ABARTH vs ABARTH - Solido & OttoMobile


Recentemente, sia Solido che la "cugina" OttoMobile hanno presentato sul mercato due interessanti vetture marchiate Abarth: la deliziosa Autobianchi A112 Abarth V serie per Solido e la iconica Fiat 131 Abarth Rally Monte Carlo 1980, equipaggio Rohrl/Geistdorfer per OttoMobile. Logicamente, il materiale utilizzato è il metallo pressofuso per la A112 e la resina per la 131, ma anche la scala è differente: 1/18 contro 1/12.

Recently, both Solido and its "cousin" OttoMobile presented two interesting Abarth-branded cars on the market: the delightful Autobianchi A112 Abarth V series for Solido, and the iconic Fiat 131 Abarth Rally Monte Carlo 1980, Rohrl / Geistdorfer crew for OttoMobile. Logically, the material used is die-cast metal for the A112 and resin for the 131, but the scale is also different: 1/18 versus 1/12.

 

Salta immediatamente all'occhio la differenza notevole di dimensioni: sia pure la A112 una vettura piccola, ma certamente la 131 richiede un bel po' di spazio per essere esposta a dovere... ma si sa, ulitmamente il mercato sta orientandosi sempre più sulle scala 1/12 e oltre. Grande è bello (forse)!


Iniziamo a dare un'cchiata alla A112: per chi, come me, era un ragazzino negli anni 80, questa macchinetta era una vera icona... e un sogno per molti proibito. Piccola, veloce e con un rumore inconfondibile, era la macchina dei fighetti o la seconda vettura delle signore "bene". L'epoca dei SUV era ancora lontana, e una vettura piccola e scattante, per la città, era l'ideale.


E parlando di icone, anche la Fiat 131 Abarth non scherzava. In quegli anni era la regina incontrastata dei rally internazionali (anche se, ogni tanto, la "vecchia" Stratos continuava a punzecchiarla), guidata dai migliori piloti allora in azione. E che bella che era, nella livrea ufficiale Fiat a bande blu digradanti... con il grande logo sportivo Fiat sul cofano anteriore. Veramente splendida.


Solido ha fatto un ottimo lavoro per la piccola Autobianchi: la linea è catturata perfettamente e la vernice rossa è ben stesa e brillante. Forse la tonalità è un po' troppo accesa, ma è accettabile. Gli interni, in plastica nera, sono ben riprodotti e non mancano i tipici appoggiatesta, che arrivavano, in posizione di riposo, più o meno all'altezza delle ascelle del guidatore, mentre completamente alzati sfioravano a malapena la nuca. Insomma, erano di un'inutilità imbarazzante, ma facevano scena. Come al solito notiamo una buona cura del particolare, dai cardini dei vetri a compasso posteriori, ai fermi di chiusura dei deflettori sino alle targhette Abarth applicate ai bei cerchioni perfettametne riprodottti e dotati di logo rosso. Una nota di merito agli pneumatici, che presentano un battistrada perfettamente riprodotto.

Stesso discorso per il 131, molto ben fatto e ben verniciato, come al solito per OttoMobile. La livrea, resa con decals, è accurata e le decals sono applicate con cura e precisione. Peccato solo che, sul fianco, la tabella col n. 10 lasci trasparire il colore della banda azzurra sottostante. Stesso discorso per la placca del Rally di Monte Carlo sul cofano posteriore: anche in questo caso il blu sottostante si vede chiaramente. Anche qui, molto belli i cerchioni e soprattutto molto belle le gomme slick da corsa, che hanno finalmente un aspetto realistico.


La piccola Abarth, come ormai di regola per le Solido ultima generazione, oltre alle ruote sterzanti ha le portiere apribili. A dire la verità, l'angolo di apertura è piuttosto risicato, ma comunque l'interno è visibile. 

Ripetiamo ancora una volta: il modello è in fascia economica, quindi niente moquette, cinture di sicurezza e materiali particolarmente pregiati, ma a dire il vero tutto è al suo posto. Il cruscotto è ben riprodotto, cosi come la forma dei pedali, dei sedili e del cambio. Non sono stati dimenticati i tre strumenti supplementari posti sotto la plancia, e la forma del volante Abarth è corretta. Molto bella l'argentatura delle razze, piuttosto realistica. La parte superiore dei pannelli portiera è correttamente verniciata nel colore della carrozzeria. Purtroppo non è stato fatto lo stesso per i pannelli posteriori, lasciati completamente neri. Un lavoretto da fare per gli amanti del bricolage.


La 131, invece, è un bel "blocco di resina". Nessuna apertura, e perdipiù,  sull'esemplare in nostro possesso, ruote fisse. Sarebbe troppo chiedere, almeno per i modelli di queste dimensioni, ruote girevoli e magari sterzanti? Su OttoMobile, fate questo sforzo... In ogni caso, gli interni, seppur poco fotografabili, sono abbastanza accurati. Bello il cruscotto, molto dettagliato e notiamo anche la presenza delle cinture di sicurezza in tessuto, con fibbie fotoincise. Avremmo preferito però un dettaglio maggiore, vista la scala: per esempio, manca la vasca portacaschi e non ci piace il modo in cui le suddette cinture sono fissate alla parte posteriore della vettura.


Per la 112, ottime luci, sia anteriori che posteriori, molto realistiche e complimenti per la definizione della griglia della calandra: ovviamente niente fotoincisioni e niente rete passante, ma l'alettatura orizzontale è molto profonda e si riesce ad intravedere la retina sottostante. Il logo Autobianchi, in rilievo, è correttamente dipinto in rosso, tipico delle Abarth. Ottimo lavoro. E per finire, una chicca: sul lunotto è presente l'adesivo che ricorda il Campionato del Mondo Marche 1979 vinto dalla Lancia e la pubblicità di Chardonnet, importatore Lancia-Autobianchi in Francia! La serratura del portellone è riprodotta con una piccolissima decals.



Anche la 131 ha luci di ottimo livello, sia anteriori che posteriori. Notare che i fanali posteriori non sono più quelli a T rovesciata tipici della 131 Abarth, ma sono quelli rettangolari del modello ristilizzato nel 1979, unico legame della versione Abarth con la 131 di serie. Un lavoretto per i bricoleur: le luci di posizione, poste ai lati del muso subito sotto la calandra sono in plastica trasparente, ma essendo applicate direttamente su fondo bianco sono praticamente invisibili. Andrebbero staccate e argentate sul retro, per un maggiore realismo.


In conclusione, la A112 Abarth di Solido è un modellino veramente imperdibile, perché è ben fatto, costa veramente poco, è un inedito assoluto in pressofuso e come se non bastasse per molti è un tuffo nel passato. Inoltre, come al solito è un'ottima base per chi ama elaborare i propri modelli.
E per chi vuole, esiste anche la versione rally Chardonnet, in blu con cofano nero, ruote Abarth in lega gialle, e una bella batteria di fari supplementari sul muso, in versione "neutra" ovvero senza livrea di qualche particolare gara. Una manna per gli elaboratori...

Per la Fiat 131 Abarth di OttoMobile vale in parte lo stesso discorso: è un bel modello, molto spettacolare viste le dimensioni e l'aspetto generale. Ha un buon dettaglio e costa un prezzo ragionevole. Però, meriterebbe certo qualche sforzo in più, proprio per le sue grandi dimensioni, che "richiamano" una cura del particolare maggiore rispetto ad un modello 1/18, anche a costo di un leggero aumento del prezzo. E le ruote sterzanti sarebbero un ottimo "qualcosa in più". In ogni caso, se siete appassionati di vetture rally "classiche" (e se avete spazio) non potete perdervi questa 131. Soprattutto se già possedete la Lancia Stratos OttoMobile nella stessa scala...

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