60 anni Volkswagen KARMANN-GHIA 1500
Al Salone di Francoforte del 1961 la Volkswagen presentava una intera linea di nuove vetture, chiamate “Tipo 3” perché precedute dalla Tipo 1 (Maggiolino) e dal Tipo 2 (il furgone/pulmino). Queste vetture mantenevano l’architettura tipica del Maggiolino, con motore boxer posteriore di 1500cc da 45 cavalli, su un telaio a piattaforma molto più ampio e con sospensioni (particolarmente quelle anteriori) migliorate. Al Salone si vide una gamma completa di berlina, giardinetta (Variant), coupé, cabriolet a 2 e 4 posti.
La potenza, che era del 50% superiore a quella del classico motore 1200,
poteva spingere la berlina fino a 125 Km/h, mentre il coupé, più profilato,
poteva arrivare a 130 Km/h. La Cabriolet a 4 posti era derivata dalla berlina,
quella a due posti dal coupé, disegnato da Sergio Sartorelli alla Ghia e
assemblato da Karmann come il precedente coupé/cabriolet 1200, che restava in
produzione. Tuttavia entrambe le vetture, dopo un certo numero di esemplari di
pre-serie, non vennero prodotte.
At the 1961 Frankfurt Motor Show, Volkswagen presented
a whole line of new cars, called "Type 3" because they were preceded
by the Type 1 (Beetle) and type 2 (the van/microbus). These cars maintained the
typical architecture of the Beetle, with a rear boxer engine of 1500cc of 45
horsepower, on a much wider platform chassis and with improved suspensions
(especially the front one). At the Show you could see a complete range of
sedan, station wagon (Variant), coupe, 2- and 4-seater convertibles. The power,
which was 50% higher than that of the classic 1200 engine, could push the sedan
up to 125 km/h, while the coupe, more profiled, could reach 130 Km/h. The
4-seater Cabriolet was derived from the sedan, the two-seater sedan from the
coupe, designed by Sergio Sartorelli of Ghia and assembled by Karmann as the
previous coupe/convertible 1200, which remained in production. However, both
cars, after a number of pre-series models, were not produced.
Nel 1963 la Karmann-Ghia 1500 ebbe due carburatori, la potenza saliva a 54
CV e la velocità arrivava a 135 Km/h. Nel 1965 finalmente ebbe i freni a disco
anteriori e nel 1966 acquisì il motore di 1600cc, che manteneva gli stessi 54
CV con una migliore erogazione della coppia, che le consentiva di arrivare a
145 Km/h.
Questa vettura era afflitta da un prezzo troppo elevato e dalla concorrenza interna della classica Karmann-Ghia 1200, che si vendeva benissimo negli Stati Uniti. Per non intralciarne le vendite la nuova 1500 non fu esportata negli USA, anche se si poteva acquistare in Canada. Ma rimaneva l’handicap del prezzo elevato, molto più elevato di molte europee sportive che erano anche più prestazionali. In totale ne vennero vendute circa 42.000 in poco più di 8 anni di produzione, circa un decimo della 1200.
A sorpresa uno dei primi modelli della nuova Karmann-Ghia fu fabbricato
dalla Corgi Toys, che riprodusse il bagagliaio anteriore apribile con ruota di
scorta e il cofano posteriore apribile che rivelava un secondo sportello
trasparente dal quale si vedeva il motore dell’auto. In Germania fu la JNF a
lanciare una precisa miniatura di plastica con aperture, in scala 1:25. La
plastica usata, però, con il tempo ha dato origine a deformazioni anche gravi
che spesso hanno irrimediabilmente rovinato i modelli esistenti. In scala 1:87
fu presentata una miniatura della Fischer Model (FM), all’inizio fornito in
bustina da montare e poi venduto anche assemblato. La Siku invece offrì un
delicato modello nella sua consueta scala 1:66, con porte apribili.
Dal Giappone l’eccellente modello della KS e quello un po’ più squadrato,
ma anche più facile da reperire, della Ichiko, venduto anche con svariate
livree della polizia.
Dopo un lungo sonno la Karmann-Ghia 1500 tornò disponibile grazie a
Minichamps e alla sua eccellente riproduzione in 1:43, mentre Herpa proponeva
la sua in 1:87, entrambe con la traccia del tettuccio apribile (optional).
Matchbox preferì dedicarsi alla cabriolet. Strana scelta per un’auto mai
nata, e della quale esistono al vero alcuni esemplari artigianali realizzati da
appassionati che hanno sacrificato le loro coupé per tagliarne il tetto. Fra i modelli più recenti c’è da menzionare il superlativo modello di resina in scala 1:18 della
BoS, che riprende in modo eccezionalmente preciso le difficili linee e
controlinee dell’auto reale. Anche i suoi interni sono veramente ben fatti, ma
si possono ammirare solo attraverso le ampie superfici vetrate.
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