Porsche 917 Spyder - Tecnomodel 1/18
La Porsche 917 è una delle vetture da competizione più famose di tutti i tempi, sia per la sua estetica, che nelle prime versioni era quasi da granturismo, sia per la sua potenza esagerata, che nelle versioni studiate e prodotte per il campionato Can-Am arrivava al mostruoso valore di 1.580 CV a 7500 giri in cofigurazione da qualifica, mentre in gara i cavalli erano "solamente" 1.200 (Porsche 917/30). Il suo palmares sportivo è di tutto rispetto: negli anni 1970 e nel 1971 la 917 colleziona due vittorie a Le Mans, due Campionati Mondiali Sport Prototipi, due vittorie alla 24 ore di Daytona; nel 1972 e nel 1973 vince il Campionato Can-Am. E come se non bastasse, la 917 diventa anche una diva del cinema, con il film "La 24 ore di Le Mans" e Steve McQueen al volante. Ovviamente esistono decine e decine di riproduzioni della 917 in tutte le scale e in tutti i materiali, dalla 1/43 all' 1/18: in questa sede però ci occuperemo di una delle ultime arrivate sul mercato, la 917 Spyder , qui nella versione Interserie Gruppo 5, Silverstone 1972 Team Boeri, pilota Ernst Kraus.
The Porsche 917 is one of the most famous racing cars of all time, both for its aesthetics, which in the first versions was almost GT-like, both for its exaggerated power, and in the versions designed and produced for the Can-Am championship. it reached the monstrous value of 1,580 hp at 7500 rpm in qualifying configuration, while in the race the horses were "only" 1,200 (Porsche 917/30). His sporting record is highly respected: in the 1970s and 1971 the 917 collected two victories at Le Mans, two World Sport Prototype Championships, two victories at the 24 Hours of Daytona; in 1972 and 1973 he won the Can-Am Championship. And as if that weren't enough, the 917 also becomes a movie star, with the film "The 24 Hours of Le Mans" and Steve McQueen at the wheel. Obviously there are dozens and dozens of reproductions of the 917 in all scales and in all materials, from 1/43 to 1/18: here, however, we will deal with one of the latest arrivals on the market, the 917 Spyder, here in the version Interseries Group 5, Silverstone 1972 Team Boeri, driver Ernst Kraus.
La vettura riprodotta è la telaio n. 917-026: prodotta nel 1970 per il Team John Wyers Racing che ha corso in configurazione coupé coda corta (K). La sua migliore prestazione è stato il secondo posto alla 24 ore di LeMans del 1971 pilotata da Attwood/Muller con i colori Gulf e con pinne stabilizzatirici sulla coda.
La 917-026 a LeMans |
Dopo LeMans, la nostra Porsche ritornò in fabbrica, dove venne "decapitata": la sua bella carrozzeria coupé venne sostituita con un'altra in configurazione spyder, per il team Boeri. E qui iniziò la sua storia nel campionato Interserie, dove corse la prima gara di Hockeneim con la carrozzeria grezza: ottenne la sua vernice verde lime con "freccia" arancione dalla seconda gara al Nürburgring.
Tecnomodel ha riprodotto la vettura nella configurazione della quarta gara della stagione, a Silverstone: qui la 917-026 si classificò al quarto posto. E' da dire che, mentre della 917 in versione coupé le riproduzioni in 1/18 abbondano (AutoArt, Eagle's Race, Norev, CMR...), per la spyder la scelta è molto più risicata: quindi complimenti a Tecnomodel per averci proposto questo modello.
Indubbiamente la configurazione "aperta" non giova un gran che alla linea della 917: la perdita del tetto la rende meno filante, ma è l'aspetto che aveva la maggior parte dei prototipi dell'epoca. Il modello comunque è piuttosto fedele all'originale e come di consueto si presenta molto bene. La vernice è brillante e ben stesa, le decorazioni sono accurate, i particolari di buon livello. Apprezziamo il dettaglio del sottile "treppiede" che regge lo specchio retrovisore: molto fine e ben realizzato. Belle anche le ruote, che lasciano intravedere i dischi freno e le pinze. La riproduzione dei pneumatici slick è piuttosto realistica.
Il modello è in resina, come di consueto per le riproduzioni di Tecnomodel: non ci sono quindi parti apribili. Una volta tanto, però, il fatto di essere sigillato lo mette alla pari con le varie riproduzioni pressofuse in commercio: a parte il modello obsoleto di AutoArt, anche tutte le altre sono prive di aperture!
Questa volta, però, la coda corta ci consente di dare un'occhiata al propulsore, seppure in piccola parte. Si vedono anche le sospensioni, che Tecnomodel non ha dimenticato. Un appunto va ai tubi di scarico, enormi, dipinti in grigio brunito all'esterno e opportunamente anneriti all'interno: purtroppo però la profondità non è molta e si nota un po' troppo.
Gli interni sono più che spartani e a parte un cruscotto minimale, il seggiolino del pilota e un semplice volante non possono offrirci più di tanto. Notiamo però la riproduzione del telaio, sia pure semplicemente in rilievo sul fondo, e soprattutto le belle cinture di sicurezza in tessuto, che hanno finalmente soppiantato quelle in fotoincisione dei modelli più vecchi. Ben fatto!
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