Renault 8 Major - Solido 1:18

Solido continua a dedicarsi alle vetture classiche, snobbando le supercar che tanto vanno di moda attualmente nel mondo dell'automodellismo statico. In un mercato invaso da mille versioni (alla fine tutte uguali) di Porsche, Lamborghini, Pagani eccetera eccetera, lo storico marchio francese, rinato sotto le cure del team Z Models (lo stesso di Ottomobile e GT-Spirit),  non esita a proporre riproduzioni di vetture popolari, come la Renault 8 Major che andremo ad esaminare in questo articolo. Attenzione, non si tratta della riedizione modificata della R8 "Gordini" presentata qualche anno fa, ma di uno stampo nuovo.
 
Solido continues to devote himself to classic cars, snubbing the supercars that are currently so fashionable in the world of static modeling. In a market invaded by a thousand versions (in the end all the same) of Porsche, Lamborghini, Pagani and so on, the historic French brand, reborn under the care of the Z Models team (the same as Ottomobile and GT-Spirit), doesn't hesitate to propose reproductions of popular cars, such as the Renault 8 Major that we are going to examine in this article. Attention, this is not the modified re-edition of the R8 "Gordini" presented a few years ago, but a new mold.
 
 
Concepita alla fine degli anni '50, la Renault 8 era stata pensata come sostituta della Dauphine, mantenendone l'impostazione generale (tre volumi, quattro porte con meccanica posteriore) ma correggendone i difetti, quali le scarse prestazioni e l'abitabilità posteriore non eccelsa. In realtà, al momento della presentazione nel 1962, la Renault 8 andò ad affiancare la Dauphine, le cui vendite andavano ancora benone, proponendosi un gradino sopra la Dauphine stessa. Il motore era un 958 cm3 da 40 CV; la linea della nuova Renault, più squadrata e più moderna, era stata fortemente influenzata del Prototipo 103 dell'Alfa Romeo (una vettura a trazione anteriore che non venne mai prodotta), che ai tempi collaborava in maniera massiccia con la Casa Francese: identici infatti erano l'andamento delle fiancate e soprattutto il cofano anteriore concavo. 
 
L'Alfa Romeo Tipo 103, chiara ispiratrice della Renault 8

 
 
L'abitacolo era più spazioso e comodo, anche grazie ai sedili anteriori progettati in collaborazione con un'equipe medica per garantire un'adeguata postura al guidatore ed al passeggero e l'abitabilià posteriore era decisamente maggiore: ma le prestazioni e soprattutto le finiture non si discostavano poi più di tanto da quelle della "vecchia" Dauphine.
 
Inoltre, la concorrenza era agguerrita: in Francia una rivale temibile era la Simca 1000, di pari cilindrata e impostazione "tutto dietro", mentre oltralpe la Fiat 1100 o la Opel Kadett erano più apprezzate per il motore anteriore. La Renault corse quindi ai ripari proponendo la versione Major,  motorizzata con un 1108 da 50 C, e finiture più lussuose. La Major venne prodotta da febbraio a settembre del 1964, quando venne rimpiazzata dalla Renault 10.  Il nome "Major" venne rispolverato nel 1967, come denominazione della nuova versione base della gamma, che adottava il motore 1100 della precedente Major ma con una dotazione molto inferiore.

 
Solido definisce il suo modello come Major 1967,  ma in realtà le cromature sui montanti e intorno alla targa, con il cruscotto a due elementi circolari e i sedili bicolori, suggeriscono che la versione riprodotta sia quella del 1964. La linea è ben catturata e il colore azzurro chiaro, oltre ad essere ben steso e lucido, è molto azzeccato per l'epoca.

La copertina del libretto uso e manutenzione della Renaul 8

La cura posta nella riproduzione è notevole: belli gli pneumatici a fascia bianca, molto gradevoli, così come le gemme di direzione bicolori bianco/rosso, tipicamente francesi, con tanto di guarnizione nera. Non mancano i pulsanti di apertura dei vetri posteriori scorrevoli.
 
Volendo essere pignoli, manca la molura cromata sulla linea di cintura, che però è facilmente replicabile, per chi ha pazienza, con un filetto argento in decal (facilmente reperibile nei negozi specializzati) o con una strisciolina di bare metal foil.

La R8 Major in una bella foto "ufficiale"

Il frontale è caratterizzato dai grandi fari tondi, dal cofano spiovente al centro e dalla losanga Renault asimmetrica, che conferiscono un aspetto infonfondibile a questa vettura. Caratteristico é anche il paraurti con rostri gommati e la parte centrale rialzata (già visto sulla Dauphine) per consentire l'accesso alla ruota di scorta, posta sotto al muso. Notare i fari, piuttosto realistici, con un perno centrale che imita la "lampadina" gialla, obbligatoria all'epoca sulle auto francesi.






















La coda è squadrata, con un'ampia griglia per il raffreddamento del motore (verniciata in nero al suo interno) e una cornice cromata per la targa, il logo Renault e la dicitura Major che completa il quadro. Sotto il paraurti fa capolino il tubo di scarico, di corretta forma e dimensione, e non manca il gancio traino. Nota dolente, i fanali posteriori: non si sa perché, ma Solido ha scelto di riprodurli con una vernice trasparente rossa (e arancione) passata su una base cromata. Il risultato non è terribile, ma una lente in plastica trasparente colorata sarebbe stata molto più realistica. Vista la cura posta per il resto del modello, una soluzione così "economica" stona un poco.


Come tutti i modelli Solido, anche questa Renault 8 è dotata di porte apribili. E proprio questa caratteristica ci conferma che questo modello è ricavato da uno stampo nuovo, visto che la precedente edizione, risalente ad una decina di anni fa, aveva anche il cofano motore apribile, ora eliminato (purtroppo, diciamo noi). Nello stesso tempo, però, sono anche state eliminate le brutte cerniere a "zampa di cane" delle porte, sostituite con cardini più realistici.



















Gli interni sono abbastanza ben fatti: il legno del cruscotto è riprodotto con una decal, il volante a due razze di foggia sportiva, simile a quello della Gordini 1100 della stessa epoca, é abbastanza fine, la pedaliera è applicata. Per  ricordarci che il modello è comunque in categoria "economica", i pannelli delle porte hanno i particolari semplicemente verniciati e non applicati, il cielo dell'abitacolo non è verniciato e non c'è traccia di moquette sul pavimento (che invece era uno degli elementi caratterizzanti della versione Major), ma nel complesso il risultato non è male.






















Il fondo del modello presenta una discreta riproduzione della meccanica: possiamo vedere la ruota di scorta, la barra antirollio anteriore, applicata a parte e altri particolari interessanti. Alcuni sono un po' abbozzati, ma, rispetto al fondo piatto di certi (carissimi) modelli in resina, non ci possiamo certo lamentare.

 
Insomma, alla fine anche questa volta Solido non si smentisce. Con una spesa estremamente contenuta i collezionisti interessati alle vetture classiche e popolari (e vi garantiamo che sono parecchi) possono mettersi in vetrina una bella riproduzione di una delle più diffuse utilitarie degli anni 60. E volendo, possono anche completare la serie con la Gordini 1100 (quella con i fari anteriori "singoli") nella sua caratteristica livrea blu con strisce bianche e con la 8 Gordini TS in arancione, versione per il mercato spagnolo della Renault 8 S, tutte presenti nel catalogo Solido.




















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