MUSEI DELL’ALTRO MONDO: ARGENTINA


Se vi capita di passare da El Calaforte (nella Patagonia Argentina), non dovete mancare di visitare un sorprendente Museo del Juguete che si presenta con più di 15.000 modelli e giocattoli, nonché ricordi d’infanzia, provenienti da tutto il mondo.
Il museo si trova sulla strada principale di questa piacevolissima cittadina e lo riconoscerete subito per via di una vera Mercury Montclair rossa del 1955 che si affaccia sul marciapiede.
Ingresso del Museo del Giocattolo di El Calaforte
If you happen to pass by El Calaforte (in Patagonia Argentina), you should not miss a surprising Juguete Museum that presents itself with more than 15,000 models and toys, as well as childhood memories, from all over the world.  The museum is located on the main street of this pleasant town and you will immediately recognize it because of a real red Mercury Montclair of 1955 overlooking the sidewalk.
Sopra e sotto: panoramica di alcune sale
Teche di giocattoli e auto a pedali, tricicli e altri mezzi per bambini
 Vetrina con molti giocattoli da bazar ed economici. Si vedono modelli Duravit e altri di plastica soffiata
 Lo scaffale centrale mostra molti modelli dal mondo, quelli in alto e in basso sono modelli argentini
 Vetrina dedicata ai classici giocattoli d'epoca di produzione tedesca
 Motocicletta Matarazzo del 1940
 Per gli amanti delle Dinky Toys inglesi
Vasto assortimento di modelli in latta della Minic, prodotti dalla Tri-Ang inglese
Fin dalla prima sala si nota che il museo è stato realizzato con notevole cura: grandi vetrine ospitano una moltitudine di modelli di tutte le scale, con cartellini che indicano i paesi di provenienza e l’anno di produzione (non sempre esatti).
Ovviamente grande attenzione è dedicata ai modelli argentini, molti dei quali a noi sconosciuti, ma sicuramente interessanti.
 Gli autocarri argentini di latta della Juguetes Corsario, declinati in varie versioni
Vetrina con giocattoli di vario tipo
Le grandi sale, oltre alle teche dei modelli, sono arredate con grande quantità di materiale pubblicitario d’epoca, a soggetto automobilistico e non, spesso fino al soffitto, rendendo l’insieme veramente affascinante.
Sopra: riproduzione di diversi manifesti pubblicitari di modelli


Jeep della Saxo del servizio competizioni, con auto F1 su rimorchio
 Volkswagen 1200 della Sanz in scala 1:20 circa, anche in versione Polizia e Pompieri
Salendo le scale c’è una seconda parte del museo dedicata a soggetti meno legati all’automodellismo, ma non meno interessanti, e una sezione dedicata a memorabilia di Evita Peron, discusso ma amato personaggio argentino.
 Quasi un negozio d'epoca con arredi e prodotti
 La sala dedicata a Evita Peron
Giocattoli vari, anche in legno
Considerando la mole di modellini presenti possiamo considerare presenti tutte le marche (a cominciare da Dinky Toys, Märklin, Tootsietoy per finire ad alcuni giocattoli Presu di provenienza Germania Est). Un’occasione unica per vedere così tanti modelli e così ben disposti e una vera curiosità considerando la posizione geografica di El Calaforte!
 Vetrina del Museo con modelli Matarazzo, fra cui una lunghissima auto Grand Prix
 Autobotte YPF della Matarazzo, 1934-35. Esisteva in due formati.
Giardinetta legno commerciale, Matarazzo, 1938
L’Argentina ha ospitato numerosi produttori di giocattoli, alcuni dei quali di buona qualità. La OMA fu un’azienda fondata nel 1906 da Manuel Hojman ed è stata molto probabilmente la prima fabbrica di giocattoli di latta dell’Argentina. Il più grande produttore di giocattoli argentino fu però l’azienda fondata dall’italiano Francesco Matarazzo di Castelbate (Salerno), emigrato nel 1881 in Brasile e poi nel 1904 a Rosario (Argentina). La produzione di giocattoli iniziò nel 1934 e crebbe fin dopo gli anni della guerra. Le prime difficoltà si incontrarono negli anni Cinquanta: Matarazzo era anche diventato distributore di altri giocattoli e nel catalogo 1952 solo un sesto dei prodotti illustrati era di produzione locale. 
 Auto Limousine Matarazzo 1936-37
Una delle versioni della motocicletta Matarazzo aveva il sidecar, 1936 circa 
Autobus aerodinamico Matarazzo, prodotto nel 1936-37 
Autoribaltabile Mercedes-Benz 1112 della RYM, in scala 1:32 circa
Nel 1954 le scorte di giocattoli vecchi erano tali che per qualche anno le novità furono molto scarse. A partire dal 1961 non fu pubblicato più alcun catalogo e nel 1962 la fabbrica chiuse e lo stabilimento fu venduto.
Fra il 1938 e l’inizio degli anni ’50 furono assai diffusi i modellini della Plombel, che ne ha prodotto un gran numero con qualità e fedeltà agli originali assai variabile e in scale comprese fra l’1:36 e l’1:45. Si trattava di modelli ispirati ai Tootsietoy, ma il materiale impiegato era il piombo. Oltre alle berline americane si ricorda un autobus Leyland e alcune auto da corsa. 
 Auto di Batman chiamata Murcielauto per non pagare diritti, realizzata dalla Bichi, in plastica
Dodge 1500 della Duravit, in gomma 
Autocarro militare della Chevrolet canadese, riprodotto dalla Miniar in 1:43
Nel dopoguerra cominciò a produrre giocattoli di plastica, per lo più soldatini e astronauti. Anche la Duravit, azienda nata nel 1948 col nome Caupur, ha avuto ampia diffusione in Argentina. I suoi modelli erano in gomma piena, molto robusti, e anche abbastanza fedeli. Piacevano perché verniciati in colori vivaci. Citiamo ancora la “fratelli Gorgo S.A.”, che si specializzò in giocattoli di latta di vario genere, spesso con movimento a frizione: si volevano evitare costosi comandi elettrici che richiedessero le batterie. Si conoscono alcune varianti di un furgone DKW Schnellaster e una Chevrolet Corvair, in latta con parti in plastica realizzate negli anni Sessanta. Verso la fine degli anni ’70 debuttò con una serie di modelli giocattolo in metallo pressofuso e plastica, in scala 1:30 che comprendeva, tra gli altri, una Fiat Campagnola che sembrava pantografata dal modello italiano Barlux.
 Immaginaria auto-astronave (Ford Gyro) della Gorgo, di latta
 Buick Electra 1959 Police, della Gorgo, di latta
Autosnodato trasporto bestiame della Juguetes San Alberto, in latta
 Chevrolet 1960 della UNCLE, realizzata dalla Carlos V in scala 1:25 circa
 Mercedes-Benz W196 carenata in plastica della El Farolito, scala 1:50 circa
 La Potente furgone polizia (Ford Falcon ) della Pantera, in latta
 Scatola con auto Formula 1 teleguidata della Rullero
Rambler Classic Policia della Rullero, in 1:24 circa
Naturalmente ai fini delle nostre collezioni in 1:43 il produttore più importante e forse quello più conosciuto è stato Buby. Il nome deriva dal nomignolo del figlio del fondatore, Harold Mahler, che si chiamava Harold jr. detto ‘Buby’. La marca argentina iniziò a produrre modelli in miniatura nel 1957, con una interessante Buick Station Wagon, dotata di sospensioni ma priva di finestrini in plastica trasparente. Ad essa seguì, con una fattura simile, una Ford Fairlane 500 poi seguita negli anni successivi da altri modelli fra i quali una Mercedes-Benz 300 SL roadster simile al modello Corgi, ma più grande e da due serie di modelli di buona fattura, la prima in scala 1:43, riproduceva alcune automobili tipiche del mercato argentino, comprese alcune Fiat-Concord che venivano montate laggiù.
Ford Fairlane 1958 Policia, un modello Buby in 1:43
Mercedes-Benz 300 SL roadster della Buby, scala 1:43 circa
Fiat-Concord 1300 della Buby, in 1:43
Buby Renault 19 in 1:43 
Oltre ai modelli nelle scale appena citate Buby produsse qualche miniatura poco più grande: una Jeep e qualche veicolo da trasporto in scala 1:32, però in plastica. La seconda serie (Mini Buby) era rappresentata da miniature più semplici, in scala 1:64 circa, nella quale però vi erano anche modelli di un certo pregio per le collezioni tematiche, fra i quali una Maserati Indy che arrivò nel 1978. Nel 1969 realizzò una discreta Chevrolet Camaro che fu l’ultima Buby della serie in pressofusione prodotta in grandi numeri. Alla fine degli anni ’70 mise in commercio dei modelli su licenza Solido. 
 Alfa Romeo 2600 sprint della Solido-Buby (bianca) a confronto con il modello Solido francese
Ford Mustang coupé della Solido-Buby in 1:43
Il marchio Buby tornò alla ribalta verso la fine degli anni ’80 e precisamente nel 1989, con la serie “Collector’s Classics”, nata per volontà di Harold Mahler jr., e che comprendeva alcune belle automobili americane, con molti dettagli riportati. Questi modelli, che erano a metà strada tra la produzione industriale e il modello speciale (artigianale), avevano un prezzo forse troppo elevato e una diffusione troppo bassa per essere remunerativi per l’impresa argentina, la quale dopo un certo tempo ne sospese la produzione. Fra i modelli usciti si ricorda una Packard Caribbean 1956, una Lincoln Continental 1948 e una Studebaker Avanti 1963.
 Buby Collector's Studebaker Avanti 1964, 1:43
Buby Collector's Packard Caribbean, in scala 1:43
La Buby aveva anche la rappresentanza della Solido per l’Argentina, e alcuni avevano colori o decorazioni diverse da quelle francesi, ma conservavano il fondino identico con tanto di scritta “made in France” coperta da un piccolo adesivo “Buby”. Una Camaro gialla fu l’ultimo modello, prodotto il 10 aprile 1993.
  

MUSEO ACA (Automobil Club Argentina).
Il Museo ACA è situato in un’avenida centrale della capitale Argentina, e fu inaugurato il 27 dicembre 1942. Date le premesse ci si sarebbe aspettato di vedere principalmente vetture argentine, e invece, dopo alcune auto esposte nell’atrio si sale al primo piano dove sono esposte una ventina di esemplari ben conservati che spaziano dall’inizio del secolo scorso agli anni Trenta.
 All'ingresso una Fiat, una Cadillac 1904 e una Renault
Una poderosa Hudson da corsa del 1934
La star del museo è sicuramente una Ferrari 166 del 1949 nella livrea blu/gialla di Fangio che è affiancata da tre monoposto a suo tempo pilotate da Carlos Reutemann nel corso della sua carriera, oltre ad altri due bolidi Ford.
Nell’antistante parcheggio coperto sono ospitati alcuni mezzi di soccorso dell’ACA, mentre in alcune teche sono ospitati modelli Pocher assemblati con cura da scatole di montaggio del marchio torinese.
La Ferrari 166 accanto a tre Brabham di Reutemann
 Camionetta Kaiser Jeep soccorso stradale dell'ACA
Due mezzi leggeri di assistenza dell'ACA argentino
Curiosa la presenza di una Siambretta 175 del 1973: quest’azienda produsse in Argentina su licenza gli scooter italiani Innocenti. L’Argentina fu il migliore mercato per la Lambretta al di fuori dell’Europa, e quelli prodotti su licenza in Sud America col marchio Siambretta furono esportati anche in Uruguay e Cile.
Piuttosto curioso un esemplare di Motograziella, pure ospitato nel museo.

Si ringrazia Roberto Bocco per parte del testo e delle fotografie

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