Paolo Martin e la Ferrari Modulo del 1970

Sorprendente, stupefacente, incredibile… Sono gli aggettivi che vengono in mente osservando la Ferrari 512S Modulo di Pininfarina, ancor più se ci immergiamo coi ricordi in quel 1970, anno in cui fu presentata.

Foto ufficiale della Modulo al momento della presentazione
Ferrari 512S Modulo Pininfarina di Top Marques in 1:43

Una show car che sembrava un UFO appoggiato sulla superficie di un lago e perciò completato dal suo riflesso simmetrico al di sotto.

Schizzo datato 1967 di Paolo Martin

Costruita su telaio incidentato di una Ferrari 312P, era dotata del motore di una 612 Can-AM però svuotato all’interno, perciò la Modulo era statica.

Lo sa bene l’attuale proprietario, un ricchissimo americano che ha iniziato un lungo lavoro per riportarla a muoversi in autonomia con le proprie ruote.

La Modulo fece il giro dei Saloni del 1970, nera a Ginevra, bianca a Osaka, dove fu esposta da aprile a settembre di quell’anno all’Expo internazionale e infine a Torino, ripassata in un azzurro ghiaccio chiaro metallizzato.

Altra foto ufficiale con la Modulo color azzurro ghiaccio
Tron ha proposto la Modulo di Pininfarina nelle tre colorazioni, 1:43
Ferrari 512S Modulo di Tron, 1:43

L’uomo che ha disegnato la Modulo all’età di 24 anni, è un creativo designer entrato da poco nella Hall-of-Fame della FIVA: Paolo Martin. Un nome che andrebbe conosciuto meglio, alla stregua di un Michelotti (il suo primo maestro) e un Giugiaro, perché sono tante le auto che portano la sua firma. 

Paolo Martin. Dietro di lui si intravede la Sigma Grand Prix in foto

Da una speciale Bentley T per un cliente, che ispirò la nascita della Rolls-Royce Camargue, a show-car come la Sigma Grand Prix o la BMC aerodinamica (che sarà di ispirazione per Citroën GS e CX, Alfasud, Lancia Beta, fino alla Rover 3500), e poi Lancia Beta Montecarlo, Fiat 130 coupé, Peugeot 104, senza disdegnare le moto (lavorò per Benelli, Moto Guzzi e Piaggio, tanto per citarne alcune), motoscafi di lusso, orologi e posate, financo a un carrello per il trasporto dei cavalli. Insomma un genio della matita, poco conosciuto.

La Dino Competizione Pininfarina della Politoys Export, 1:43, disegno Martin
Fiat 130 coupé di Starline, 1:43, altra vettura disegnata da Martin
Sopra e sotto: alcune viste della Modulo della Mercury, in scala 1:32

Cominciò giovanissimo, attratto da tutto quello che si poteva fare artigianalmente: in mancanza del “Meccano”, costruiva modelli coi fiammiferi…

Sopra e sotto: la Modulo di Miniminiera in scala 1:18. Esisteva anche in 1:43

Fatta esperienza da Michelotti, entrò in Pininfarina, dove realizzò diverse concept car. La Modulo tuttavia era qualcosa che esulava dallo stile tipico della Casa: Martin aveva cominciato a lavorarci fin dal 1967. Nel 1968 anziché partire per le ferie comprò 8 metri cubi di polistirolo e passò il suo tempo a scolpire la maquette della Modulo che aveva in mente, in scala 1:1. I manager della Pininfarina la videro, finita e verniciata, ma non sapevano cosa fare di questa “opera d’arte” così inconsueta. Chiesero un parere all’architetto Gio Ponti, il quale ne fu entusiasta. E Modulo fu.
Sopra e sotto: alcune viste della Modulo Pininfarina dell'Auto Pilen, 1:43
Ferrari Modulo Pininfarina di BBR in scala 1:18
Sopra e sotto: la Modulo della Politoys M in 1:43

Modulo della Polistil in una colorazione inconsueta, 1:43
Modellino in 1:38 prodotto a Hong Kong con retrocarica


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