Il Maggiolino nacque per volere del dittatore tedesco che ambiva a motorizzare il suo popolo come Ford aveva fatto per l’America con la sua Ford T. E come la Ford doveva essere una vera automobile e non una di quelle microvetture che proliferavano in Germania negli anni Trenta, spesso adattamenti di motocarri a tre ruote. La storia dell’incarico a Porsche per la progettazione è ben nota e non staremo qui a ripeterla. Il nome «KdF-Wagen» fu scelto da Hitler in persona che lo ricavò dall’organizzazione dopolavoristica KdF che si sarebbe occupata di produrre e distribuire l’auto vera. Il popolo tuttavia non amò mai quel nome e chiamava semplicemente Volkswagen la vettura, azzardando anche a usare il termine “Käfer”, che corrisponde al nostro “Maggiolino”.
Vogliamo invece vedere se ci furono miniature della
KdF-Wagen prima dello scoppio della IIª Guerra Mondiale? Certamente e,
ovviamente, molte sono rare se non rarissime, e alcune furono pezzi
praticamente unici.
The Beetle was born at the behest
of the German dictator who aspired to motorize his people as Ford had done for
America with his Ford T. And like the Ford it was to be a real car and not one
of those microcars that proliferated in Germany in the 1930s, often adaptations
of three-wheeled motorcycle vans. The history of Porsche's design assignment is
well known and we will not be here to repeat it. The name "KdF-Wagen"
was chosen by Hitler himself who derived it from the post-work organization KdF
that would produce and distribute the real car. The people, however, never
loved that name and simply called Volkswagen the car, even daring to use the
term "Käfer", which corresponds to our "Beetle". Do we want
to see if there were miniatures of KdF-Wagen before the outbreak of World War
II? Certainly and, of course, many are rare if not very rare, and some were
practically unique pieces.
In effetti le prime riproduzioni della KdF-Wagen, furono alcuni
grossi modelli in scala 1:15 realizzati da Berger & Mössner, il primo dei
quali andò a Robert Ley, capo dell’organizzazione KdF in occasione del suo
compleanno. Altri 4 o 5 grossi modelli furono realizzati con lamiera di rame in
scala 1:12,5 da Peter Koch di Colonia. Il primo fu donato a Hitler il 20 aprile
1938. L’esemplare numero 3 fu regalato a Robert Bosch, sopravvisse alla guerra
e fu battuto all’asta nel 1996 per 50.000 dollari. Un esemplare è esposto al
Deutsches Museum di Monaco di Baviera.
Il più noto modello della KdF è quello della Märklin,
realizzato in scala 1:38 circa a partire dal 1938 e poi, sembra, anche durante
la guerra. I primi esemplari, generalmente di colore blu scuro, pur avendo i
paraurti fusi insieme alla carrozzeria, li avevano distanziati dal corpo
vettura. Successivamente, per ridurre il rischio di rottura, lo stampo fu
modificato e i paraurti formarono un tutt’uno col modello, un po’ come sul
Maggiolino della Dinky Toys inglese del dopoguerra. Furono usati colori più
chiari come un azzurro cenere e un verde chiaro. Gli esemplari Märklin hanno
tendenza al metal-fatigue, specialmente se prodotti dopo l’inizio della guerra
a causa dell’uso di una lega meno raffinata.
2 versioni del KdF Märklin visti da dietro
Il KdF Märklin con paraurti separati dalla carrozzeria
Il KdF della Märklin come carico su un vagone di sua produzione
Sembra che questa versione del KdF Märklin sia stata
prodotta fino al 1952. La Casa tedesca ebbe in catalogo anche una versione
piccola, in scala 1:70, chiamata “Märklin Pico 9”, anch’essa rimasta in
produzione per qualche tempo dopo la Guerra.
Un altro modello di pressofusione fu quello di Carl Bub,
in scala 1:70 circa. Si trattava di una miniatura piuttosto grezza e priva del
caratteristico lunotto in due parti.
Molto bello, anche se privo di finestrini passanti, è la
riproduzione della Köra di Fürth, in pesante fusione di alluminio con motore a
molla. Realizzato in 1:29 circa è anche molto raro perché la sua produzione fu
bloccata nel 1940 a causa dell’utilizzo dell’alluminio.
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KdF in alluminio, marca sconosciuta. Foto Houchangnia |
Passando ai modelli realizzati in lamierino ricordiamo
dapprima i salvadanai Geobra realizzati per contribuire al sistema di risparmio
ideato dall’organizzazione KdF per pagare l’auto vera. Nei salvadanai andavano
introdotte monete da 5 pfennig e si aprivano automaticamente quando si
raggiungevano i 5 RM necessari per acquisire un bollino da incollare su una
tessera. Di questi esiste anche una versione austriaca che conteggia il denaro
in scellini.
I modelli originali del KdF di lamiera sono molto
difficili da trovare. Molti sono stati prodotti poi anche dopo la guerra,
rendendo più facile averne in collezione.
Iniziamo da quello prodotto in spessa lamiera d’acciaio
da Friederich Volk, più o meno dal 1938 al 1945 (esistono esemplari con
marcature per occasioni speciali durante il conflitto). Quindi il modello Günthermann,
che risulta fra i più rari perché non ripreso dopo la guerra. Un esemplare è
stato recentemente pagato 18.000 euro!
Piuttosto rara anche la miniatura di Carl Bochmann, di
lamierino, scala 1:22 circa, e quindi il JNF, più o meno nella stessa scala.
Quest’ultimo aveva anche gli interni e il cruscotto. Poteva avere ruote in
latta oppure con gli pneumatici di gomma. Generalmente le versioni anteguerra
erano blu scuro, quelle dopo la guerra (fino al 1955) erano rosse.
Il modello Kellermann (CKO) ha avuto una produzione molto
lunga (1938-1958) e un brevetto particolare che trasforma il modello da berlina
a cabriolet. E’ in scala 1:25 e solo gli esemplari di colore azzurro verdognolo
con targa IA359 fanno parte di quelli realizzati fino al 1944.
Anche il modello Distler è stato in catalogo a lungo
(1938-1955). Piuttosto grande (1:18), le versioni anteguerra si distinguono per
le targhe e il colore (di solito un grigio/blu rispetto al rosso (in varie
sfumature) usato dopo la guerra.
In scala 1:45 circa sono invece le KdF della Georg Fischer,
molto finemente litografata ma priva di motore a molla, e quello della Tippco motorizzato.
Quest’ultimo correva su un sistema di piste metalliche che furono riproposte
dopo la guerra fino al 1955. Gli esemplari KdF erano neri o blu molto scuro,
quelli dopoguerra in un turchese chiaro o bicolori azzurro/crema – rosso/crema
nell’ultimo periodo.
Concludiamo con il KdF della Hörndlein in scala 1:31
circa, molto raro e rimasto in produzione fino al 1940. Gli stampi nel
dopoguerra passarono alla Wüco che lo produsse negli anni ’50. Purtroppo il
Wüco appare molto più giocattolesco per via delle semplici ruote di plastica
nera e per la mancanza della fine litografia che decorava il KdF Hörndlein.
Riproduzioni del KdF nel dopoguerra non sono molte. In
genere i produttori preferivano realizzare il Maggiolino, come questo
spettacolare Minichamps in scala 1:18 che fa notare gli enormi progressi se
confrontato con un JNF.
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