FIAT NUOVA 500 1957 - KYOSHO 1:18

È sempre un piacere vedere che a volte i grandi produttori di automodelli "premium" propongano soggetti distanti dalle solite e inflazionate supercar o SUV o opere di qualche tuner giapponese. Le auto classiche sono un filone inesauribile di soggetti interessanti per chi ama le automobili e questa volta Kyosho ha presentato una vettura che sicuramente farà felici molti appassionati italiani (e non solo).Si tratta, avete già visto dal titolo, della primissima serie della Fiat 500, presentata nel 1957 con quell'aggettivo "Nuova" che voleva indentificarla come legittima erede della 500 "Topolino". Presentata a Norimberga di quest'anno, insieme alla Morris Mini Minor, è finalmente arrivata nei negozi ad un prezzo non certo alla portata di tutti (circa 200 euro) ma che è in parte giustificato dall'elevata cura nei dettagli e dalle quattro aperture.

 https://it.kyoshoeurope.com/kyoshoproducts/die-cast/die-cast-1-18.html

 

È vero che di Fiat 500 in scala "grande" ce n'erano già diverse, per opera di Minichamps e Welly con la 500L, Solido con la F, Yat Ming (alias Road Signature) con la 595 Abarth Assetto Corsa,  Bburago con la F, la L ed una discutibile 595 Abarth in 1:16, per finire ancora con Solido (vecchia gestione) e la Tetto Apribile del 1959 (sempre in 1/16). Insomma, un soggetto piuttosto gettonato, ma nessuno finora aveva proposto la primissima versione, oltre tutto con una riproduzione di questo livello. 

Presentata nel 1957 come "sorella minore" della Fiat 600 ed indirizzata ai possessori della  vecchia Topolino o a coloro che volevano passare dallo scooter ad una vera automobile, inizialmente fu un clamoroso fiasco, tanto che dopo soli 3 mesi la Fiat dovette correre ai ripari presentando una versione aggiornata... già, perché la prima serie, prodotta da luglio a settembre 1957 e venduta a 490.000 lire, era stata giudicata troppo spartana persino dai possessori della Vespa. Aveva solo due posti omologati, la panchetta posteriore non era neppur minimamente imbottita; la dotazione era ridotta all'osso, tanto che il tergicristalli non aveva neanche il ritorno automatico; era rumorosa, lenta, ed il suo motorino bicilindrico da 479 cc aveva appena 13,5 cv, appena sufficienti a spingere la macchinetta a 85 km/h, nonostante il peso a secco prossimo ai 500 kg. I finestrini erano fissi, i deflettori apribili non avevano fermo di sicurezza, le luci erano comandate direttamente dalla chiave di accensione a sei posizioni, le frecce di direzione avevano un comando sul cruscotto con spia incorporata e, soprattutto, mancavano quelle belle cromature a cui gli automobilisti dell'epoca tenevano tanto.

Foto promozionale con al volante Brunella Tocci, Miss Italia 1955 (Archivio Storico Fiat)

La Fiat corse quindi ai ripari e già a settembre 1957 fece qualche piccola modifica agli allestimenti e aggiunse alla lista degli optional (sbrinatore del parabrezza e gomme a fascia bianca) anche le coppe ruota in alluminio lucidato: ma visto che questo non bastava ad interessare il pubblico, a novembre sdoppiò la gamma presentando la "Normale", dotata di motore da 15 cv (90 km/h), con finestrini discendenti a manovella e blocco dei deflettori, comando di frecce e luci a levetta sul piantone dello sterzo, cornici cromate dei fari anteriori, modanature in alluminio lucidato sulle fiancate,  coppe ruota di serie e la "Economica", identica alla prima serie ma con il motore della Normale, finestrini discendenti e blocco ai deflettori. Entrambe ricevettero il logo "Nuova 500" sul cofano posteriore. Il prezzo di vendita rimase invariato per la Normale, mentre diminuì di 25.000 lire per la Economica. La Fiat, caso unico al mondo, rimborsò con un assegno tutti coloro che avevano acquistato la 500 prima del lancio della Normale, e li invitò a recarsi in officina per l'aggiornamento del motore. Altri tempi! In ogni caso, l'operazione riuscì, e la 500 si trasformò in un successo.


Ma torniamo al nostro modellino. Per il momento, Kyosho ha previsto per la 500 tre colorazioni: Verde Chiaro, Rosso Corallo e Azzurro Crociera, quello del modello in esame, che in Piemonte era popolarmente definito "Carta da Zucchero". La tonalità è stata riprodotta abbastanza bene, anche se forse è un po' chiara e tendente al turchese: le ruote sono di un beige che si avvicina parecchio al colore corretto. Purtroppo è piuttosto difficile riprodurre esattamente il colore del modello in fotografia, ma abbiamo cercato di essere più fedeli possibile. In ogni caso, se il modello vi interessa, non fidatevi delle foto in circolazione, se potete, andate a vederlo dal vivo, per farvi un'idea precisa.

La linea è molto ben riprodotta, le dimensioni e le proporzioni sono perfettamente catturate. Notare che tra tutti coloro i quali hanno riprodotto la 500, Kyosho è l'unica che ha ripreso correttamente il camber positivo delle ruote posteriori, tipico della 500. Le tipiche griglie sul posteriore della vettura tendono un po' a scomparire in fotografia, forse avrebbero potuto essere più incise o segnate con un filo di colore scuro che le avrebbe rese più evidenti; ma vi garantiamo che ci sono e sono ben fatte.

L'auto vera, verniciata nello stesso Azzurro Crociera del modellino (Fonte: Ruoteclassiche)


La vista laterale, anche confrontata con la foto dell'auto vera, evidenzia l'ottimo lavoro fatto da Kyosho. Le cerniere delle portiere e del cofano posteriore sono piccolissime e sono fuori scala per pochissimo: logicamente, sono state ingrandite per poter garantirne il funzionamento, ma non disturbano affatto. Da notare che tutte le parti cromate non sono cromate a specchio, ma imitano perfettamente il metallo lucidato. Molto gradevole il sottile filetto nero che contorna gli indicatori di direzioni laterali, i fanali posteriori e la luce targa, ad imitazione della guarnizione presente in realtà. Si possono vedere anche i lunghi leveraggi per l'apertura del tettuccio, molto fini. Purtroppo Kyosho non ha previsto, nella confezione, un tettuccio chiuso da poter montare.

Osservando il modello frontalmente, notiamo i fari notevolmente realistici e che sporgono pochissimo dalla carrozzeria, proprio per la mancanza del tegolino cromato. Molto fine il tipico fregio anteriore, riprodotto benissimo. Le tre feritoie poste sotto i fari servivano ad aerare l'abitacolo e vennero eliminate nel 1960, con l'entrata in vigore del Nuovo Codice della Strada. Al loro posto, furono inseriti gli indicatori di direzione-luci di posizione rotondi. Quelli a goccia, sui parafanghi, vennero sostituiti dalle "lucciole" arancioni. Belle le ruote e si possono facilmente notare le ruote posteriori, finalmente in posizione corretta! Ad esere pignoli il battistrada delle gomme però è moderno e non riproduce quello dei pneumatici a tele incrociate d'epoca.

Nella vista posteriore spiccano i fanalini, correttamente senza catadiottro, di forma abbastanza corretta ma forse un po' troppo sporgenti. Belli i cardini del cofano, la maniglietta per l'apertura dello stesso, ed il tettuccio ripiegato che lascia intravedere il tessuto più chiaro della parte interna. Il cinghietto che trattiene il telino è in vero cuoio, ma manca la fibbia. La marmitta che si intravede sotto il paraurti è correttamente di forma cilindrica. Un peccato che la targa sia un semplice riquadro nero, senza numeri o sigle. Un lavoro per i bricoleur.


Ed ecco la nostra 500 completamente aperta. Molto bello l'effetto, soprattutto per l'apertura delle porte e del cofano posteriore su cardini realistici. Il cofano anteriore ha le "zampe di cane", ma sono di dimensioni accettabili e non disturbano. Purtroppo, proprio a causa delle dimensioni dei cardini, le portiere non si aprono completamente. Stranamente, anche lo sterzo, pur funzionante, ha un movimento estremamente limitato. Difetto del nostro modellino o comune a tutti? Belli i sedili, giustamente sagomati e con telaio a vista come in realtà. Un po' troppo spessa la guarnizione nera all'interno dei finestrini posteriori.

La 500 reale con le porte aperte... a 90° (Fonte: Ruoteclassiche)

Anche se dall'apertura limitata, le portiere lasciano vedere bene i particolari: notiamo subito la mancanza della manovella dei finestrini, che come già detto su questa versione erano fissi; il deflettore è dotato di cardine cromato, applicato sul bordo dello sportello; non è presente, giustamente, il gancio di chiusura. Molto bella e finemente riprodotta la serratura della porta, con la tipica levetta di apertura. Non manca la maniglietta in alluminio per poter chiudere la porta (qui in posizione sollevata) e neanche il cinghietto in gomma nera che evitava l'apertura eccessiva dello sportello. Inoltre, i sedili sono ribaltabili!

Il contenuto del cofano anteriore (Fonte: Ruoteclassiche)



Nel cofano anteriore sono visibili la sacca del cric e degli attrezzi di bordo, legata sul serbatoio, correttamente di forma squadrata. Sono presenti le targhette, la ruota di scorta (in gomma), il tappo del serbatoio e del liquido freni, la batteria (senza cavi) e non sono stati dimenticati i due tubi che portavano l'aria all'interno dell'abitacolo. L'aspetto della sacca non è molto realistico, sicuramente poteva essere migliorato. Altro lavoro per gli amanti delle elaborazioni.

Il motore dell'auto vera (Fonte: Ruoteclassiche)


Sotto il cofano posteriore è nascosta una riproduzione abbastanza fedele del motore della 500. Notiamo che il fondo non è passante, e che quindi la marmitta non è visibile dall'interno del cofano. Sono presenti i tubi di ingresso dell'aria e quello che porta il riscaldamento nell'abitacolo, ma è stato omesso il tubo di scarico del cilindro interno. I cavi sono posizionati un po' alla rinfusa e qualche colore è errato, ma nel complesso il risultato è buono.



Gli interni sono ben fatti, nella loro spartanità. Volante, cruscotto e leva del cambio sono di forma corretta (un po' grande il comando del cambio) e sono verniciati correttamente in un color grigio tendente al beige; lo specchietto retrovisore è di forma corretta, perché comprendeva la luce di cortesia; ci sono le leve del freno a mano, dell'accensione e dello starter; anche i pedali sono di forma corretta, e sotto la tasca portaoggetti spunta il tirante dell'acceleratore a mano. Molto bene! Sono però piuttosto sgradevoli le sbavature di stampo all'interno della tasca portaoggetti, molto visibili e poi, stranamente, sul pavimento è presente la moquette! Notare che il tunnel del cambio riproduce la tramatura del tappetino in gomma, che ricopriva tutto il pavimento della macchina. Errore piuttosto appariscente su questa vettura, considerando che la moquette su una 500 è comparsa solo nel 1969, con la 500 L.


Il volante è molto fine, ma presenta sbavature di stampo ben visibili in fotografia. Fortunatamente queste ultime sono poco visibili dal vivo. Lo strumento del cruscotto ha correttamente il fondo corsa a 100 km/h e sono presenti i tre cerchietti rossi che stavano ad indicare le velocità limite per ogni marcia. Sulla plancia sono visibili in alto il comando delle frecce e in basso al centro il blocchetto di accensione/comando luci e i due interruttori per l'azionamento del tergi ed il ritorno. Sono resi più evidenti da un tocco di colore argento, ma sarebbe stato bellissimo fossero pezzi riportati, almeno per quanto riguarda il comando frecce... ma forse pretendiamo troppo.

Il fondo del modello è ben dettagliato, le sospensioni e il motore sono riprodotti con cura, ma i più attenti avranno notato un altro errore: sono già presenti i due "pozzetti" creati per fare più posto ai piedi dei passeggeri posteriori. In realtà, su questa versione il fondo era piatto, perché la Nuova 500 era omologata per due persone. La modifica fu introdotta solo nel 1959, con l'omologazione per quattro posti. Forse Kyosho ha previsto altre versioni più recenti del modello che utilizzeranno questo stesso fondino? Chissà.

In ogni caso, a parte i piccoli difetti elencati, Kyosho ci ha presentato un modello veramente bello e di alta qualità, che merita un posto in primo piano in qualsiasi collezione.

La parata del 2 luglio 1957 in Torino, per il lancio della nuova vettura (Archivio Storico Fiat)



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