60 anni Chevrolet Corvair 1960-2020

La ‘vedette’ di tutti i Saloni del 1960 fu un’auto americana con motore posteriore raffreddato ad aria. Una berlina compatta, dalle dimensioni quasi europee con una estetica così pura e rivoluzionaria da influenzare più di un fabbricante che ne avrebbe imitato la linea: la Chevrolet Corvair.

Immagine dal catalogo Corvair del 1960

The 'vedette' of all the 1960s Auto Shows was an American car with an air-cooled rear engine. A compact sedan, almost European in size with such a pure and revolutionary aesthetic that it influenced more than one manufacturer who would imitate its line: the Chevrolet Corvair. At the end of 1959 the car was presented as a 1960 model. It had a 6-cylinder 2287cc and a power of 81 hp, independent 4-wheel suspension and a breathtaking line. Immediately available as an elegant 5-seater coupe, the Corvair had favourable criticism and was successful with public, but was not without its flaws. Spartan finishes, automatic transmission with only two gears, insufficient trunk for 6 people among many.

Chevrolet Corvair, DeAgostini (serie Dinky), 1:43

Già nel 1948 la General Motors si era interessata al motore posteriore con prototipi di auto di medie dimensioni, ma le vendite dei modelli tradizionali andavano così bene da sconsigliare il colosso a metterle in produzione. Nel corso degli anni, però, le vendite negli Stati Uniti di una piccola e modesta vettura d’importazione mossa da un motore posteriore raffreddato ad aria crebbero al punto da impensierire anche i grandi costruttori americani. L’importazione di Volkswagen stava aumentando in modo preoccupante e il motivo era che il Maggiolino costituiva un mezzo di trasporto economico nell’acquisto e nei costi di gestione e la qualità e la robustezza che gli americani ottenevano in cambio di pochi dollari, erano divenute proverbiali. Con la crisi del 1958 (quella che uccise sul nascere la Edsel) era assolutamente necessario che i fabbricanti americani proponessero qualcosa di più piccolo ed economico. Fortunatamente la Chevrolet aveva ricominciato a studiare una vettura compatta già nel 1957, scegliendo di combattere la Volkswagen sul suo stesso terreno, cioè con una non convenzionale vettura a motore posteriore. Ma alla maniera americana: i cilindri erano 6 al posto di quattro, (per collaudarlo adoperarono una Porsche 356 opportunamente modificata) i posti erano 6 e la lunghezza della piccola era 50 centimetri in più del Maggiolino, per non parlare della larghezza. Alla fine del 1959 la vettura fu presentata come modello 1960. Aveva un 6 cilindri di 2287cc e una potenza di 81 cv, le sospensioni a 4 ruote indipendenti e una linea mozzafiato. Disponibile subito anche come elegante coupé a 5 posti, la Corvair ebbe successo di critica e di pubblico, ma non era esente da difetti. Finiture spartane, cambio automatico a soli due rapporti, bagagliaio insufficiente per 6 persone. Tanto è vero che già il modello 1961 presentava uno stampaggio della lamiera frontale meno concavo per guadagnare qualche centimetro di spazio nel cofano bagagli, e la ruota di scorta fu velocemente spostata nel vano motore, visto che altrimenti occupava quasi tutto lo spazio davanti, aggravando però la già sbilanciata distribuzione dei pesi. 

La Corvair Lakewood e, sotto, il modello Hubley in 1:36, piuttosto grezzo

Minibus Greenbrier in una foto ufficiale
Il minibus Corvair Greenbrier della Brooklin, in 1:43

Vennero presentati anche uno spider e una Station Wagon, il modello Lakewood, che riscosse un successo così misero da sparire dal listino nel giro di due anni. Un poco più a lungo e qualche fortuna in più la ebbe un furgoncino chiamato Greenbrier, proposto in versione chiusa, come mini bus e come pickup (quest’ultimo anche in una curiosa versione chiamata Rampside, col portello laterale che poteva aprirsi per formare una rampa di carico.

Corvair berlina della Corgi Toys, in 1:43 con cofano apribile e veneziana
Corvair berlina della Ingap, in scala 1:87 circa
Chevrolet Corvair monza coupé della Norev di plastica, 1:43

L’americano medio, abituato ai ponti rigidi posteriori con le balestre, ebbe qualche difficoltà a guidare una vettura col motore a sbalzo oltre le ruote posteriori e a domare i semiassi oscillanti che nelle curve prese in velocità potevano dare, oltre al tipico sottosterzo, qualche reazione imprevista. Ciò poteva accadere anche con il Maggiolino, ma il suo passo ridotto (2400mm invece di 2743), le carreggiate più strette, il minor peso dietro e la potenza di gran lunga inferiore, non causarono mai gli stessi problemi e gli stessi incidenti che potevano verificarsi con una Corvair guidata male. E che la causa degli incidenti fossero spesso gli autisti maldestri poco importava a Ralph Nader, che, puntando la sua accusa su questa vettura, iniziò una battaglia senza precedenti per ottenere auto più sicure. 

Foto ufficiale della Corvair Monza del 1965

Alla Chevrolet sottovalutarono la faccenda e solo con il modello 1965, completamente ridisegnato, furono presi seri provvedimenti per migliorare il retrotreno della Corvair con nuovi semiassi a doppio snodo che, riducendo gli angoli di camber in curva eliminavano buona parte del rischio di scodate improvvise. Era già troppo tardi. Sebbene la berlina a 4 porte avesse guadagnato magnifico un look da hardtop senza il montante centrale, con le coupé e spider quasi a livello di una Gran Turismo europea, le vendite cominciarono a calare.

Promozionale della Corvair Monza 700 della AMT, in 1:24

Poco importa che fossero stati offerti nuovi motori (un 2800 da 120 cv, e poi una versione con compressore dello stesso che arrivava a 150): la flessione delle vendite fu evidente e dopo meno di tre anni la berlina chiuse ingloriosamente la sua carriera mentre coupé e spider, forti di una versione “Corsa” con uno dei primi motori equipaggiati con il Turbo e potenza aumentata a 180 cv restarono in listino fino al 1969. Il modello che già da tempo la dirigenza General Motors aveva affiancato alla Corvair (la Chevy II) era ormai tornato al motore anteriore con trazione posteriore tramite il tradizionale ponte rigido con balestre…

La Chevrolet Corvair della Dinky Toys francese, con la sua scatola

I MODELLI

Corvair berlina bicolore della Bandai, di latta, scala 1:20 circa

La Corvair Franklin Mint con 4 porte apribili, scala 1:43
La Franklin Mint ha realizzato anche la Monza coupé, in scala 1:24
La Chevrolet Corvair della Lone Star, in 1:50
Economica e rustica Corvair della Marx, in plastica, 1:50 circa

A parte i kit e i promozionali in plastica in scala 1/25 subito offerti in America al lancio della vettura, furono gli europei, deliziati dalla bella linea della Corvair a tributarle subito un omaggio. Corgi Toys, con un delicato modello con cofano motore apribile, Lone Star, con un modellino un po’ semplificato in scala 1/50, Dinky Toys francese e perfino la italiana Ingap con una microvettura in 1/87 furono tra le prime miniature della vettura americana. Seguite poco più di un anno dopo dalla Norev che aveva scelto il coupé Monza per il suo modellino in 1/43, mentre la Hubley mise in commercio una Lakewood Station Wagon troppo semplificata per poter veramente piacere e in una scala difforme dall’1/43 (era in 1/36 circa).

La Corvair Monza coupé 1964 della Dinky Toys Hong Kong, in 1:42

Da ricordare anche la Monza coupé in scala 1/42 realizzata dalla Dinky Toys di Hong Kong e facente parte di un gruppetto di 6 auto americane. In Giappone fu oggetto di riproduzioni in latta fra le quali ricordiamo i modelli Bandai e Yonezawa.

Ancora una Corvair della Bandai, di latta scala 1:20 circa
Piccola Corvair argentina di latta, della Gorgo, in 1:36 circa
Magnifica Corvair della Yonezawa, con tergi funzionanti, scala 1:20 circa

La Corvair seconda serie fu all’epoca ricordata – a parte i soliti kit e i promozionali in 1/25 - solo dalla Sabra/Cragstan, con un modello in scala 1/43 semplice ma abbastanza riuscito. La spider ci è stata invece proposta qualche anno fa dalla Yatming, sia nella popolare scala 1/43 che nella nuova scala 1/18, oggi definitivamente affermata. A queste si aggiungono le recenti riproduzioni BoS e Brooklin, che tuttavia riguardano anch’esse il coupé Monza.

Corvair Monza coupé della Eligor, 1:43
La Corvair Eligor in una fantasiosa versione pompieri di Los Angeles
Piccola e grezza Corvair della MPC in scala 1:87
Anche la NEO ha realizzato un minibus Greenbrier, di resina, in 1:43
Pure della NEO la versione pick-up Rampside del Corvair Greenbrier, in 1:43
Corvair Monza coupé della Racing Champions, in 1:64
Promozionale della Corvair Monza 1965 della AMT, in 1:24
Stesso modello, stessa marca, ma ricavato da scatola di montaggio
Corvair Monza 1965 della ATC, di latta con porta apribile, 1:20 circa
Chevrolet Corvair Monza 1965 della BoS, di resina in scala 1:43
Corvair Monza della Brooklin, in pesante metallo bianco, scala 1:43
Per anni unica Monza 1965 in scala 1:43 fu il modello Sabra
Sopra e sotto la Corvair Monza Spider della Yatming in 1:18
Pure Yatming, ma in scala 1:43 la Corvair Monza spider

La Monza, vettura sportiva del listino Corvair, era già stata miniaturizzata, nella versione precedente dalla Eligor, che aveva messo in catalogo la Monza del 1962 ricavata dallo stampo Norev affiancata da qualche improbabile versione polizia o pompieri. L’americana Franklin Mint preferì la scala 1/24 per la sua Monza coupé, e aggiunse al suo catalogo una Corvair berlina del 1960 con quattro porte apribili, ma non certo irresistibile.

Più recentemente una Monza 1962 è apparsa in scala 1/64 della serie di Johnny Lightning.

Modellino della Johnny Lightning in scala 1:64 dentro la sua confezione blister

Da ricordare infine che Tekno e Eidai Grip riprodussero una particolare Showcar, la Monza GT, realizzata in esemplare unico, così come la Politoys Export che mise in catalogo la estrosa Corvair Testudo carrozzata da Bertone di cui esiste anche un giocattolo di lamiera prodotto da Eidai-Grip.

Foto ufficiale della concept car Monza GT
La Corvair Monza GT in latta della Eidai Grip, in scala 1:28
Sopra e sotto due viste della Monza GT della Tekno, in 1:43
La economica ma riuscita Corvair Testudo Bertone della Politoys Export, in 1:43
Corvair Testudo Bertone, modello in latta di Bandai

Uno dei più recenti modelli usciti, e di ottima fattura, è la Corvair 1960 di Premium X in scala 1:18, una miniatura priva di parti apribili, ma con una verniciatura impeccabile nei colori tipici dell’epoca.
Corvair 1960, Premium X di resina, in scala 1:18


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