60 anni RENAULT 16
Alla fine degli anni Cinquanta la Renault era ancora scottata dall’insuccesso commerciale della Fregate, mentre i suoi modelli utilitari andavano alla grande.
Nel 1961 il passaggio alla trazione anteriore con la 4 segnò un momento storico per la Casa francese e la berlina di classe media che sarebbe seguita avrebbe adottato la trazione anteriore. Ci volle però molto tempo per trovare la formula giusta. All’inizio si pensava a qualcosa di classe medio-alta e si sperimentò a lungo una 6 cilindri di 2,2 litri.
Alla fine si tagliarono 2 cilindri, ottenendo un 4 cilindri di 1500cc destinato a una vettura innovativa che veniva incontro alle esigenze delle famiglie francesi.
La nuova Renault 16 debuttò il 16 gennaio 1965 in Costa Azzurra: era una vettura come non se n’erano ancora viste: le due volumi con portellone erano ancora una rarità, specie nelle auto di questa classe. La 16 offriva una praticità incredibile, particolarmente nella sistemazione dei sedili all’interno, con una capacità di carico che poteva variare da 350 litri scarsi a circa 1200, grazie anche alla ruota di scorta piazzata a lato del motore.
Quanto all’estetica i giudizi furono discordanti. La vettura era caratterizzata dalle solite estrosità tutte francesi, ma anche i dettagli non erano puramente estetici: le due creste che percorrevano il padiglione permettevano di fare portiere più alte che miglioravano accesso e visibilità laterale, per esempio.
Il motore sviluppava 55 CV, dunque era piuttosto tranquillo, tanto da arrivare a 140 Km/h con un certo sforzo. Il lancio commerciale avvenne in autunno e fu un successo istantaneo: più di 38.000 esemplari entro fine anno e quasi 120.000 nel 1966.
Nel 1968 con la TS la cilindrata passava da 1470cc a 1565, e la potenza saliva a 83 CV, donando alla vettura le prestazioni che ci si aspettava da un modello della sua classe. La gamma fu in seguito ancora ampliata e vennero aggiunti accessori come il tetto apribile. Nel 1970 le vendite arrivarono a un pelo sotto le 200.000 unità. Nel 1973 venne lanciata la TX con nuovo motore di 1647cc da 93 CV. Con la crisi energetica però ebbe inizio il declino, che durerà parecchio, arrivando fino al 1980 con oltre 1.851.000 esemplari, quando la 16 era ormai sostituita egregiamente dalle 18 e dalle 20.
Dal punto di vista modellistico la maggior parte delle miniature proviene dalla Francia: Norev (nella serie di plastica che allora era l’unica offerta) e Dinky Toys francese misero subito in catalogo i loro modellini: quello Dinky aveva, sotto il pianale, un pulsante che, scorrendo, muoveva il sedile posteriore come sull’auto vera. Lo stampo della Dinky finì in Spagna e, con piccole modifiche, rimase in commercio come Renault 16 TX.
Anche Solido offrì una 16 in miniatura, ma curiosamente la inserì in una serie in scala 1:36 che, dopo tre modelli, non ebbe seguito alcuno.
Il successo della vettura attirò anche i produttori stranieri, come la Corgi Toys, la Nacoral, Metosul, Minichamps e perfino - in casa nostra - Politoys Export e quindi Polistil. Gli stampi Polistil finirono in Russia alla Donetsk.
Esiste pure un eccezionale modellino belga a quattro porte apribili, della marca Sablon, nota a tutti per il curioso fenomeno dello scioglimento delle ruote che pone il collezionista nel dilemma se tenere un modello che sembra uscito dal demolitore oppure restaurarlo con assi e ruote di un modello sano “donatore” anche se di altra marca.
Le iniziative editoriali in tempi recenti hanno risvegliato il desiderio di qualche nuovo modello della Renault 16: la parte del leone è della Norev, ma abbiamo anche l’ottimo Whitebox in scala 1:24 e l’eccellente 16TX della Ottomobile, in 1:18.
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