Ami 6 del tutto particolare. Nonostante la mano del nostro connazionale, già apprezzato per la Traction Avant e la DS, la nostra rivista Quattroruote nella sua prova su strada del 1964, censurò l’estetica con le parole “tormentata e sgradevole”, apprezzando però a pieni voti altre qualità come la tenuta di strada e il consumo contenuto in tutte le situazioni. La critica alla qualità delle finiture era dovuta soprattutto all’elevato prezzo in Italia. Citroën aveva già rimediato in parte con il lancio della versione Confort, più rifinita e accessoriata. 

Sopra e sotto: kit CIJ con gioco della catena di montaggio (foto Guillou)
Citroën Ami 6 della CIJ, in 1:43. Si noti il volante di plastica trasparente.

Il motore di 602cc aveva 21,5 CV al momento del lancio ma già nel 1963 fu portato a 25 CV. Nel 1964 fu presentata la versione break, ovvero giardinetta, la cui estetica ritornava al concetto originale di Bertoni, cioè con il portellone posteriore. I doppi fari fecero dapprima la comparsa sulla Ami 6 break Club del 1967 per smaltire scorte di fari destinati alle versioni USA, dove la vettura non ebbe successo. Quindi nel 1968 furono adottati anche dalla berlina. Nel marzo 1969 la Ami 6 fu sostituita dalla nuova Ami 8, con carrozzeria semplificata nei dettagli e resa più armoniosa. In 8 anni la Ami 6 superò il milione di esemplari costruiti, di cui 555.000 in versione break.

Ami 6 Club al Salone di Parigi del 1968

Citroën Ami 6 break della spagnola Nacoral, scala 1:43 (foto Guillou)

Citroën Ami 6 break, Minialuxe, 1:43 (foto Guillou)

Citroën Ami 6 berlina, Minialuxe, 1:43 (foto Guillou)
Citroën Ami 6 in versione scuola guida, Minialuxe, 1:43
Sopra e sotto: Citroën Ami 6 break, Dalia su licenza Solido, 1:43 (foto Guillou)

La maggior parte dei modelli della Ami 6 è di produzione francese, se si eccettua qualche modello spagnolo, e si contano anche alcuni modelli di latta dovuti a Joustra e a un piccolo produttore, anch’esso francese, Banier, che sembra aver realizzato solo questo modello, in scala 1:20 circa. 

Giocattolo Banier con motore a frizione, scala 1:20 circa (foto Guillou)
Sopra e sotto: due viste del modello della Ami 6 Joustra, in scala 1:20 circa (foto Guillou)
La Joustra mise in commercio anche il modello della Ami 6 break
Il modello della spagnola Rico, in 1:20, aveva una bella scatola illustrata (foto Guillou)
La Rico produsse la Ami 6 anche in scala più piccola, 1:38 circa
Sopra e sotto: due modelli della francese SLJ, in scala 1:20 circa (foto Guillou)
Anche la SLJ aveva scatole con illustrazioni si pregio
Sopra e sotto: penny toy marca Sesame, circa 1:45 (foto Guillou)

Notevole la produzione di modellini da parte della francese Norev, anche per la sua longevità rispetto ad altri produttori nazionali. Ci sono riproduzioni in plastica di vario genere, di metallo, in scala H0 e non ultima una spettacolare Ami 6 in scala 1:18, con aperture.

Citroën Ami 6 della Norev di plastica, 1:43
Break e berlina della Norev di plastica, 1:43
La Break aveva il cofano apribile (con motore verniciato o no) (foto Guillou)
La Ami 6 della Norev di plastica con la caratteristica confezione (foto Guillou)
Ami 6 Break 1967, Norev, scala 1:87
Ami 6 berlina, Norev, scala 1:87
Edizione recente della Ami 6 Norev in scala 1:87 (foto Guillou)
Citroën Ami 6 in scala 1:18, Norev
Citroën Ami 6 1967, Norev metallo, scala 1:43

Curioso il caso della Dinky Toys francese. Quando la sua miniatura uscì aveva i cofani anteriore e posteriore apribili (quest'ultimo senza neanche una molletta per restare aperto). Guardando nel cofano anteriore si vedeva la ruota di scorta (di vera gomma inserita in una sporgenza che simulava il cerchione), ma nessun accenno di meccanica. Probabilmente qualcuno ebbe a protestare e il fondo del cofano venne rimodellato, con tutta la meccanica, la batteria e il perno dove andava fissata la ruota di scorta, ma senza quest'ultima.

Sopra e sotto: due versioni della Ami 6 della Dinky Toys francese, 1:43 (foto Guillou)
Sopra e sotto: Citroën Ami 6 della Solido serie Club, 1:43 (foto Guillou)
Citroën Ami 6 break, Solido, 1:43 (foto Guillou)
Edizione attuale della Ami 6 venduta dalla Solido, in 1:43
Riedizione del modello d'epoca per la serie Solido Club

Ami 6 Solido per Hachette, scala 1:43 (foto Guillou)
Ami 6 break Sapeurs pompiers, Verem, 1:43 (foto Guillou)
Ami 6 di Verem con carozzeria in resina, 1:43 (foto Guillou)

Citroën Ami 6 break, Eligor, 1:43 (foto Guillou)

Citroën Ami 6 della Eligor, in 1:43

Soltanto negli ultimi anni la vettura è stata oggetto di nuove riproduzioni dovute in particolare a marchi di grosso calibro come Herpa (per la scala 1:87), Ixo e Minichamps, oltre alla BoS per una stupenda Ami 6 break di resina in scala 1:18.

Piccola ma precisa la break della Herpa in scala 1:87
Citroën Ami 6 berlina declinata da Ixo in 1:43
Citroën Ami 6 Break di Minichamps, in 1:43
Citroën Ami 6, Nostalgie, 1:43 (foto Guillou)
Ami 6 break Postes di Universal Hobbies in 1:43 (foto Guillou)
Confezione doppia per l'Ami 6 break in scala H0 di Universal Hobbies (foto Guillou)
Citroën Ami 6 di Whitebox, in scala 1:24

Serie limitata di Atlas (su base Eligor) in 1:43 (foto Guillou)
La Ami 6 break di BoS, in 1:18, realizzata in resina

Non dimentichiamo alcuni produttori di modelli speciali, come Automany, che hanno realizzato le versioni furgonate della Ami 6, anche la poco diffusa versione fourgon vitrée, una giardinetta con due sole porte.
Ami 6 commerciale (furgone e vetrata) di Automany, resina, 1:43 (foto Guillou)
Citiamo infine un curioso giocattolo di plastica “soffiata” realizzato dalla Henkel francese per promuovere i suoi detersivi. La vettura aveva una confezione, pure di plastica, che ricordava un garage.
Sopra e sotto: la Ami 6 della Henkel, di plastica "soffiata", con il garage  (foto Guillou)

Si ringrazia Stephane Guillou per aver messo a disposizione molte delle fotografie del servizio

Commenti