AMC ha fatto l’uovo: la Pacer del 1975
Nel febbraio 1975, ovvero ampiamente in tempo per la
Pasqua, l’American Motors fece l’uovo: la Pacer, una delle automobili più
controverse apparse 50 anni fa, disegnata dal noto stilista Dick Teague. La
Pacer del 1975 assomigliava più all’uovo che all’automobile e con il 37% della
sua superficie realizzata in vetro a qualcuno ricordava una boccia per i pesci
rossi.
La Pacer fu progettata con il Wankel in mente: l’AMC aveva
un accordo con la Curtiss-Wright del gruppo General Motors (licenziataria della
NSU-Wankel), che avrebbe dovuto assicurarle i propulsori con potenze fino a 200
cv. La crisi petrolifera del 1973 bloccò tutto il programma e la GM nel 1974
aveva già interrotto ogni sviluppo del Wankel e quindi della possibilità di
cederlo a terzi.
Il lavoro sulla Pacer aveva però già raggiunto il punto
di non-ritorno e fu necessario intervenire freneticamente per modificare la
parte anteriore onde ospitare il classico motore a 6 cilindri di 3,8 litri (232
cid) da 90 cv oppure il 4,2 litri (258 cid) da 95 cv.
La Pacer fece il debutto in società al Salone
Internazionale di Ginevra nel marzo 1975. Era distinta da una estetica
piacevole e diversa dal “già visto” che caratterizzava le altre automobili
americane dell’epoca: era corta come una Volkswagen Passat, ma larga come una
Cadillac. Aveva un comodo portello per bagagli, ma la panchetta
posteriore poteva trasportare solo due adulti mentre per agevolare la discesa
dal lato marciapiede la portiera di destra, già enorme di per sé, era 4 pollici
(10 centimetri) più lunga della sinistra. La non comune larghezza le permetteva
di essere costruita sulla stessa catena di montaggio delle full-size senza
necessità di ricorrere a costose modifiche agli impianti.
Il basso centro di gravità della Pacer avrebbe giocato a suo favore per una
maneggevolezza di prim’ordine se avesse avuto il leggerissimo motore Wankel e
grazie all’agile sterzo a cremagliera, ma con il motore tradizionale rasentava
i 1500 kg senza optional, e, a causa del peso, non era molto parca nei consumi.
La risposta del pubblico sembrò premiarla: nel 1975 se ne vendettero oltre
72.000, 117.244 nel 1976, ma già nel 1977, nonostante l’arrivo della Wagon con
la coda squadrata per un maggior volume di carico, le vendite del modello
crollarono a poco più di 58.000 di cui 38.000 Station Wagon.
Per il 1978 la AMC tentò di migliorare la situazione con una versione
equipaggiata con il suo robusto V8 da 5 litri (304 cid) da 125 cv, e un
controverso restyling del frontale, ma nonostante questo tentativo le vendite
si ridussero a quasi un terzo: appena 21.231 esemplari prodotti, che scesero a
10.215 nel 1979. La simpatica Pacer concluse ingloriosamente la sua carriera
nel 1980 con ancora 1.746 esemplari, probabilmente surplus di produzione
dell’anno precedente.
La Pacer fu prodotta anche in Messico dalla VAM (Vehiculos Automotores
Mexicanos) a partire dal 1976 e solo con il motore a 6 cilindri.
La piccola American Motors fu ben accolta dai produttori di modellini. A
parte i kit della MPC in scala 1:25 e della Station Wagon dell’AMT, fu la Corgi
a mettere subito in commercio due miniature della Pacer, nelle scale 1:36 e
1:66. La Hot Wheels poi produsse una Station Wagon un po’ caricaturata ma non
troppo.
Dopo il 2010 tornò nei cataloghi di alcuni produttori: per prima la Motormax con una Pacer V8 in scala 1:87, quindi Tomica in 1:66 e una Pacer ‘X’ di PremiumX di fattura eccezionalmente precisa.

La Pacer protagonista in uno dei film animati della serie “Cars” di Walt
Disney, fu messa in commercio da Mattel, in una scala vicina all'1:66 circa.
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