Giulietta Sprint Zagato - Cult Scale Models 1:18


 Nata... per un incidente!

La Giuliettta Sprint Zagato, o SZ per la maggior parte degli appassionati, è stata una delle Alfa Romeo più vincenti nella storia del marchio, sia su pista che nei rally. Piccola, leggerissima (circa 800 kg) potente (100 cv) e decisamente veloce, nacque non per volontà dell'Alfa Romeo ma grazie... ad un incidente. Nel 1956 l'Alfa gareggiava, nella categoria fino a 1300, con la Giulietta Sprint Veloce, versione alleggerita della Sprint carrozzata Bertone: nello stesso tempo, stava sviluppando una versione più performante, sempre dello stesso carrozziere, la Sprint Speciale. Caso volle che i due fratelli milanesi e "gentleman drivers" Dore e Carlo Leto di Priolo distruggessero la loro Sprint Veloce durante la Mille Miglia  e che, a fronte di un preventivo di riparazione astronomico, preferissero smantellarla per farla ricarrozzare da Zagato. Nasceva così la Sprint Veloce Zagato, che nelle mani di diversi piloti iniziò a "bastonare" grazie alla sua carrozzeria leggera e aerodinamica, le Alfa ufficiali. Per cui, alla Casa non restò che rivolgersi direttamente a Zagato per avere una piccola serie di quella vettura, che, ulteriormente raffinata nella linea, divenne la Giulietta Sprint Zagato, ufficialmente presentata al Salone di Ginevra il 3 marzo 1960. 

The Giuliettta Sprint Zagato, or SZ for most enthusiasts, was one of the most successful Alfa Romeos in the history of the brand, both on the track and in rallies. Small, very light (about 800 kg), powerful (100 hp) and decidedly fast, it was born not by the will of Alfa Romeo but thanks ... to an accident. In 1956 Alfa competed, in the category up to 1300, with the Giulietta Sprint Veloce, a lighter version of the Sprin with Bertone bodywork: at the same time, it was developing a more performing version, again by the same coachbuilder, the Sprint Speciale. It so happened that the two Milanese brothers and "gentleman drivers" Dore and Carlo Leto di Priolo destroyed their Sprint Veloce during the Mille Miglia, and that, in the face of an astronomical repair estimate, they preferred to dismantle it to have it re-engineered by Zagato. Thus was born the Sprint Veloce Zagato, which in the hands of various drivers began to "beat" the official Alfa cars thanks to its light and aerodynamic bodywork. So, the House only had to contact Zagato directly to have a small series of that car, which, further refined in its line, became the Giulietta Sprint Zagato, officially presented at the Geneva Motor Show on March 3, 1960. 

La SZ prima serie (o Coda Tonda, o Saponetta, come lo stesso Elio Zagato la definiva) è stata riprodotta in scala 1/18 prima da Tecnomodel e in un secondo tempo, da Cult Scale Models. I prodotti Tecnomodel li conosciamo bene, ma finora non avevo mai avuto occasione di maneggiare un modello della Cult. Per cui, quando ho trovato in rete questa piccola Alfa venduta con un considerevole sconto, non ho esitato a portarmela a casa e nello stesso tempo presentarvela in questa recensione.



Il modello è in resina, senza parti apribili, ed il livello di finitura, a prima vista, è simile a quello di OttoMobile: per cui abbastanza elevato ma senza particolari ricercatezze. Cult, però, ha il plus delle ruote anteriori sterzanti (anche se di poco, in questo caso) cosa rara sui modelli in resina. La verniciatura è ottima, molto lucida e assolutamente uniforme. Il grigio metallizzato rende questa vettura piuttosto elegante, anche se, non nego, avrei preferito il rosso Alfa: ma ovviamente è andato a ruba e,  per i pochi esemplari ancora disponibili,  i prezzi sono esagerati... quindi ho deciso che il grigio mi piace moltissimo.


La linea è riprodotta molto bene, le proporzioni sono corrette, e le ruote sono del giusto diametro. Paraurti? Non erano neanche previsti. Curiosamente, i cerchioni presentano le borchie cromate, un accessorio che, credo, ben poche di queste vetture abbiano mai montato... Notiamo anche che Cult ha fortunatamernte resistito alla tentazione di realizzare le cornici dei vetri in fotoincisione: bene, perché in questo modo, oltre ad ottenere un effetto maggiormente tridimensionale, ha evitato l'eccessiva lucentezza dell'acciaio. Queste vetture erano praticamente tutte in alluminio e le rifiniture erano semplicemente lucidate e non cromate (a parte lo scudetto della calandra e le maniglie delle porte, che erano in ottone cromato).  Belle le piccole manigliette delle porte, molto fini. Non manca il logo Zagato sulla fiancata, questo sì realizzato in fotoincisione adesiva.

Ben fatta la fanaleria, sia anteriore che posteriore, anche se forse i fari sembrano un po' troppo grandi, sensazione aumentata però dalla spessa cornice cromata: sono comunque ben luminosi e dotati della giusta profondità. La calandra è molto fine e incorpora le luci di posizione. Il logo Alfa è anch'esso in fotoincisione adesiva. La coda presenta le gemme in plastica trasparente bicolore, il tegolino per le luci targa ed il pulsante per l'apertura del cofano, particolari che sono tutti rigorosamente riportati a parte. Lo scarico ha il corpo color alluminio ed il terminale cromato ed ha la giusta profondità. Nessun logo Alfa Romeo, nessuna targhetta di identificazione, esattamente come nell'auto vera. Tutto peso inutile!

A questo punto devo parlare degli interni e mi piacerebbe illustrarli con qualche foto: bene, scordatevelo, è praticamente impossibile fotografare alcunché, essendo già molto difficile vederli ad occhio nudo... in ogni caso, sappiate che la plancia, piuttosto spartana, è ben riprodotta, con tanto di piastrina contenente tutti gli interruttori (debitamente dipinti). Il cruscotto presenta i tre strumenti incassati, resi con decal; il volante è giustamente di diametro enorme, ha la corona nero lucido, mentre le razze e la leva delle frecce sono color alluminio lucido. I sedili sono i tipici sedili Zagato sportivi e sono ben fatti, con tanto di schienale forato e seduta trapuntata. I pannelli portiera, completamente lisci, hanno manovella alzavetro e maniglia di chiusura dipinti in argento e presentano la tasca portaoggetti. L'unica cosa che si può criticare è la leva del cambio, leggermente corta rispetto all'originale. Fidatevi sulla parola, oppure attendete che un certo produttore di modelli apribili, bontà sua, smetta di riprodurre Aventador e 911 e si decida a ricominciare a dedicarsi alle Alfa classiche.

La Giulietta SZ di Cult ha anche un po' di riproduzione della meccanica... niente di esaltante, ma sempre meglio degli insulsi fondi piatti di altri modelli. Peccato solo per i quattro fori di fissaggio alla confezione, che sono decisamente enormi e che praticamente non smettono mai di rilasciare polvere di resina ogni volta che il modello viene appoggiato su una superficie.

Insomma, Cult Scale Models lavora bene, il modello è ben dettagliato e piuttosto ben fatto e le ruote sterzanti lo rendono interessante. Il livello, come già detto, non si discosta molto da GT Spirit o OttoMobile, ma purtroppo il prezzo non è altrettanto allineato. Mistero delle realizzazioni in resina. In ogni caso, un modello imperdibile per gli amanti delle Alfa Romeo, che come altri è stato ingiustamente ed inspiegabilmente ignorato dai principali produttori di pressofusi apribili. Peccato. Ultimo appunto: per chi non lo sapesse, (ma credo siano pochi) Cult ha messo in vendita anche la SZ seconda serie, la cosiddetta Coda Tronca, in rosso o in bianco. Sto già aspettando il prossimo sconto...

La foto ufficiale della Giulietta Sprint Zagato. Con i coprimozzi cromati!

http://www.cultmodels.com/index.aspx



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