OTTOMOBILE Peugeot 203 U 1950

Ottomobile ci propone in scala 1:18 un eccezionale modello della Peugeot 203 U camionette bachée del 1950, ovvero la versione commerciale pick up con centine e telone (la U in francese sta per Utilitaire).

Bella vista di 3/4 della Peugeot 203U di Ottomobile

La 203 U derivava dalla Peugeot 203, berlina di fascia media (alla sua epoca), mossa da un 4 cilindri di 1290cc che sviluppava 42 CV. Presentata al Salone di Parigi del 1948, la sua commercializzazione ebbe inizio nel 1949.

Sopra e sotto immagine da catalogo e foto della Peugeot 203 U
 

Aveva una linea al passo coi tempi, vagamente ispirata a certe Ford d’Oltreoceano ma comunque piacevole e con un discreto comfort.

Perfetto a vedersi anche nella vista laterale

Nel 1950 apparvero le versioni familiari e commerciali, basate su un telaio allungato, e il camioncino, ovvero pick up, che ospitava dietro la cabina tagliata della berlina un ampio cassone per il carico, con possibilità di montare un telone.

 

Grande realismo anche nelle viste frontale e posteriore

Ottomobile offers us on a 1:18 scale an exceptional model of the Peugeot 203 U camionette bachée from 1950, that is the commercial version pick up with ribs and tarpaulin (the U in French stands for Utilitaire). The 203 U was derived from the Peugeot 203, a mid-range sedan (at its time), driven by a 1290cc 4-cylinder engine that developed 42 hp. Presented at the 1948 Paris Motor Show, it arrived on market in 1949. Its line was abreast of the times, vaguely inspired by certain Fords from overseas but still pleasant and with a discreet comfort.  In 1950, familiar and commercial versions appeared, based on an elongated chassis, and the pickup truck, which housed behind the sedan's cut cab a large cargo box, with the possibility of mounting a tarpaulin.

Apprezzata per robustezza e affidabilità, la versione Camionette fu tolta dal listino Peugeot nel 1957.

Il modello della Ottomobile, realizzato in resina senza aperture, coglie perfettamente la linea della vettura, grazie anche all’azzeccata tonalità di azzurro della verniciatura, che ci rimanda ai colori dai toni smorzati dei veicoli commerciali dell’epoca.

La conformazione del cassone che mette a nudo parte del telaio ha fatto sì che Ottomobile dedicasse una certa attenzione a quest’area della parte inferiore del modello, che presenta i longheroni e le balestre bene in evidenza, come pure la ruota di scorta e un gancio di traino. Non manca la marmitta di scarico, opportunamente dipinta in argento.

Purtroppo la mancanza di parti apribili non permette di osservare a dovere la bellezza degli interni: quello che è possibile cogliere dai finestrini è comunque un indizio di grande accuratezza.

Molto bella infine la riproduzione delle cinghiette che fermano il telone al cassone. Si tratta di decalcomanie applicate su supporti poco visibili che al colpo d’occhio simulano molto bene la presenza delle cinghie di cuoio, dando un tocco di buon realismo all’insieme.



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