Volvo P1800 1961 e Volvo 1800ES 1971
Ci sono voluti quasi più di cinquant’anni affinché Volvo ammettesse che la paternità della linea della P1800 era di Pelle Petterson e non di Frua. Erano gli anni Cinquanta quando la Casa Svedese decise di scendere in campo con un’auto sportiva. Per la progettazione si rivolse alla Carrozzeria Frua, presso la quale Petterson stava facendo un brillante apprendistato. E in effetti i primi tre prototipi furono costruiti in Italia.
Alla Volvo pensarono di affidare la produzione in serie alla Karmann, ma questa era troppo legata alla Volkswagen che, temendo che la nuova venuta facesse concorrenza alla propria Karmann-Ghia, minacciò di annullare tutti i contratti con la carrozzeria tedesca, che denegò l’acquisizione del contratto con Volvo. Altre Case tedesche non sembravano offrire la qualità costruttiva pretesa da Volvo. Al Salone di Bruxelles del 1960 la nuova coupé svedese fu presentata e fu siglato un contratto con la Jensen, che avrebbe prodotto in Scozia le scocche per la vettura, che sarebbe stata assemblata a West Bromwich, in Inghilterra.
It took almost fifty years for Volvo to admit that the paternity of the P1800 line was of Pelle Petterson and not the Italian Coachbuilder Frua. It was the 1950s when the Swedish brand decided enter the field with a sports car. For the design he turned to Carrozzeria Frua, where Petterson was doing a brilliant apprenticeship. And in fact the first three prototypes were built in Italy. Volvo thought of entrusting mass production to Karmann, but this was too closely linked to Volkswagen which, fearing that the new car would compete with its Karmann-Ghia, threatened to cancel all contracts with the German bodyshop, which denied the acquisition of the contract with Volvo. Other German companies did not appear to offer the same building quality claimed by Volvo. At the 1960 Brussels Motor Show the new Swedish coupe was unveiled and a contract was signed with Jensen, who would produce the body shells for the car in Scotland, which would be assembled in West Bromwich, England.
Nel settembre 1960 la produzione della Volvo P1800, modello 1961, ebbe inizio. La vettura era equipaggiata con il motore B18, lo stesso della 122S ma con 100 CV grazie ad un rapporto di compressione più elevato e un diverso albero a camme. La velocità massima sfiorava i 190 Km/h nelle versioni senza overdrive, mentre era un po’ più bassa (poco meno di 180 Km/h) per quelle con overdrive, per via del diverso rapporto al differenziale. Dopo le prime 6000 vetture costruite, a causa di carenze qualitative, nel 1963 la produzione fu riportata in Svezia e le P1800 divennero “1800S” dove la “S” stava per Svezia.
Con l’occasione il motore
ricevette 8 cavalli in più e nel 1969 fu sostituito con il modello B20 di 2
litri da 118 CV. Novità per il 1970 fu l’introduzione dell’iniezione con la 1800E
(Einspritzung, dal tedesco), per via dell’impianto Bosch D-Jetronic, da 130 CV.
Furono anche adottati quattro freni a disco. Alla fine del 1971 fu presentata
la 1800ES, come Station Wagon, con il padiglione allungato e il portellone in
vetro, posteriore. L’idea venne da due prototipi costruiti da Coggiola e da
Frua (quest’ultimo esiste ancora nel Museo Volvo), ma alla fine fu scelta la
vettura disegnata dal proprio centro stile. La carriera della ES fu piuttosto breve:
solo due anni e poco più di 8000 vetture prodotte. Le stringenti norme di
sicurezza negli USA avrebbero comportato spese ingenti per adeguare una vettura
in linea da oltre 10 anni e costruita in pochi esemplari. La produzione ebbe
termine il 27 giugno 1973 con quasi 47.500 unità prodotte.
Con la produzione
impostata in Inghilterra, logico che i produttori di modellini inglesi non si
lasciarono sfuggire la nuova venuta, che era sentita un po’ come se fosse di
casa. Corgi Toys prima e Dinky Toys subito dopo misero in catalogo la P1800, e
quasi subito anche la Spot-On dall’Irlanda del Nord si aggiunse con il suo
modello in 1:42. Corgi Toys, poi, mise in commercio la Volvo apparsa nei
telefilm di “The Saint” con Roger Moore.
Naturalmente anche
la Tekno danese, sempre attenta al mercato scandinavo, non fece mancare una
Volvo P1800 coupé, mentre in scala piccola furono la spagnola Anguplas e poi la
Eko ad avere una miniatura in 1:87. In Francia fu la Norev a replicare la Volvo P1800.
La stessa Norev ripropose la Volvo P1800, con ruote belle
In tempi più
recenti la Minichamps presentò entrambe le Volvo 1800 e 1800ES in 1:43 e la
1800ES anche in scala 1:18. Una 1800ES è stata prodotta anche da Motorart,
benché con le ruote un po’ grosse.
PremiumX ha
riprodotto il prototipo di Frua del Museo Volvo, mentre Whitebox ha proposto la
Volvo 1800 cabriolet, vettura prodotta in pochi esemplari in modo artigianale
da carrozzieri esterni.
La Revell ebbe in catalogo una bella P1800 in scala 1:18, nella stessa scala DNA Collectibles
ripropone la P1800 con un eccezionale modello di resina nella medesima scala.






















Commenti
Posta un commento