30 ANNI TRABANT
30 anni fa, il 30 aprile di primo pomeriggio, l’ultima Trabant – diventata suo malgrado simbolo della Germania Est – usciva dalla linea di assemblaggio di Zwickau, da quelli che prima della guerra erano gli stabilimenti Audi, e che nel 1990 sono stati rilevati dalla Volkswagen.
Il vecchio bicilindrico a due tempi fu sostituito
giusto un anno prima da un quattro cilindri Volkswagen di 1100cc di cilindrata,
che equipaggiava la Polo. Vani furono i tentativi degli ingegneri tedeschi della Germania Orientale di
proporre nuove motorizzazioni a 4 tempi fin dagli anni Ottanta: semplicemente
non c’erano i soldi da investire per industrializzare il nuovo motore. Il
rifiuto dell’Ungheria di importare le piccole utilitarie inquinanti fu
determinante per il ricorso a un motore nuovo, sebbene proveniente dall’Ovest
capitalista.
30 years ago, on 30 April in
the early afternoon, the last Trabant – which became a symbol of East Germany
in spite of itself – came out of the Zwickau assembly line from what were the
Audi plants before the war, and which were taken over by Volkswagen in 1990.
The old two-stroke twin was replaced just a year earlier by a four-cylinder
Volkswagen 1100cc displacement, which equipped the Polo. In vain were the
attempts of East German engineers to propose new 4-stroke engines since the 1980s:
there was simply no money to invest to industrialize any new engine at all.
Hungary's refusal to import those small polluting utility passenger cars was
instrumental in the use of a new engine, albeit coming from the capitalist
West.
La produzione della Trabant 601 si fermò poco oltre
quota 2.858.000 di cui 39.500 con motore Volkswagen. La sua produzione era
proseguita ancora per più di un anno dalla caduta del muro fra le due Germanie,
per onorare i contratti sottoscritti, ma sostanzialmente la piccola vettura non
aveva avuto modifiche estetiche per i quasi 30 anni di produzione. Nata del
1964 con un bicilindrico a 2 tempi di 26 cavalli derivato dai modelli
precedenti e ormai già considerato obsoleto in Occidente, poteva ospitare
quattro persone e relativo bagaglio in un formato molto compatto e con una
linea – per l’epoca – moderna. Chi voleva avere più spazio per il trasporto
poteva ordinare la Universal, versione giardinetta con portellone posteriore.
Sua caratteristica d’avanguardia era la carrozzeria ricoperta di pannelli di
una speciali plastica chiamata duroplast, un sandwich di plastica, resina e
fibre di cotone pressate a caldo. Serviva a risparmiare il prezioso acciaio, di
cui la Germania Est era deficitaria.
Nel tempo subì solo lievi modifiche, che andavano dal volante ai poggiatesta, dall’accensione elettronica ai freni a disco, fino alla nuova sistemazione del serbatoio e alle nuove sospensioni, modificate per far posto al motore VW.
I MODELLI
La piccola Trabant 601 è diventata icona della
scomparsa DDR (Germania Est) e un simbolo della rinascita di un popolo. Oggi
quelle rimaste in circolazione vengono trattate come preziose veterane, anche
se non hanno quotazioni elevate. I modellini della Trabant c’erano già ai tempi
della DDR, come ad esempio una ottima miniatura in scala 1:25 della Anker/Piko
e pure in 1:87 la piccola faceva la sua figura sui plastici ferroviari grazie a
un modellino della Haufe, usato talora come carico su carri merci in scala H0.
Una azienda ungherese realizzò invece la Trabant 601 Universal, con motore a
frizione, in una scala compresa tra l’1:28 e l’1:30.
La prima Trabant occidentale dopo la caduta del Muro
fu quella della Vitesse, in scala 1:43, seguita da tre miniature in scala
1:87: I.M.U., Wiking e Schuco Piccolo (quest’ultima in 1:90). La Vitesse mise in
catalogo anche una grossa Trabant in scala 1:18, poi gli stampi passarono alla
Sunstar che commercializzò anche la versione Universal. Revell realizzò un kit
in scala 1:24, privo di parti apribili. A distanza di anni la stessa Revell
rifece lo stampo con le aperture di porte e cofani. Non erano apribili, ma
potevano essere montati in posizione aperta consentendo di vedere i dettagli.
In occasione del 25° anniversario della caduta del Muro la Revell ha prodotto
anche la Universal.
La casa della birra Sternquell, poi, iniziò a
promuovere il suo prodotto con dei modellini in scala 1:66 circa prodotti in
Cina dalla Grell, azienda specializzata in gadgets pubblicitari. Inizialmente
erano prodotte vetture della DDR utilizzando una livrea verde metallizzato e
crema, colori del birrificio, ma in seguito riproposte in tinte più
realistiche. Fra queste le Trabant furono offerte in molte livree e anche la Tramp,
una versione aperta molto usata dalla polizia e dall’esercito e proposta come
auto divertente per i giovani, con scarso successo.
La Tramp fu poi messa in catalogo anche da Ist in scala
1:43 e da Herpa in 1:87.
Fra le altre Trabant che si possono mettere in
collezione, la più diffusa è un giocattolo a retrocarica marca Superior, scala
1:34 circa, dall’estetica piuttosto grossolana. Ha il vantaggio di essere in
vendita un po’ dappertutto, perfino negli autogrill.
La Trabant più recente è quella di Busch, novità 2021
in scala 1:87. Per gli amanti del genere Busch mette in vendita anche una
scatola di montaggio di una tipica officina della Germania Est e l’insegna
della Sachsenring, la fabbrica di Zwickau dove la Trabant era prodotta.
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